Anche se siamo tutto sommato agli albori dell’era della mobilità condivisa, si fa un gran parlare del ride hailing, del ride sharing, del car sharing e di tutti gli operatori di questo settore. Tutto questo clamore mediatico può rendere difficile comprendere che cosa sta accadendo davvero nel settore.
Per cercare di fare chiarezza la società di consulenza McKinsey ha condotto un’indagine su 2.000 utenti di servizi di mobilità condivisa in 10 città americane, di dimensioni variabili (sia grandi metropoli che piccole cittadine), per cercare di avere una rappresentazione il più possibile completa dei consumatori americani.
L’indagine hai evidenziato i cambiamenti di attitudini e comportamenti dei clienti dei servizi di mobilità, e ha anche preso in esame alcuni dei trend del ride hailing (i servizi tipo Uber e Lyft), le percezioni relativamente all’uso condiviso delle vetture e l’importanza del possesso dell’autovettura per i consumatori.
Il cambiamento in corso
I consumatori sembrano utilizzare taxi e autobus in modo significativamente minore di quanto avveniva nel recente passato: prezzo e affidabilità dei servizi sembrano essere i fattori alla base di questo trend. Dal 2014 al 2016 i tragitti in taxi si sono ridotti in numero di quasi il 10%, e i viaggi in autobus del 5%. Al contrario, il numero di viaggi con tram e metropolitane è salito leggermente (+3%) e quello dei viaggi in treno del 7%. Vengono quindi premiati i sistemi di trasporto pubblico di medio raggio: ci si sposta da un capo all’altro della città con tram e metropolitane, e quando si arriva alla fine del tragitto (o per il tratto dal punto di partenza all’inizio della linea) si usa il ride hailing.
Diversi sono i fattori che influenzano l’esperienza dei cittadini che si spostano, e al primo posto tra quelli negativi ci sono un prezzo elevato e livelli di comfort ridotti. Il primo è stato citato dai rispondenti soprattutto con riferimento ai taxi, e il secondo per quanto riguarda autobus e treni. Al contrario, tra i fattori più positivi nella valutazione dei tragitti in taxi c’era la comodità, e per gli autobus il prezzo.
L’importanza del ride hailing
Nel 2016, dal 15 al 20% della popolazione statunitense ha utilizzato un servizio di ride hailing, prevalentemente nelle aree urbane. Le principali motivazioni di questo comportamento sono la facilità di uso, il prezzo inferiore a quello dei taxi e la comodità. I consumatori decidono quale servizio utilizzare sulla base di quattro fattori: il comportamento dell’autista, il prezzo, le condizioni e la pulizia della vettura e i tempi di attesa.
Quando agli intervistati è stato chiesto qual è l’aspetto meno gradito del ride hailing, la risposta più comune (fornita dal 33% di loro) è stata che questi servizi tendono a essere troppo costosi durante i periodi del cosiddetto “surge pricing”, ossia tipicamente negli orari di punta. Questo lascia intendere che i consumatori valutano il prezzo più di altri fattori, e pertanto baseranno le loro scelte sui mezzi di trasporto da utilizzare in base a questo parametro. Più di un quarto degli intervistati si è lamentato della mancanza di accesso a Internet o della sua scarsa qualità laddove presente, ma questo è un elemento che dovrebbe diventare sempre meno rilevante con il passare del tempo. Secondo i consumatori intervistati, il modo migliore per aumentare l’appeal dei servizi di ride sharing sarebbe l’offerta di prezzi più competitivi; altri suggerimenti si sono focalizzati sulla necessità che gli autisti migliorino il loro modo di comportarsi, o sulla riduzione dei tempi di attesa.
Gli attuali clienti dei servizi di ride hailing hanno detto che il loro utilizzo in futuro aumenterà notevolmente: quasi un terzo di loro ha indicato che aumenterà di molto nei prossimi due anni. Sull’altro fronte, una percentuale rilevante dei non utenti (il 38%) sostiene di non essere interessato a provare questi servizi in futuro, e un ulteriore 20% ha manifestato un interesse solo contenuto. Questi risultati lasciano intendere che c’è bisogno di alcune campagne di sensibilizzazione per questi servizi, se le aziende che li offrono vogliono veder crescere la loro base di clienti.
Un altro risultato interessante riguarda il possesso di un’autovettura propria: il senso di status sociale di appartenenza che in passato derivava dal possedere una macchina continua a calare. I consumatori vedono sempre di più la macchina come un mero strumento per muoversi da un posto all’altro. Ad esempio, agli intervistati è stata proposta la scelta ipotetica di poter ricevere gratuitamente un’auto o un servizio di ride hailing: i segmenti di utenza dotati di un reddito più elevato hanno indicato in modo chiaro la preferenza per il servizio rispetto al possesso, mentre quest’ultimo è ancora preferito dalle fasce di cittadini meno abbienti. Questo tuttavia sembra funzionare soprattutto per chi una macchina non ce l’ha ancora: quando è stato proposto di scambiare la propria vettura con un servizio gratuito di ride hailing, più della metà degli intervistati ha declinato la proposta.
Un’altra area dove potrebbero rendersi utili campagne di comunicazione è quella dei servizi di condivisione delle vetture di proprietà (il ride sharing vero e proprio), dove si sviluppa una forte polarizzazione delle preferenze: da un lato un terzo degli intervistati dichiara di voler aumentare molto l’uso di questi servizi nei prossimi due anni, ma dall’altro più del 60% degli intervistati ha espresso un interesse ridotto o nullo per loro.
Tra gli ostacoli all’uso del car pooling ci sono i problemi di tempo a disposizione, i timori sulla privacy e sulla sicurezza. Tra coloro che hanno sfruttato il car pooling, il 71% lo ha fatto per risparmiare denaro.
Una mobilità differenziata
I possibili sviluppi futuri sul fronte delle auto a guida autonoma lasciano immaginare già da tempo un calo, nei prossimi anni, dell’uso delle auto private e un aumento di quello del trasporto pubblico. Per questo l’indagine ha anche chiesto agli intervistati di immaginare come si muoveranno da qui a 15 anni. In media questi ultimi hanno ipotizzato di utilizzare una vettura privata il 12% in meno, un servizio di ride hailing o ride sharing il 7% in più, e il trasporto pubblico il 4% in più.
Se queste preferenze ipotizzate dovessero concretizzarsi in futuro, l’impatto dell’utilizzo condiviso dei mezzi di trasporto potrebbe quindi essere significativo, su tutta la filiera a livello sia privato che pubblico.