Alcune terminologie entrano talvolta improvvisamente in circolo con estrema facilità, diventando rapidamente di uso troppo comune; la conseguenza è che spesso vengono utilizzate in maniera smodata anche da chi non ne comprende appieno il significato, perdendo la forza intrinseca di ciò che rappresentano.
Tralasciando le aberrazioni semantico-lessicali per le quali ognuno prova le proprie idiosincrasie perché dilagano fastidiosamente nel linguaggio quotidiano – per quanto mi riguarda il famigerato “piuttosto che” disgiuntivo (utilizzato nel senso di “o”) che mi provoca irritazione come poco altro, al pari di “dadolata” o “resilienza” ormai usate fino alla nausea – molti concetti nati come descrizione precisa di un qualcosa di specifico hanno ormai perso il loro significato, vituperati da un utilizzo massiccio e spesso a sproposito.
Ridare senso al termine Industria.0
E’ il caso, ad esempio, di “Industria.0”: nato circa un decennio fa in Germania per identificare le principali nuove tecnologie informatiche che avrebbero interessato l’intero ciclo manifatturiero dalla progettazione (realtà aumentata, realtà virtuale) alla produzione (robotica, intelligenza artificiale) passando per le infrastrutture IT o di analisi (IoT, Big Data, Cloud), di connettività (teleassistenza), logistica (RFID, droni), manutenzione (wearable e app) eccetera, il termine è stato via via deformato nel suo senso con l’identificazione di qualcosa di vagamente futuribile o tecnologicamente avanzato, ed è pertanto usato ormai in qualsiasi contesto o convegno, anche senza nesso logico. In tutto questo calderone omnicomprensivo si rischia però di perdere la percezione delle cose; un fatto evidente, ad esempio, è che le realtà aziendali cominciano ad andare pericolosamente a due velocità: chi ha deciso di accedere allo sviluppo delle soluzioni e applicarle gradualmente da una parte, chi è rimasto ancora al palo in attesa di fare una scelta dall’altra.
Il mondo del noleggio italiano, probabilmente per via delle sue variabili dimensionali e organizzative, salvo rari casi si è sentito solo sfiorato da questi cambiamenti e molte delle aziende del settore, impaurite dalle incognite dell’inoltrarsi in investimenti non ancora metabolizzati, sono rimaste cronicamente nella seconda categoria. Solo l’automotive, sulla spinta dell’evoluzione dei sistemi di telematica e per via della sua larga base di utenti, nonché per il suo DNA industriale, sta procedendo in modo razionale, con vantaggi per tutti i soggetti coinvolti – che nell’accezione di una filiera più ampia comprende, oltre ai costruttori di veicoli e ai fleet manager, anche noleggiatori, driver e assicurazioni.
Per tutti gli altri è forse il caso di tornare a razionalizzare la visione, per renderla più nitida, cominciando a comprendere i vantaggi dell’Industria.0 applicabile ai singoli processi delle attività quotidiane del noleggio, alzando lo sguardo verso le necessità evolutive del settore ma anche di quelle della propria realtà, allo scopo di investire con chiarezza in infrastrutture informatiche che facciano risparmiare risorse (tempo, soprattutto), progredire e che sappiano costruire valore per sé e per la propria clientela. Valore che sarà venduto, s’intende, non valore da bruciare nuovamente in sconsiderate attività di competizione basate esclusivamente sulla riduzione dei canoni.
Quali sono le principali tecnologie abilitanti e i campi applicativi che appartengono alla Quarta Rivoluzione Industriale, in cui la digitalizzazione e la cosiddetta tecnologia liquida (inserite nel contesto dell’economia circolare di cui il noleggio è parte) possono apportare valore e vantaggio competitivo già nell’immediato a un’azienda di noleggio?
