Il noleggio veicoli nel 2018 e prime indicazioni sul 2019
Pubblichiamo un primo resoconto di quanto presentato ieri da Massimiliano Archiapatti, Presidente di Aniasa. Gli spunti dell’evento sono stati numerosi e interessanti, ci ritorneremo tra qualche giorno per parlare di mobilità condivisa e sostenibile e auto connesse.
Il mercato dell’auto in Italia nel 2018, dopo quattro anni di risultati positivi, ha visto fermarsi la ripresa in atto, registrando un calo delle immatricolazioni pari al 3,3%; esito negativo inizialmente non previsto, che allontana dal traguardo dei 2 milioni di immatricolazioni. A un primo semestre a corrente alternata è seguito un secondo connotato decisamente dal segno meno, che ha portato privati ed aziende a ridurre, rispettivamente, del 2,4% e del 9,3%, e il noleggio a conseguire comunque un nuovo record.
Un altro record per il noleggio, ma spuntano nubi all’orizzonte
Dopo il boom del primo semestre 2018 (con aumenti fino al 20%), dall’autunno scorso il noleggio ha ridotto la velocità, archiviando comunque un nuovo primato. I dati complessivi di fine anno indicano una flotta sopra il milione di veicoli, un fatturato in deciso aumento, arrivato a 6,8 miliardi di euro (+10%) e un record di immatricolazioni di auto e veicoli commerciali, che costituiscono ormai stabilmente quasi il 25% del mercato nazionale.
Un anno difficile da interpretare in cui le recenti regole WLTP hanno influito sul business, così come la campagna anti-diesel, con un pressante rinnovo degli stock da parte delle case e una successiva decelerazione delle immatricolazioni. A ciò si è aggiunta una diminuzione degli indici di fiducia di famiglie ed aziende con l’instaurarsi di un collegiale momento di attesa sugli sviluppi congiunturali. Incertezza economica e politica hanno frenato il trend di crescita degli ultimi anni.
Anche i dati relativi al primo trimestre 2019 hanno evidenziato lo sviluppo dell’intero settore, con un giro d’affari che rispetto al 2018 è cresciuto del 9%, una flotta arrivata a 1.030.000 mila unità. Evidente tuttavia la riduzione delle immatricolazioni che sono passate da 161mila a 138mila unità, con una quota sul mercato automotive nazionale che nel cumulato trimestrale è del 25,2%.
Il noleggio veicoli è ormai entrato nei meccanismi decisionali del cliente di mobilità ed è diventato una formula sempre più agevole per ogni tipo di necessità sia privata, che collettiva o aziendale. Le scelte dei fleet manager di 77mila aziende di ogni dimensione e comparto, di 2.900 PA, a cui si aggiungono i 5,3 milioni di contratti annui per esigenze a breve termine ed i quasi 50mila contratti a medio-lungo termine per i privati, nonché i 12 milioni di car sharing, confermano l’utilità ed i vantaggi della formula, sempre più parte dello stile di vita degli italiani.
La grande novità del mercato del noleggio a lungo termine riguarda i privati (automobilisti senza partita IVA) che sempre più spesso preferiscono abbandonare la proprietà del veicolo per affidarsi ai servizi del noleggio long term. Dai 25mila contratti targati 2017, questo canale è arrivato ai 40mila di fine 2018 e a fine 2019 si prevede supererà quota 50mila.
Il tema-problema delle alimentazioni
Dallo scorso anno l’anatema sul diesel è diventato virale: nel 2018 le immatricolazioni di veicoli a gasolio hanno segnato una contrazione generale di oltre il 12%. Calo continuato nel primo trimestre di quest’anno, che ha portato la quota di incidenza dal 55% al 44%. Lo scorso anno il noleggio nel suo complesso ha immatricolato per il 70% veicoli a gasolio, qualcosa in meno rispetto al 2017, mentre si è riscontrata una più decisa diminuzione dei veicoli a benzina.
