Quanto cresce veramente il noleggio in edilizia? Ognuno lancia i suoi dati, ognuno con i suoi motivi: le associazioni per darsi smalto e cercare nuovi clienti e i noleggiatori per fare immagine. Pare che tutti siano d’accordo sul 20%. Ma sarà davvero così?
Se infatti ha un senso diffondere le proprie singole performance di fatturato, soprattutto quando la società è visibile sul mercato e sottoposta a un giudizio obiettivo (lo fa esplicitamente Mendes Migotto di Venpa a IRN), non ha invece nessun valore esprimere con una percentuale una sintesi del mercato nel suo insieme. A meno che non si rendano omogenee le cifre e le fonti, le quali devono rappresentare il mercato nel suo insieme, poi si misuri il valore reale in maniera costante nel tempo.
Ad esempio, CGT, che opera da anni e con un parco macchine consolidato (oltre 1300 mezzi) non potrà certo crescere in termini percentuali come il suo competitor Liebherr Noleggio, che incrementa a doppie cifre perché i numeri assoluti sono diversi essendo la unit business di più recente introduzione.
Facciamo un altro esempio: se un noleggiatore fattura 100 milioni di euro e l’anno dopo 102 milioni, il suo incremento percentuale sarà “solo” del 2%, ma in valore assoluto la crescita è di 2 milioni. Il suo competitor, che fatturava invece 500 mila euro, ora ne fattura 1 milione (crescita percentuale del 100%).
Abbiamo ora due possibilità per esprimere tali valori:
- In termini di parametri percentuali: 100% più 2% diviso 2 uguale: 51%
Questo è probabilmente il metro di misura adottato da quanti diffondono dati per attirare attenzione su di sé (qualche associazione, qualche centro di ricerca che valuta il mercato in proiezioni).
- In termini di valori reali: 103 meno 100,5 = 2,5 e cioè un incremento percentuale del 2,48%
Questo è sicuramente il sistema più corretto, ma pressoché impossibile da monitorare costantemente, a meno di uno sforzo mastodontico di ricognizione che nessuno è ragionevolmente in grado di sostenere.
Naturalmente sono esempi limite, ma non lontani dai mezzi usati oggi per esprimere i valori del noleggio in edilizia.
Chi sceglie di perseguire il più possibile il secondo metodo piuttosto che il primo dimostra di avere un interesse reale a capire il mercato e non invece il personale interesse mosso da ansie da strombazzo.
Per crescere, per farsi bene i propri budget, per non soffocare in un espansionismo non sostenuto da dati reali, una società di noleggio ha sicuramente bisogno di dati certi, o almeno approssimati nel modo più vicino possibile ai valori reali. Nessuno si avvantaggia con le percentuali spannometriche sparate a caso.
Prendiamo l’esempio dalla crisi finanziaria attuale: i valori reali sono stati gonfiati con operazioni derivate per produrre finanza che alla fine si è dimostrata carta straccia.
Anche alcuni noleggiatori che si sono affidati ad analisi superficiali e sono cresciuti senza logica ci hanno però lasciato le penne.