Nuove tegole per il segmento dell’involucro edilizio

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La ripresa degli investimenti nelle costruzioni, iniziata nel 2016, ha subito un brusco rallentamento nel 2018 per effetto della congiuntura economica negativa che ha interessato l’Italia a partire dall’estate dello scorso anno.

Le previsioni di crescita del PIL sono state costantemente riviste al ribasso sulla base dei dati negativi che provenivano da diversi indicatori, in primo luogo i consumi delle famiglie, quindi gli investimenti dei privati e delle imprese e la dinamica dello spread e del costo del denaro. La frenata dell’economia ha determinato anche una frenata degli investimenti nelle costruzioni per i quali Unicmi indica una crescita dell’1.8% per il 2018. Per il 2019 lo scenario economico generale non consente di fare previsioni superiori all’1,6% di crescita annua.

Eppure, dal 2015 l’associazione aveva rilevato un aumento degli investimenti nelle costruzioni sia per il nuovo sia per il rinnovo. Anzi, il mercato del nuovo, che oggi ha un peso secondario sul totale potrebbe, in prospettiva, tornare svolgere un ruolo importante nel garantire una ripresa dell’intero settore. Tuttavia il trend positivo delle nuove costruzioni si interrompe nel 2018, per effetto della contrazione delle spese e degli investimenti privati e per una ri-pianificazione degli impegni degli investitori.

La crescita nel segmento non residenziale è determinata dalla realizzazione di edifici destinati al terziario (uffici): si tratta di commesse di importi elevati, con uso di facciate continue, che hanno committenza prevalentemente privata e uno sviluppo pluriennale. Il dato positivo del 2019 è determinato dal contributo fornito dai cantieri iniziati nel 2017 e nel 2018. In presenza di un rallentamento economico generale, come quello che sembra profilarsi, i dati del 2019 e del 2020 sono destinati ad una significativa contrazione.

La ripresa delle nuove costruzioni residenziali iniziata nel 2016 subisce un brusco rallentamento nel 2018 che si accentua nel 2019. Il 2018 è stato un anno sostanzialmente positivo per il segmento del residenziale rinnovo (lavori di ristrutturazione edile prevalentemente legati alla piccola edilizia abitativa) con una crescita del 1,4%, questo segmento è in valore assoluto il più rilevante del comparto delle costruzioni (vale circa 50 miliardi di euro nel 2019) e determina le performance del comparto residenziale. L’indice sintetico della produzione nelle costruzioni evidenzia una tendenza positiva che è confermata dagli indici che fanno riferimento agli ordinativi e ai prezzi praticati. Negli ultimi mesi del 2018 si registra un marcato rallentamento del trend di crescita. In particolare la tendenza degli ordini e i prezzi vanno verso una situazione di stabilità e interrompono la ripresa che si poteva intuire nei primi due trimestri dell’anno. Secondo Unicmi ci troviamo in una situazione di stallo, in cui investitori e consumatori hanno deciso di procrastinare gli impegni finanziari non avendo certezze sullo sviluppo economico generale.

L’andamento delle nuove abitazioni e delle costruzioni non residenziali, stimato sulla base dei permessi a costruire rilevati dall’ISTAT, evidenzia un trend positivo nel periodo 2015-2018 (Figura 9 e 10). Nel 2018 a testimonianza che il trend di ripresa ha subito una battuta d’arresto si riscontra una sensibile diminuzione dei tassi di crescita dei permessi a costruire; per cui i valori assoluti aumentano, ma la velocità della ripresa è diminuita, specialmente per le nuove abitazioni. Per le costruzioni non residenziali la battuta d’arresto è meno significativa in quanto si tratta di progetti pianificati da tempo, che tuttavia potrebbero non trovare realizzazione se dovesse permanere il clima di incertezza economica. Il 2018 conferma una moderata ripresa della domanda di serramenti e facciate: la domanda complessiva ha superato i 4,5 miliardi di cui 2,8 miliardi nel segmento residenziale e 1,7 miliardi nel segmento non residenziale. Per il 2019 si prevede un ulteriore lieve crescita che porterà la domanda totale di serramenti a circa 4,8 miliardi di Euro. Dato interessante per i noleggiatori di mezzi di sollevamento aereo e piccola attrezzatura.

Il sostegno degli incentivi fiscali

Gli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici hanno contribuito anche nel 2018 a sostenere in modo significativo la domanda di serramenti. Nell’ultimo anno si rileva un aumento delle vendite di finestre realizzate grazie agli incentivi con un valore che supera gli 1,6 miliardi di Euro e che, secondo le proiezioni dovrebbe essere confermato nel 2019. Gli incentivi fiscali determinano il 39% della domanda totale di serramenti in alluminio per un controvalore superiore ai 580 Milioni di Euro. Nell’ultimo anno l’incidenza delle vendite realizzate con gli incentivi è cresciuta nonostante la crescita della domanda proveniente dalle nuove costruzioni. Questo evidenzia una buona capacità di penetrazione delle aziende produttrici di serramenti in alluminio nel segmento del recupero, grazie a prodotti dedicati e a politiche commerciali e di servizio adeguate alla clientela retail.

