Spiragli di luce tra le macerie
Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, San Pio, Villa Sant’Angelo, Fossa, Ocre, San Demetrio ne Vestini, Paganica, Onna… Un lungo elenco di frazioni che, oltre al capoluogo abruzzese, hanno visto crollare, insieme a gran parte delle strutture, anche molte delle loro speranze. Ma anche un lungo elenco di sfollati che si sono dovuti gestire in tempi brevissimi e sotto il peso dell’emergenza, tra scosse di assestamento ancora in corso e avverse condizioni meteorologiche.
Per molti di loro il nuovo tetto è tuttora un modulo Algeco.
Temporanei per vocazione, solidi, sicuri e di qualità per filosofia aziendale, i moduli Algeco hanno rappresentato la soluzione più immediata e affidabile per far fronte alle necessità di migliaia di senzatetto.
Per Algeco il sisma in Abruzzo è stato e continua ad essere un evento che l’azienda ha preso a cuore e che ha vissuto attivamente in una concatenazione di “avventure” spesso ai confini dell’impossibile.
Vito Amati, direttore commerciale e marketing dell’azienda, ripercorre quelle ore di febbrile attività.
Fin dall’inizio – spiega Amati – abbiamo cercato di rispondere con la massima efficienza e tempestività alle richieste incessanti della Protezione Civile e delle Pubbliche Amministrazioni. I problemi che abbiamo dovuto risolvere erano naturalmente molti e di varia natura: gestire l’urgenza, soddisfare la necessità di un enorme quantitativo di moduli, affrontare le difficoltà di trasporto con i nostri camion che si addentravano in paesi quasi completamente rasi al suolo, a ciclo continuo, ventiquattro ore su ventiquattro… Tutte le nostre filiali sono state coinvolte, in un comune gioco di squadra all’insegna della solidarietà, per poter soddisfare il gran numero di richieste: nella fase della prima emergenza sono stati forniti soprattutto sanitari quali bagni e docce, seguiti da un numero infinito di moduli ad uso abitativo da adibire a ospedali provvisori, scuole, uffici, mense e dormitori.
Qual è stato il valore aggiunto delle vostre soluzioni, in un caso di emergenza estrema di questa entità?
La capacità di poter fornire grandi quantitativi di moduli in tempi brevissimi, la tempestività di intervento, la qualità del prodotto e del servizio, oltre alla disponibilità a risolvere qualsiasi problema di ordine tecnico e logistico. Tutti fattori che ci hanno collocato in una posizione privilegiata e ci hanno fatto individuare come interlocutore principale per moltissimi clienti istituzionali e anche privati.
Quindi i vostri moduli sono stati chiesti non solo gli enti pubblici, ma anche direttamente dalla gente comune… Come vi siete mossi nei confronti di questa particolare tipologia di utenti, per voi inedita?
Devo ammettere che l’emergenza in Abruzzo ha in un certo senso rivoluzionato completamente il nostro modus operandi. Per policy aziendale il cliente privato era un target che non avevamo mai preso in considerazione. La drammaticità dell’emergenza e la straordinaria richiesta di moduli, anche da parte dei privati che preferivano abitare in una nostra struttura piuttosto che condividere con altri senzatetto la vita nelle tendopoli, ci ha imposto un riesame di coscienza e uno strappo alle regole. Invece di rimanere ancorati alla rigidità delle strategie aziendali, abbiamo preferito sposare lo spirito di solidarietà delle centinaia di volontari che lavoravano al nostro fianco.
Nate come provvisorie, quante di queste strutture temporanee sono destinate a diventare invece definitive?
Per il momento è difficile dirlo. Analizzando però quanto avviene spesso nel mondo della scuola o della pubblica amministrazione, i moduli inizialmente utilizzati come temporanei, risultano talmente funzionali, sul piano operativo e estetico, che il passaggio al definitivo è spesso quasi automatico.
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