Tutti i paesi e i popoli del mondo hanno i loro problemi. Per noi italiani è la piaga dell’ananas sulla pizza (orrore!), per i francesi è il fatto che tutto il resto del mondo si ostina a non parlare in francese, mentre per i canadesi, beh, per loro il problema è la mancanza di portieri per giocare a hockey!
Intendiamoci, la cosa è comprensibile: quanti di noi quando giocano a calcetto amano fare il portiere e non vorrebbero giocare in avanti per nessun motivo? Se sommate a questo il fatto che in Canada l’hockey su ghiaccio è lo sport nazionale, come il calcio da noi, ecco spiegato il successo dei portieri di hockey… a noleggio.
Eh, sì, perché l’ultima moda canadese in fatto di App per il cellulare è costituita da quelle che ti consentono di trovare un portiere per la tua squadra.
Come riporta la CBCNews di Montreal, sempre più appassionati di hockey si rivolgono ad App e siti web come GoalieUp, che mettono in contatto i portieri della zona con le squadre locali alla ricerca di un ultimo uomo per la partita dell’ultimo minuto.
C’è anche chi, come il cinquantunenne Jacques Gravel, grazie a questo servizio è riuscito a raggranellare qualche dollaro durante un periodo di nove mesi di disoccupazione qualche anno fa, giocando talvolta anche due partite al giorno e ricevendo fino a 40 dollari per ogni prestazione.
Anche se, ovviamente, sono l’amore per questo sport e la volontà di mettersi a disposizione per gli altri, e non il denaro, ad averlo spinto a questa carriera di portiere part-time. Senza contare che, spesso, nell’hockey il portiere è il giocatore più importante, e per questo viene salutato con rispetto e apprezzamento quando arriva nello spogliatoio.
Un servizio diffuso
L’App GoalieUp è stata creata dal portiere di Montreal Mark Manning, che per primo ha pensato di proporsi come goalkeeper a noleggio quando era uno studente senza lavoro. Il servizio all’inizio si basava su SMS, ma oggi conta 2.000 portieri in tutto il Canada (e anche negli USA), di cui 7-800 nella zona di Montreal.
Quello della carenza dei portieri è da sempre un problema dell’hockey. Il portiere è infatti un ruolo difficile dal punto di vista fisico e mentale: questo giocatore è l’ultima difesa contro un disco di gomma che viene lanciato a velocità fortissima: occorrono flessibilità e riflessi senza pari, oltre che un grande coraggio. Senza contare il costo dell’attrezzatura, che supera quello della dotazione degli altri giocatori. Non per nulla, tutte le leghe locali di hockey hanno elenchi di portieri disponibili per le partite, anche se queste vengono sempre più spesso soppiantate da servizi più moderni come GoalieUp o Puck, un’App analoga che lavora soprattutto nella zona di Ottawa.
Le App fanno pagare alla squadra 40 dollari di base, di cui una quota va al portiere. Sono previsti anche degli extra in caso di supplementari o delle quote aggiuntive per le richieste dell’ultimo minuto o le partite che iniziano a tarda ora. Il funzionamento delle App è simile, anche se GoalieUp prevede ancora il ruolo di persone in carne e ossa nell’assegnazione dei portieri alle squadre che ne hanno bisogno, mentre Puck usa un sistema di valutazione e feedback degli utenti, come fanno Uber, Airbnb e altri servizi della sharing economy. Puck presenta anche prezzi leggermente diversi da città a città, per rispecchiare il prezzo più alto del parcheggio e del noleggio delle piste ghiacciate.
Le App della sharing economy vengono quindi in soccorso degli sportivi canadesi, per risolvere un problema che sembra davvero molto speciale, e che solo in un paese come il Canada si sarebbe potuto verificare.