Un calo di cui si sono avvantaggiate le alimentazioni alternative, che complessivamente hanno raggiunto circa 33mila unità (per una quota del 7,5%), quasi il doppio rispetto al 2017. Le percorrenze medie delle flotte sono elevate, tra i 26-28mila chilometri l’anno, e i costi nonché il consumo indirizzano ancora verso il diesel, in quanto ad oggi non esistono valide alternative economiche, specialmente per i segmenti medi ed alti (il 60% del parco). E poi, considerati gli obiettivi di efficienza e di sicurezza della flotta, il diesel risulta ancora la scelta migliore; senza dimenticare la limitata produzione di CO2, parametro su cui le imprese fondano i propri obblighi ambientali.
Spicca per percentuali il boom dell’elettrico a noleggio, un aumento del 150% in un anno, che ha portato a 2.800 nuove vetture; numeri ancora contenuti per la realtà delle nostre strade dove circolano circa 13mila veicoli ‘alla spina’, a fronte dei 38 milioni con altre alimentazioni. C’è ancora molta strada da fare, ma i costi dell’elettrico scenderanno e cominciano a vedersi più colonnine. Il noleggio, con quasi il 60% del totale immatricolazioni, può dare un forte contributo come principale volano della svolta elettrica.
Blocchi del traffico e divieti di circolazione anche per veicoli Euro 6 sono misure surreali che rischiano di influire negativamente sull’economia di imprese e famiglie. Il miglioramento della qualità dell’aria dipende oggi dalla velocità di ricambio del parco circolante attraverso le tecnologie motoristiche più avanzate. Allo stato, al contrario delle intenzioni e con il generalizzato calo delle immatricolazioni diesel, sta invece aumentando il livello di CO2 in tutti i Paesi EU. A ciò si aggiunge che i provvedimenti e le dichiarazioni immotivate contro il diesel rischiano di compromettere economicamente la collegata filiera industriale, fiore all’occhiello dell’imprenditoria nazionale ed europea, con conseguenze (purtroppo anche sotto l’aspetto sociale) ignorate o largamente sottostimate dalla politica.
La necessità di una politica per l’automotive
Nel nostro Paese manca ancora una visione d’insieme, moderna e proficua della mobilità a motore. Il mondo istituzionale trascura il valore dell’automotive che costituisce nel complesso l’11,1% del PIL e il 16% del gettito fiscale.
Anche se il focus sulla mobilità sostenibile viene spesso posto al centro dell’agenda politica, ben poco è stato fatto al riguardo: a fine 2018 si contavano circa 38 milioni di auto, con ben 12,5 milioni ante Euro 4, pari al 33% del parco.
ANIASA, pur comprendendo le difficoltà congiunturali, ha espresso perplessità sull’efficacia del controverso meccanismo bonus-malus (attivo da marzo 2019), suggerendo alternative per lo svecchiamento del parco circolante. Una delle proposte, l’incentivazione della rottamazione di Euro 0-1 con un usato Euro 5-6, probabilmente avrebbe meritato più attenzione. Così come una strutturazione per almeno cinque anni del superammortamento: ottimo e saggio uso della leva fiscale che nel biennio 2016-2017 che ha decisamente contribuito al rinnovo del parco delle auto aziendali e, conseguentemente, ad accelerare la sostituzione di quello nazionale. Senza dimenticare le maggiori entrate generate per le casse erariali, pari al 350% dello stanziamento previsto.
Se si apprezza sul fronte istituzionale la volontà di aggiornare un Codice della Strada fermo al 1992, che non solo non considera l’evoluzione della sharing mobility, ma nemmeno contempla adeguatamente il noleggio, non altrettanto può dirsi per iniziative evanescenti e poco utili come la portabilità della targa (per il settore un potenziale costo annuo aggiuntivo stimato in circa 40mln di €, oltre a un incremento significativo di complessità gestionale).