Internet of Things
La IoT prende corpo nel 1999 e descrive un sistema in cui Internet viene connesso al mondo fisico tramite una rete di sensori. Ogni dispositivo è identificato da un indirizzo IP e scambia dati senza l’intervento umano. Pensiamo ad esempio alla tecnologia RFID applicata ai magazzini oppure per targettizzare e patrimonializzare gli elementi tecnici in dotazione a un noleggiatore (mezzi, accessori, eccetera), a identificarne movimenti, allocazioni e perfino l’usura. La IoT è un paradigma in cui la comunicazione è estesa tra uomo e macchine: attualmente i sistemi connessi nel mondo sono circa 15miliardi, nel giro di due anni supereranno i 50miliardi. Dato l’alto grado di funzionalità nell’aggregare macchine, sistemi e reti intelligenti, in grado di fare diagnosi e previsioni (immaginate la manutenzione predittiva delle macchine) il suo concetto si sta evolvendo in Internet of Everything (IoE).
Big Data
La IoT avanza anche sulla spinta di nuove tecnologie, dispositivi connessi e volumi crescenti di dati scambiati (Big Data), spazi in Cloud, Reti veloci, Mobile app, protocollo Bluetooth Low Energy, eccetera. Anche la tecnologia wireless si sta evolvendo nel creare link di comunicazione a lungo raggio (LoRa). La stessa RFID è fondamentale per attivare percorsi di tracciabilità e rintracciabilità associati all’identificazione univoca. Immagino si possa cogliere immediatamente l’importanza dei Big Data nelle diverse fasi di gestione dei processi di un noleggiatore: dal sapere cosa fanno e cosa vogliono i clienti a conoscere in ogni momento dove sono i propri mezzi e tutto quanto è identificato e trasmesso tramite connessione.
Il tema dei Big Data si amplia all’elaborazione delle informazioni dei processi contabili e di comunicazione, nelle analisi dei dati disponibili (traffico sul sito, sentiment…) e pertanto ha già creato delle singole evoluzioni: dal Web Listening (ascolto della Rete) ai Digital Workplace (scambio di informazioni aziendali tra collaboratori in ogni luogo e in ogni momento) alla gestione di privacy e sicurezza. In questo ultimo caso, sul lato Safety, i Big Data consentiranno controlli di sicurezza adattivi basati sul rischio e sui modelli di auto apprendimento e pertanto si sfocia in un’altra necessità-opportunità del noleggiatore del futuro: la formazione tecnica interna e da erogare come servizio alla clientela.
Sul lato Security, tutta questa massa di dati dovranno essere protetti e collocati in posizioni chiave dell’infrastruttura informatica affinché non vengano divulgati o siano facilmente accessibili a persone non autorizzate a trattarli. In questo senso interviene l’universo ormai sdoganato del Cloud computing, che permette di elaborare, memorizzare e archiviare dati grazie all’uso di risorse hardware e software distribuite nella Rete. In ottica Cloud, ritorna evidente l’importanza di una digitalizzazione dell’azienda che consenta facile accesso, a chiunque sia autorizzato, da ogni parte del mondo, consentendo ad esempio applicazioni remote di manutenzione preventiva e predittiva.
La nostra riflessione, per il momento, si ferma qui. Nei prossimi articoli dedicati all’argomento cercheremo di focalizzare le applicazioni e gli aspetti aziendali in cui questa ampia massa di tecnologia, che si adatta a numerosi ambiti di gestione di un’azienda di noleggio, diventa cruciale: dalla gestione e sviluppo del personale, alla teleassistenza e telecontrollo, alla customer experience nella relazione con i clienti. Se si possono immaginare situazioni di Ambient Intelligence (in cui, ad esempio si osservano le attività degli utenti aiutandoli ad adattarsi, a imparare e interagire con le macchine) e quali sono le più utili. Inoltre, identificare come i dispositivi di Realtà Aumentata e Realtà Virtuale possono facilitare l’evoluzione di segmenti di servizio per segmenti di clientela, forse uno dei temi più importanti nella gestione dell’azienda di noleggio come Smart Factory del prossimo futuro.
Che è già alle porte.