Gli incentivi sono diventati una componente strutturale della domanda di serramenti e il loro mantenimento è essenziale per accompagnare la modesta ripresa del mercato. L’eventuale rimodulazione degli incentivi fiscali, con l’inserimento di un limite alla detrazione, produrrebbe effetti estremamente negativi sulla domanda. Il tetto di prezzo proposto dal ministero (370 euro al mq, comprensivo dei costi d’installazione, IVA esclusa) è largamente inferiore al prezzo medio registrato attualmente nell’ambito degli interventi di sostituzione degli infissi (a cui si applicano le detrazioni) che si attesta (basandosi sull’analisi dei dati ENEA) a 750 euro al mq (serramenti installati, IVA esclusa), per cui questo spingerebbe una parte dei consumatori a rivedere la propria spesa spostandosi su prodotti più economici, nel contempo una parte dei consumatori rinuncerebbe alla sostituzione. Unicmi ha sviluppato una stima precisa di quello che potrebbe essere l’effetto della rimodulazione degli incentivi, ovvero una perdita di domanda di 386 milioni di Euro, pari a circa il 13% del mercato dei serramenti nel residenziale e il 25% del mercato incentivato. Questa stima va considerata prudenziale, tuttavia non tiene conto degli effetti di un rallentamento generale dell’economia, con una contrazione della spesa per consumi e investimenti delle famiglie, che produrrebbe una contrazione di almeno 1/3 del mercato incentivato.

Il mercato delle facciate continue

Dal 2014 il mercato italiano delle facciate continue ha ripreso a crescere per via di una serie di lavori di grandi dimensioni prevalentemente localizzati nelle aree metropolitane di Milano e di Roma. La crescita nel 2018 è stata significativa e ha raggiunto il 4,5%, questo dato dovrebbe essere confermato anche nel 2019 per effetto dell’avanzamento dei cantieri iniziati nel 2018. I costruttori di facciate continue sono aziende di medie e grandi dimensioni (16 milioni di Euro di ricavi medi, circa 40 aziende) che adottano un modello di business specializzato e realizzano oltre l’80% dei ricavi con le facciate continue. I costruttori di facciate operano nel segmento del non residenziale nel quale realizzano il 60% circa del proprio fatturato. Il segmento del terziario rappresenta la quota maggiore del non residenziale attestandosi al 36%. Un contributo rilevante ai ricavi delle aziende proviene anche dai lavori di recladding, ovvero di sostituzione delle facciate continue esistenti che incide, secondo le nostre stime, per circa il 26% del totale.

Una ripresa incompiuta

Nel secondo semestre del 2018 lo scenario macroeconomico generale è profondamente cambiato. Tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 si potevano identificare chiari segnali di ripresa sia dell’economia generale sia degli investimenti nelle costruzioni, con effetti positivi sulla domanda di serramenti e facciate. Le forti pressioni sullo spread e sul costo del denaro, che si sono manifestate nell’autunno del 2018, hanno contribuito alla diffusione di un clima di incertezza e hanno generato un aumento del costo del denaro con ripercussioni tangibili nel settore delle costruzioni, che opera con un elevato livello di leverage. Il rallentamento della crescita economica ha iniziato a produrre i suoi effetti nell’ultimo quadrimestre nel 2018, quando tutti gli indicatori, che pochi mesi prima identificavano una ripesa, hanno iniziato a segnalare una fase di stagnazione. La ripartenza attesa da tutti non si è manifestata o si è manifestata al di sotto delle attese, come è stato evidenziato dal deludente dato sul PIL del 2018. Per cui il 2019 sarà un anno di bassa crescita per il comparto delle costruzioni e resterà sullo sfondo un reale rischio di recessione. I dati sull’evoluzione del portafoglio commesse dei serramentisti e dei costruttori di facciate, che avevano subito un vero e proprio balzo nel 2017, sono ancora positivi, ma è diminuita la percentuale di costruttori di facciate continue e di serramenti metallici che hanno registrato un incremento dell’acquisito. Nel caso dei serramenti metallici è anche aumentata la percentuale di aziende che segnalano una contrazione delle acquisizioni per via del rallentamento del comparto residenziale.

Sulla base di questi dati, Unicmi conferma le tendenze in atto nel settore delle costruzioni e ipotizza una crescita per il 2019 del mercato dei serramenti metallici nell’ordine del 3%; per le facciate continue ipotizza una crescita nell’ordine del 4.5%. Entrambi i mercati mostrano un outlook neutro per il 2020, con tassi di crescita che potranno essere allineati a quelli riscontrati nel 2019.

Questi dati potrebbero essere influenzati negativamente in caso di contrazione della crescita economica al di sotto di quanto attualmente previsto per il 2019. In particolare preoccupa la situazione in cui si dovessero ripresentare le tensioni finanziarie sperimentate nell’autunno del 2018 con conseguente crescita dello spread e del costo del denaro. In questo caso nel 2019 difficilmente il settore dei serramenti potrebbe raggiungere una crescita superiore al 2%, mentre per il mercato delle facciate continue si profilerebbe una lieve rimodulazione con una crescita attorno al 3,5%, ma con un peggioramento significativo dell’outlook 2020. Le conseguenze sono negative anche per l’indotto, tra cui molti noleggiatori specializzati in soluzioni per questo particolare segmento del mercato delle costruzioni.

Tag dell'articolo: incentivi

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