Lavori stradali a rischio per il caro materiali

La ripresa del settore dell’edilizia e dei lavori stradali è messa in dubbio dal forte rialzo dei costi delle materie prime e dell’energia. Così si rischia di bloccare un comparto che si era appena risvegliato dopo anni di crisi e di costante assenza di investimenti in manutenzione e in nuove infrastrutture.
È il grido di allarme lanciato da SITEB – Strade Italiane e Bitume, in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Draghi, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Franco, al Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti e al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Giovannini.
Nella lettera sono contenute alcune proposte scaturite dall’osservazione sul costo del bitume (prodotto di derivazione petrolifera essenziale per la costruzione e la manutenzione delle strade e non solo) che da gennaio è aumentato del 40 per cento.
Per evitare che il caro materiali produca più danni alle imprese di quelli prodotti del COVID negli ultimi due anni, l’associazione suggerisce di prevedere anche per il secondo semestre 2021 il meccanismo promosso dal Governo per la compensazione dei costi dei materiali da costruzione che hanno subito un incremento superiore all’8 per cento.
Un problema complesso
L’energica ripresa dell’attività in edilizia (stimolata dai provvedimenti governativi riguardanti le agevolazioni per i lavori di riqualificazione energetica e sismica degli edifici) e dei lavori di manutenzione stradale si sta scontrando da alcuni mesi con l’incremento dei costi delle materie prime. A questo si somma anche la carenza sistematica dei prodotti necessari per eseguire i lavori. A mancare sono soprattutto le materie prime di derivazione petrolifera, ma non solo. Una situazione che si è ulteriormente complicata dalla fine dell’estate.
Al rialzo dei prezzi sono andati infatti a sovrapporsi, a partire da settembre, incrementi inimmaginabili del petrolio e dell’energia elettrica che registra aumenti del 60 per cento e termica (il costo del gas è più che raddoppiato). Tutto questo si tramuta in grosse difficoltà di gestione dei cantieri avviati, sia in termini di avanzamento lavori, che di aggiornamento dei prezzi in corso d’opera.
Il problema investe molti materiali da costruzione (acciaio, plastiche, cemento) e in particolare il bitume, prodotto di derivazione petrolifera, che dall’inizio dell’anno è aumentato di circa il 40 per cento. Un boom che si riflette inevitabilmente sull’edilizia civile e industriale. Qui il bitume è utilizzato come impermeabilizzante per i tetti sotto forma di membrana bituminosa, ma anche nel comparto stradale che si era appena risvegliato dopo lunghi anni di crisi causato dall’assenza di investimenti in manutenzione e nuove infrastrutture.
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