Aumentano i costi per le aziende di noleggio

Uno degli effetti più evidenti degli sconvolgimenti che hanno investito lo scenario economico internazionale dopo l’invasione dell’Ucraina è stato l’aumento vertiginoso dell’inflazione.

In Italia, ad esempio, lo scorso ottobre il fenomeno inflattivo ha fatto registrare un aumento medio dei prezzi dell’11,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Un dato che ben evidenzia il forte aumento dei costi a cui negli ultimi mesi sono dovuti andare incontro nel quotidiano privati e aziende, con tutte le conseguenze negative che è facile dedurre.

Il discorso riguarda ovviamente anche le aziende di noleggio che, nonostante un mercato ancora positivo, rischiano di andare incontro a conseguenze molto pesanti.

Per frenare l’inflazione, infatti, la Banca Centrale Europea (come anche le altre maggiori banche centrali) è intervenuta aumentando a più riprese i tassi di interesse correnti.

Che cosa sono i tassi di interesse e perché sono importanti

I tassi di interesse sono i tassi a cui le banche centrali prestano denaro alle altre banche.

Semplificando e utilizzando un’espressione comune, possiamo affermare che questi tassi rappresentino di fatto il costo del denaro, e il loro aumento è lo strumento principale a disposizione delle banche centrali per contrastare i fenomeni di inflazione e ridurre il loro impatto negativo sulle finanze (e sulla vita) di lavoratori e imprese.

L’obiettivo della BCE e della Federal Reserve, ad esempio, è tenere sotto controllo l’inflazione tecnica, e questo lo si fa rendendo il denaro più caro.

Le conseguenze sull’economia non sono una priorità per le banche centrali, ma lo diventano per imprese e cittadini.

Per quanto (quasi) tutti beneficino della riduzione del fenomeno inflattivo, l’aumento dei tassi di interesse ha quindi delle conseguenze più o meno indirette che possono avere esiti anche molto negativi per le imprese che ne sono coinvolte.

Le aziende di noleggio (ormai lo avrete capito) sono tra queste, per giunta in pole position, facendo spesso da cuscinetto con chi non ha più liquidità da investire.

L’aumento dei tassi di interesse imposti dalle banche centrali comporta per forza di cose un aumento dei tassi di interesse richiesti dalle singole banche e dagli altri istituti di credito ai propri clienti, necessario per assorbire l’aumento a cui sono andati incontro questi soggetti finanziari in prima battuta.

A oggi, i tassi di interesse della Banca Centrale Europea sono ai livelli più alti registrati dalla crisi del 2008, e ulteriori aumenti sembrano essere in arrivo.

Che cosa significa questo per le aziende di noleggio

Secondo gli osservatori, l’aumento di questi tassi accrescerà i costi per l’acquisto di mezzi e attrezzature finanziate con forme di prestito o leasing a livelli che non si vedevano sempre dalla crisi finanziaria del 2008.

Per le aziende di noleggio, questo si traduce in un aumento delle spese direttamente proporzionale alla quantità di mezzi acquistati con queste modalità per ampliare o rinnovare la propria flotta.

Considerando che queste sono le modalità di acquisto più diffuse per i noleggiatori, specialmente considerando gli acquisti pianificati in un’ottica di rinnovamento continuo del parco, gli effetti negativi sulle finanze delle aziende di noleggio potrebbero essere altissimi.

Per fornire un esempio concreto, International Rental News ha svolto il calcolo che vi riportiamo di seguito.

Considerando che al momento, per i crediti rateali, le banche stanno quotando i tassi di interesse attorno all’8/9 per cento (rispetto al 3/4 per cento dell’anno scorso), i pagamenti annuali degli interessi per l’acquisto a rate di un escavatore da – poniamo – 180 mila euro ammonterebbero oggi a circa 14.500 euro all’anno contro i circa 5.000 a cui sarebbero ammontati l’anno scorso.

Per le aziende di noleggio che acquistano nuove macchine anche nell’ordine delle centinaia, i costi aggiuntivi dovuti all’aumento degli interessi possono arrivare sulla carta a essere anche nell’ordine dei milioni.

A questo si aggiunge la diminuzione fisiologica della domanda e l’aumento delle flotte per via delle consegne attuali dei mezzi acquistati oltre un anno fa.

Quali saranno le conseguenze sul mercato

Le più recenti analisi di European Rental Association avevano già evidenziato un calo sensibili delle intenzioni di investimento dei noleggiatori europei.

Se in situazioni come quella italiana il calo poteva essere attribuito a fattori specifici come la fine degli incentivi, da un punto di vista più ampio la causa generale era comunque l‘incertezza economica che caratterizza questo periodo, di cui l’inflazione e quindi il conseguente aumento dei tassi di interesse sono una delle cause principali.

Verrebbe facile immaginarsi quindi un proseguimento e un ulteriore rafforzamento di questo trend, ma la situazione non è necessariamente così lineare come sembra.

La domanda del mercato, infatti, dovrebbe continuare a rimanere sostenuta, e così la necessità dei noleggiatori (specialmente di quelli meno strutturati) di ampliare il proprio parco mezzi per farne fronte.

Allo stesso tempo, chi non è riuscito a rinnovare abbastanza il proprio parco mezzi negli ultimi due anni a causa dei problemi della supply chain rischia di rimanere fortemente penalizzato dagli aumenti dei costi che caratterizzeranno questo periodo.

Ne sarà meno colpito chi aveva già avuto modo di pianificare e realizzare per tempo il rinnovamento del proprio parco, che potrà così contare sulla possibilità di offrire mezzi nuovi o comunque molto giovani ancora per qualche anno, in attesa che la situazione generale migliori.

Visto che questa condizione appartiene soprattutto alle società più strutturate, è lecito aspettarsi per i prossimi anni un ulteriore aumento del divario nella qualità del servizio offerto rispetto alle aziende di noleggio più piccole, e quindi della crescita dei ricavi e delle quote di mercato che teoricamente ne consegue.