Il mercato del noleggio di ebook tutto a consumo ha recentemente perso uno dei suoi primi operatori. Oyster, il servizio che per primo ha cercato di fregiarsi del titolo di “Netflix degli ebook”, e che recentemente aveva annunciato l’apertura di un negozio libri online, ha infatti annunciato che chiuderà per “i prossimi mesi”.
Questo annuncio a sorpresa è arrivato ad appena due anni dal debutto di Oyster, avvenuto nel settembre 2013. L’azienda deve ancora indicare una data precisa di chiusura, il che significa che i suoi abbonati non hanno ancora un’idea chiara di quanto di quanto tempo resta loro per godere del servizio.
Con l’uscita di Oyster dal mercato i due principali servizi tutto a consumo che restano in gara sono Scribd (il cui abbonamento costa 9 dollari al mese) e l’offerta Kindle Unlimited di Amazon (10 dollari).
Entra in campo Google?
A dire il vero, Oyster ha scelto un modo particolare per dire addio (o forse sarebbe meglio dire arrivederci) ai suoi lettori: un attimo prima di annunciare la chiusura del proprio servizio di abbonamento l’azienda ha dichiarato “Mentre continuiamo, non possiamo essere più entusiasti del futuro degli ebook e della lettura su dispositivi mobili”.
Sembra quindi che Oyster in sè stia chiudendo, ma anche che una buona parte del suo gruppo di lavoro sia destinato a continuare a lavorare con Google. Secondo la rivista online Re/Code, Google potrebbe pagare gli investitori di Oyster per ottenere il diritto di assumere parte del suo staff.
La speculazione (ma si tratta appunto di pura speculazione) è che i tecnici di Oyster vadano a lavorare a Google Play Books, il servizio di ebook di Google, creando quindi un sistema simile a Oyster per i dispositivi Android.
Non è finita finché non è finita (per i libri)
L’evoluzione di Oyster avviene in un momento molto particolare per il mercato degli ebook. Dopo una partenza esplosiva, negli USA le vendite di ebook si sono appiattite su livelli stabili, mentre quelle dei libri tradizionali stanno aumentando leggermente.
Questo non è per forza causa della tecnologia, ma molto probabilmente dell’aumento dei prezzi degli ebook. Dopo un periodo iniziale di prezzi stracciati, fatti per ingolosire i clienti, ora gli ebook costano quasi se non più di quelli cartacei: e allora molti lettori si stanno chiedendo se non convenga godersi i libri in formato tradizionale cartaceo, per pochi dollari in più.
Evidentemente i vantaggi degli ebook (la comodità, la possibilità di portarne moltissimi sempre con sé e di scaricarne uno in pochi istanti, senza doversi recare in libreria o dover attendere il corriere) non sono sufficienti a compensarne il prezzo elevato e alcuni svantaggi (come la scomodità di alcuni schermi, la relativa difficoltà di consultazione e la mancanza di tutte le sensazioni tattili connesse al libro tradizionale).
Ma questa motivazione in realtà forse c’entra poco con la crisi di Oyster: un servizio tutto a consumo a canone mensile, infatti, dovrebbe diventare ancora più interessante se gli ebook costano molto singolarmente. I problemi di Oyster, quindi forse sono altri: forse il suo pubblico ideale, cioè i lettori super-appassionati, preferisce ancora la versione cartacea, e quelli pronti a passare al digitale costituiscono una nicchia troppo piccola.