Brutte notizie dal fronte dei lavori pubblici, almeno per quanto riguarda i servizi di ingegneria e architettura.
Secondo l’Osservatorio Oice-Informatel, dopo il recupero dell’ultimo semestre del 2011, il nuovo anno si apre in negativo: le gare di servizi di ingegneria e architettura a gennaio 2012 sono state 306, per un importo complessivo di soli 21,2 milioni di euro. Ciò significa decrementi, rispetto a gennaio 2011, dello 0,6% in numero e del 32,3% in valore; rispetto al mese di dicembre, all’incremento del 9,3% in numero corrisponde un calo del 56,2% in valore.
Questi servizi costituiscono una approssimazione di come potrebbe muoversi il mercato dei bandi pubblici nei mesi successivi: in teoria (anche se ci sono comunque diversi altri fattori in gioco), i lavori banditi dal punto di vista della progettazione dovrebbero concretizzarsi, alcuni mesi dopo, come lavori pubblici veri e propri. Anche se una correlazione precisa non si può stabilire, è chiaro che una riduzione dei Bandi di progettazione indica un mercato in cui i lavori pubblici non si iniziano neppure a progettare.
Resta la “scorta” di progetti messi a bando e presentati nei mesi passati, ma il trend di riduzione è abbastanza consolidato.
Speranze per le ristrutturazioni?
E per quanto riguarda le ristrutturazioni di edifici residenziali? I nostri intervistati del Panel Rental Blog avevano indicato proprio questo settore come uno dei più promettenti per il primo trimestre 2012.
In questo campo, uno stimolo sempre atteso, ma in pratica mai concretizzato fino a oggi, deriva dei Piani Casa, ossia da incentivi di varia natura all’allargamento o ristrutturazione (anche con componenti di risparmio energetico) degli immobili principalmente residenziali. Fino a oggi, nelle sue prime versioni, il provvedimento, lanciato tre anni fa dal Governo Berlusconi (ma come vola il tempo…) non ha prodotto i risultati sperati. Solo il Veneto, e la Sardegna, sembrano aver registrato un numero interessante di domande.
Inoltre, vi segnalo questo interessante articolo pubblicato su LaVoce.info, in cui si illustra come e perché il Piano Casa 2 non abbia le carte in regola per promuovere il rilancio dell’edilizia, come invece si spera. Dell’articolo in questione mi interessa riprendere in primo luogo due temi.
Il primo è che, come quasi sempre avviene in Italia, a tre anni di distanza non si hanno numeri a sufficienza per giudicare l’iniziativa: evidentemente si preferisce non raccogliere e diffondere i dati su un qualsiasi fenomeno (i Piani Casa, ma anche la quantità di neve prevista, il rischio idrogeologico, e così via). Forse perché in assenza di dati è sempre possibile provare a piegare la realtà in favore del proprio punto di vista: a pensare male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.
Il secondo è che il Piano Casa 2 si basa sulla semplificazione e accelerazione delle procedure per l’ottenimento dei permessi e l’espletamento delle pratiche necessarie per iniziare a costruire. Lo snellimento della burocrazia è sicuramente lodevole, ma
(…) se nelle nostre città e paesi non svetta un numero di gru paragonabile a quello precedente il 2007-2008, la causa principale non può essere individuata nell’esasperazione dei costruttori a causa delle interminabili attese per il rilascio dei permessi di costruire. La realtà è che gli operatori tardano a presentare le richieste dei permessi di costruzione, e a ritirare quelli già rilasciati, per evitare di anticipare il pagamento degli oneri urbanistici e concessori relativi a immobili per i quali non sanno quando matureranno le condizioni e le convenienze per costruirli. Oggi, quelle condizioni e convenienze non ci sono per la riduzione del reddito delle famiglie e la stretta del credito, torneranno a esserci quando la ripresa dell’economia e la disponibilità di credito rilanceranno la domanda di case.
Non vorrei che la fiducia espressa dai nostri intervistati del Panel Rental Blog fosse, ahimè, mal riposta.