Una delle domande che chi lavora nel campo dell’email marketing a volte si fa è: conviene usare o non usare un indirizzo del tipo “no-reply” nel campo da cui risulteranno provenire le nostre email commerciali?
Dopo tutto, mandarle da un indirizzo normale significa esporlo al rischio di ricevere numerose risposte (talora anche di spam o simili). Per molte aziende spesso è preferibile se i clienti o i prospect usano i moduli di contatto presenti sul sito.
Tuttavia, anche se sembra una domanda assolutamente lecita, nessuno di questi motivi è sufficiente a giustificare l’uso di un indirizzo “no-reply”.
Anzi, si tratta di una delle peggiori decisioni che, a parte forse l’acquisto di liste di contatti all’ingrosso, si possano prendere nel campo dell’email marketing.
Per verificare se si tratta di un comportamento più o meno diffuso, ho provato a dare un’occhiata nella mia casella di posta elettronica. Ho trovato centinaia di messaggi provenienti da indirizzi di questo tipo, compresi quelli di pubblicazioni famose (l’Economist, per citarne una) o aziende importanti nel campo del marketing online (Hubspot).
Davvero queste aziende non hanno a disposizione una persona che possa rispondere direttamente a eventuali risposte e richieste di clienti o potenziali clienti che ricevono comunicazioni da loro?
Perché “no-reply” non va bene
La vostra azienda, oltre a un marchio, ha una sua personalità. A prescindere dalla sua natura (giocosa o seriosa, alla mano o altezzosa), questa personalità fa parte del valore che trasmettete a clienti, fornitori e tutti coloro che entrano in contatto con voi. Quando inviate un’email dall’indirizzo “noreply” o “no-reply”, quello che state dicendo al destinatario è “non ho intenzione di leggere il tuo messaggio”.
Beh, non si tratta di un bel messaggio da dare ai propri clienti o contatti, no?
Anzi, quello che state comunicando è che il vostro servizio clienti è di scarsa qualità, perché non è interessato a rispondere alle richieste dei clienti. Il che è doppiamente un errore, perché, anche se è vero che potrebbero approfittare di un indirizzo di contatto diversi seccatori che vi farebbero solo perdere tempo, da questo ascolto però potrebbero nascere nuove idee di prodotti o servizi, o opportunità di business.
Se usato in modo creativo, sostituire il “no-reply” con un altro nome può anche essere un’occasione di marketing e comunicazione: pensate ad esempio se, invece di “noreply@acme.it” usaste una cosa tipo “clientialprimoposto@acme.it”.
Cambiate indirizzo
Può darsi che “noreply@acme.it” sia l’indirizzo di default che avete impostato con il vostro provider di servizi di posta, ma lo potete cambiare facilmente.
Non pensate che i vostri clienti non vedano questo indirizzo nelle loro caselle. I programmi che si usano per la posta elettronica sono molto vari. Alcuni mostrano l’indirizzo email, altri sia quest’ultimo che il nome del mittente. Partite dal presupposto che i vostri clienti vedano tutto, e scegliete un nome adatto all’immagine che volete trasmettere.
P.S.: se non siete d’accordo con quanto ho scritto in questo post, usate i commenti qui sotto, oppure scrivete a no-reply@rentalblog.it.