Un recente articolo di commento di Kevin Appleton, pubblicato sul sito International Rental News, affronta il tema dell’uso di Internet per la vendita dei servizi di noleggio.
L’autore, partendo dalle performance dell’eCommerce nel Regno Unito e dalle proprie esperienze personali nel campo dello shopping online, procede a tracciare uno scenario attuale, e futuro, della vendita su Internet anche per i servizi di noleggio.
L’ipotesi che il web diventi un canale di vendita del noleggio, secondo Appleton, diventa sempre più reale man mano che passa il tempo. Il paragone con Amazon, gigante del retail partito come semplice sito di vendita di libri, spinge a pensare: quando succederà una cosa del genere al noleggio?
La situazione attuale non è così evoluta come nel settore dello shopping: per questo Appleton procede a individuare quattro modelli, più che di business, di rapporto dei noleggiatori con l’eCommerce:
- Gli integrati. Sono le pochissime aziende che lavorano più o meno al 100% online dopo aver creato una struttura di vendita e servizio “tradizionale” (ossia possiedono le macchine e i depositi). Grazie all’assenza di una rete di venditori queste aziende, per lo più piccole e americane, hanno un vantaggio di costo. Offrono però il noleggio solo di strumenti e macchine “semplici”, ben note ai clienti.
- I broker. Sempre più comuni, questi siti organizzano l’offerta di altre aziende, e vengono remunerati a commissione. Non investono nelle macchine, e anch’essi offrono a noleggio prodotti in cui il cliente ha già una buona esperienza.
- I multicanale. Sono i noleggiatori tradizionali che hanno affiancato il canale online a quelli più tradizionali del telefono o della filiale. Possono per questo godere di economie di scopo, sfruttando questo ulteriore canale per il noleggio delle proprie macchine, ma al contempo presentano una struttura di costi più pesante. Sono avvantaggiati nel noleggio di strumenti complessi che richiedono un maggiore servizio informativo al cliente.
- Gli zombi. Sono i noleggiatori che sperano che questa moda di Internet prima o poi sparisca. Non possiedono le competenze o le capacità per lavorare online. Secondo Appleton sono destinati a diventare i fornitori di noleggio per i broker, e per questo sempre più alla mercé di questi ultimi.
Secondo Kevin Appleton, quindi, nel lungo periodo il mercato del noleggio va verso la competizione dei primi due modelli per i noleggi più semplici, e verso il terzo per le macchine più problematiche. Ma l’evolversi della tecnologia, ad esempio anche sul fronte dell’analisi dei cantieri di lavoro, rischia di concretizzare sempre di più questo scenario, per ora un po’ futuristico, in cui il canale online è quello prevalente.
Realtà o utopia?
Il punto di vista di Kevin Appleton è sicuramente influenzato dal paese in cui lavora e vive: il Regno Unito è di gran lunga il primo mercato per l’eCommerce di tutta Europa, ai primi posti al mondo per volumi venduti dopo USA e Cina. Questo per tutta una serie di motivi: dalla lingua, che facilita l’importazione di siti e modelli di business dagli USA, a un’ottima diffusione della rete a banda larga e mobile; dalla presenza di buoni servizi di consegna a un’economia più libera e favorevole alle start-up, fino a, diciamocela tutta, un clima per lo più orribile e orari di apertura dei negozi che, specie in passato, non favorivano una piacevole esperienza di shopping.
Tuttavia lo scenario dipinto da Appleton (del quale è anche innegabile la vastissima esperienza nel mondo del noleggio), per quanto più credibile tra alcuni anni che non oggi, ha decisamente senso: man mano che i servizi di commercio elettronico prendono piede presso i consumatori, ciò che è comune nella vita di tutti i giorni facilmente poi diventa uno strumento anche per il lavoro, anche se il rapporto coinvolge non un’azienda e un consumatore, ma due aziende (come nel noleggio B2B). Non è così balzana, in altre parole, l’idea di acquistare servizi di noleggio online: nell’autonoleggio a breve, ad esempio, si fa già da un po’ di tempo.
Anche nel nostro Paese, pur con i nostri ritardi cronici e la lentezza geologica di evoluzione, Internet si diffonde sempre di più, come strumento di raccolta di informazioni, recensioni e commenti, e sempre più anche di acquisto. Secondo il Politecnico di Milano, già nel 2014 l’eCommerce si stava diffondendo in settori fin ad allora rimasti poco coinvolti (alimentari, design e arredamento); nella Grande Distribuzione, in un contesto in cui, fino a pochi anni fa, solo un operatore era rimasto attivo nella vendita online (e per di più solo nel Nord e Centro Italia) ora è tutto un fiorire di iniziative multicanale che cercano di integrare la vendita online con quella nei negozi.
Anche se, rispetto a mercati come quello del Regno Unito, siamo ancora lontani anni luce.
Per questo ora la parola è a voi, cari lettori: secondo voi lo scenario descritto da Kevin Appleton è un’utopia irrealizzabile? O una visione concreta a cui state già lavorando?
Un’ipotesi a cui forse si arriverà tra decenni? O una realtà che riguarderà il noleggio prima di quello che ci aspettiamo?
Come sempre, fatecelo sapere nei commenti qui sotto.