Sono giunte negli ultimi giorni alcune notizie piuttosto negative per il noleggio, nell’edilizia ma non solo.
Il 2 novembre ha cominciato United Rentals, negli Stati Uniti, annunciando che nell’ultimo trimestre del 2008 chiuderà altre 30 filiali, oltre alle 31 già chiuse nei primi nove mesi dell’anno. 61 filiali rappresentano quasi il 10% dell’intera rete dell’azienda. I ricavi da noleggio sono diminuiti del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2007, e quelli complessivi dell’11,8%. L’azienda, che è quotata al New York Stock Exchange, ha ugualmente tagliato le proprie stime sull’utile per azione al 2008, e già da mesi sta rispondendo alla crisi tagliando le spese generali e la forza lavoro, cercando di diversificare in altri segmenti dove ci sono meno difficoltà e dirottando i beni nelle sedi dove la domanda è maggiore.
Quest’ultima mossa, in particolare, è necessaria per mantenere i tassi di utilizzo dei beni a noleggio su livelli efficienti (l’indice medio di utilizzo nel terzo trimestre si è attestato al 68%): così facendo, l’azienda riesce a parare almeno il colpo derivante dalla riduzione dei volumi di domanda, evitando che questo si sommi alla riduzione dei canoni medi (-3,4% nel terzo trimestre, -2,5% per l’intero 2008).
Il 6 novembre Hertz Equipment Rental ha annunciato una drastica riduzione dei ricavi da noleggio e dei profitti. La multinazionale americana, attiva anche in Canada, Francia, Spagna e Cina, ha annunciato un aumento dei sui canoni di noleggio, ma ha anche detto di non essere in grado di stimare attualmente come andrà la sua attività nel 2009.
Nel frattempo, il 4 novembre, l’indagine di International Rental News sulla fiducia del noleggio ha registrato a livello internazionale un crollo dell’ottimismo delle imprese del settore, in concomitanza con l’apice della crisi finanziaria internazionale. Il ‘Rental Confidence Index’ è sceso in un colpo solo del 13%, al minimo storico di 63,3 (dove 100 indica il massimo dell’ottimismo, 0 il massimo del pessimismo e 50 una lettura neutrale). Negli ultimi cinque anni era rimasto stabilmente su livelli di 70-73 punti.
Nonostante il crollo, il dato comunque indica un minimo di ottimismo, come testimonia il 35% di aziende che vuole aggiungere sedi alla propria rete, e il 51% che pianifica per l’anno prossimo espansioni di flotta. Questa percentuale, negli ultimi anni, si è attestata sull’80%, un livello difficilmente sostenibile nel lungo periodo: chi, anche tra i produttori di beni destinati a finire nelle flotte a noleggio, si è abituato a questi tassi di crescita, deve ora finalmente ricredersi, e comportarsi di conseguenza.
E in Italia?
Nel nostro paese il mercato del noleggio (soprattutto per alcuni segmenti specifici) non è ancora maturo come quello di altri paesi: la crisi c’è, ma porterà a una doverosa “pulizia” del mercato, e a un rallentamento della crescita, più che a una contrazione vera e propria.
I segnali cominciano già a vedersi: imprese di piccole dimensioni, attive in modo marginale nel noleggio di macchine per l’edilizia, si stanno accorgendo che il noleggio va gestito seriamente, o è meglio non attivarlo neppure. I grandi noleggiatori, intanto, per far fronte alla crisi, tagliano drasticamente i listini, mettendo in ulteriore difficoltà gli operatori più piccoli.
La domanda, soprattutto da imprese che vedono nel noleggio un modo per diversificare le proprie fonti di finanziamento, c’è: i noleggiatori che hanno le spalle finanziariamente forti possono approfittare della situazione per crescere. Ma anche se il noleggio chiuderà il 2008 con un aumento dei fatturati, non aspettiamoci che i profitti abbiano risultati altrettanto positivi.