Lascia poi perplessi e delusi la recente richiesta alla UE di prorogare per altri tre anni, fino al 2022, il regime di detraibilità dell’IVA per le auto aziendali, contingentato al 40% fino al prossimo dicembre. Si prosegue di triennio in triennio, quindi, nel danneggiare la competitività delle aziende italiane, che si devono misurare ogni giorno con i concorrenti europei, al contrario agevolati da una detraibilità del 100%, oltre che da una maggiore deducibilità dei costi. Il sistema imprenditoriale italiano auspica da tempo una revisione della normativa fiscale sulle auto aziendali con un riequilibrio, anche graduale, ai livelli degli altri Paesi, riducendo l’assurda penalizzazione delle aziende nazionali. Si commenta da solo il fatto che, per un veicolo del valore di 30mila euro, in Germania si gode di un vantaggio fiscale del 100% ed in Italia solo del 19%.
Il superamento del possesso attraverso la Digital Automotive
Nei nuovi scenari di mobilità sempre più configurati attorno all’uso del veicolo, il noleggio è partner essenziale per l’industria e i servizi all’auto. Non solo per i volumi di veicoli, ma per il gigantesco indotto di attività, che spaziano dalla digital mobility alla gestione di ogni aspetto della circolazione, alle operazioni di test e di verifica dei nuovi modelli commercializzati. A questo bisogna aggiungere l’anticipazione di nuove tendenze nell’universo dell’auto, come ad esempio è accaduto con l’installazione dei sistemi di navigazione, di comunicazione, degli allestimenti business, delle black-box e ora sta avvenendo con gli ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), i sistemi di sicurezza avanzata alla guida.
Connettività, nuove motorizzazioni, automatizzazione saranno i principali parametri di riferimento di questa evoluzione. Il nuovo modello che si sta delineando sulle nostre strade, in cui l’auto sarà parte di un sistema di mobilità integrato con servizi offerti in via digitale da provider diversi, vedrà senza dubbio e ancora una volta il noleggio, e quindi ANIASA, come protagonista.
Il noleggio a breve termine nel 2018
Il 2018 è stato un anno di ulteriore crescita per il rent-a-car, dal punto di vista del giro d’affari e ancor di più dei volumi. Il fatturato degli operatori censiti è aumentato dell’1,8%, arrivando a 1 miliardo e 228 milioni di euro. Si tratta di un record del settore, un risultato estremamente importante nella filiera dell’automotive, che conferma ancora una volta il ruolo centrale del noleggio a breve termine nel panorama dei servizi di mobilità rivolti alle persone e alle imprese.
Le società di noleggio hanno gestito nel 2018 oltre 5,3 milioni di noleggi (si tratta di quasi 15mila contratti al giorno, +3,2% rispetto al 2017), per un totale di 36 milioni di giorni di noleggio (+4,7%). La differenza tra l’aumento dei volumi del 3,2% e la crescita del fatturato dell’1,8% va ricercata principalmente nella ulteriore contrazione dei prezzi medi (-2,8%). Il cliente per noleggiare un’auto nel 2018 ha speso mediamente 33,8 euro al giorno, 229 euro per utilizzarla 6,8 giorni (la durata media) rispetto ai 232 del 2017.
La flotta di veicoli è aumentata di oltre l’8% e anche questo ha contribuito alla definizione di strategie di pricing più aggressive, che tuttavia non hanno intercettato volumi aggiuntivi tali da mantenere l’utilizzo medio della flotta sui livelli dello scorso anno. Questa politica di volumi/prezzi si è accompagnata a un innalzamento della qualità dell’offerta, con un sensibile spostamento del mix della flotta dalle auto piccole (segmento A) alle utilitarie (segmento B), con conseguente incremento del valore degli acquisti.
Tra i principali indicatori del settore l’unico dato negativo, oltre quelli relativi alla riduzione del prezzo e del tasso di utilizzo della flotta, riguarda le immatricolazioni degli operatori censiti, che nel 2018 hanno superato quota 87mila veicoli (84.720 vetture e 2.584 furgoni), registrando una contrazione del 18% rispetto al 2017. In realtà, questo calo così accentuato è legato alle dinamiche di acquisizione delle vetture da parte delle società di noleggio a fine 2017, periodo in cui le immatricolazioni avevano registrato una brusca accelerata a fronte di elevati sconti praticati dalle case auto. Questo “surplus” di immatricolazioni di fine 2017 ha penalizzato il raffronto con il dato sui veicoli acquistati nel 2018.
Per rifornirsi dei veicoli gli operatori, oltre all’acquisto, hanno continuato a ricorrere anche al rent-to-rent, pratica tramite cui le società di breve termine noleggiano da quelle di lungo le vetture, per poi locarle ai clienti finali: questa modalità di acquisizione ha riguardato 52.503 veicoli, in leggero aumento rispetto all’anno precedente.
Nel 2018 sia le stazioni aeroportuali che quelle downtown hanno contribuito alla crescita del fatturato, ma con numeri e intensità diverse. Le stazioni in aeroporto, che rappresentano il 64% del business complessivo, hanno generato un giro d’affari pari a 789 milioni di euro (+0,6%), quelle downtown 440 milioni di euro (+3,9% rispetto al 2017).
Un cenno particolare per il business dei furgoni, non tanto per il peso che riveste nel comparto (circa il 6%), quanto per il forte aumento della flotta (+28,6%), sempre più utilizzata da privati ed aziende, anche in relazione alla crescita dell’e-commerce. Il relativo giro d’affari è in crescita (+17,5%), con un forte aumento della durata media dei noleggi (+14,2%), segno che sempre più operatori medio-piccoli ricorrono al noleggio per fronteggiare picchi di domanda o per temporanei carichi di lavoro.
Purtroppo, dopo quattro anni di costante diminuzione, i furti nel 2018 hanno ripreso a colpire pesantemente i bilanci e l’operatività delle società di noleggio a breve termine, generando un danno per gli operatori pari a 10,2 milioni di euro: le società di noleggio hanno subìto 1.594 furti di veicoli contro i 1.173 del 2017 (+36%). Fortunatamente è continuato a crescere anche il tasso di recupero dei veicoli rubati, passato dal 46% del 2017 al 49% del 2018. Solo nel 2013 il tasso di recupero era pari al 18%.
Il tempo di permanenza in flotta dei veicoli è aumentato: per le vetture è stato di 9,5 mesi (nel 2017 era di 9 mesi). I furgoni sono stati sostituiti mediamente dopo 20,4 mesi, contro i 20,2 mesi del 2017. I veicoli che le società di noleggio a breve termine hanno venduto sul mercato dell’usato sono stati oltre 115.000, di cui 97.000 (l’84%) sono stati riacquistati dalle case auto attraverso i contratti di buy-back.
Prime indicazioni sul 2019
Nel primo trimestre dell’anno in corso è proseguito il trend positivo vissuto dalle attività di rent-a-car, pur in presenza di alcuni indicatori in negativo, dovuti in parte anche alla particolare configurazione delle festività pasquali e delle altre ricorrenze (con relativi “ponti”), che hanno spinto molti turisti a rinviare i propri spostamenti nella seconda metà del mese di aprile.
Sono rimasti sostanzialmente stabili fatturato e numero di noleggi, mentre sono apparse in calo significativo le immatricolazioni: più che un decremento dovuto alla contrazione delle attività, il riflesso di un cambiamento nelle politiche delle case automobilistiche, che nel primo trimestre di quest’anno hanno incentivato meno dello scorso anno le immatricolazioni da parte delle società del RAC. Sono aumentati di quasi il 2% i giorni di noleggio, a testimonianza di un allungamento complessivo delle durate dei noleggi.
Il noleggio a lungo termine nel 2018
Il 2018 è stato il quinto anno consecutivo di ragguardevole crescita per il noleggio a lungo termine. La flotta gestita a fine anno ha superato le 900mila unità, un aumento del 14% rispetto al 2017. Si tratta di un ciclo di sviluppo iniziato nel 2015, che ha portato il comparto ad un incremento dei volumi superiore al 50%, passando da meno di 600mila veicoli gestiti a fine 2015 agli oltre 900mila del dicembre scorso. I quasi 200mila veicoli venduti durante il 2018 corrispondono a circa un terzo della flotta gestita nel 2014-2015, in linea con una normale rotazione del ciclo di noleggio. Considerando quindi che le immatricolazioni (oltre 300mila unità) sono state superiori del 50% rispetto al fabbisogno originato dal ciclo, risulta evidente il raggiungimento di nuova clientela. Attuando differenti politiche commerciali, gli operatori hanno saputo incrociare nuovi segmenti di domanda nelle realtà piccole, dalle società con pochi veicoli alle partite IVA personali, fino ai privati con codice fiscale, specialmente negli ultimi due anni.
Gli operatori si sono avvalsi di alcune importanti condizioni esterne, che hanno consentito di ridurre il prezzo del servizio al cliente finale, rendendo il noleggio più accessibile e competitivo rispetto alle formule tradizionali di acquisizione dei veicoli. I due fattori che più di altri hanno contribuito attivamente in tal senso sono stati il super-ammortamento per i veicoli (terminato nel corso del 2018) e il parallelo bisogno di volumi da parte dei costruttori, che hanno portato a offerte estremamente vantaggiose nei confronti dei noleggiatori. Quanto la strategia negli ultimi anni fosse costruita sulla leva del pricing emerge anche dal confronto della crescita dei volumi (+50% nel triennio) con quella del giro d’affari, aumentato nel medesimo periodo di 1/3.
Nel 2018 la flotta media gestita ha visto un incremento del 16%, laddove il fatturato stimato ha registrato un aumento del 12%, contraddistinto, peraltro, dalla contrazione del canone medio mensile di oltre il 3%. E considerando che le dinamiche del canone si rapportano anche alle differenti categorie di veicoli noleggiati e che nel corso del 2018 il mix delle vetture in flotta si è leggermente elevato (riduzione di un punto di quota dei segmenti A e B -utilitarie- in favore dei segmenti C e D -vetture medie), è ragionevole dedurre un maggiore calo dei prezzi.
Le società di noleggio a lungo termine hanno immatricolato nel 2018 quasi 265mila autovetture, registrando una crescita del 2,5%. La penetrazione delle immatricolazioni delle auto in noleggio a lungo termine sul totale del mercato automotive ha raggiunto nel 2018 il 14%, un punto in più rispetto all’anno precedente.
Sul versante delle alimentazioni, tutte le categorie hanno registrato una crescita di volumi, ad eccezione dei veicoli a benzina, che hanno perso il 15% rispetto al 2017. Benché oggetto di continue polemiche, le immatricolazioni di vetture diesel hanno visto aumentare i volumi dello 0,5%. Le alimentazioni alternative sono peraltro complessivamente aumentate del 100%, passando da 13mila immatricolazioni nel 2017 a 26mila nel 2018. Anche se ha perso 2 punti di quota percentuale, il diesel continua comunque ad essere l’alimentazione più acquistata dagli operatori. Le motorizzazioni a benzina sono passate dal 19% di quota nel 2017 al 15% nel 2018.
Le immatricolazioni di vetture ibride sono aumentate invece del 142% e sono arrivate a pesare il 6% sul totale degli acquisti. Le vetture elettriche acquistate nel 2018 sono state oltre 2.500, registrando una crescita del 366%, anche se il peso percentuale resta ancora basso (1%).
E’ continuata la crescita dei veicoli commerciali, circa il 22% della flotta totale, in aumento del 15%. Con 25mila contratti in più rispetto al 2017 i furgoni hanno raggiunto una flotta circolante pari a 196.410 unità, record storico, testimonianza ulteriore della crescente propensione all’uso dei veicoli rispetto alla proprietà.
Le società di noleggio a lungo termine hanno venduto nel 2018 oltre 178mila vetture. I concessionari si sono confermati saldamente il canale più interessato, con l’acquisto del 73% delle vetture e assorbendo lotti di grandi quantità. Il canale dei privati, seppure in contrazione del 4% rispetto al 2017, ha acquisito oltre 11.500 vetture.
Prime indicazioni 2019
Anche nel primo trimestre del 2019 le attività di noleggio a lungo termine hanno mostrato indici di sviluppo “double digit”, che lasciano ben sperare per il prosieguo dell’anno. E’ proseguita anche la crescita della clientela privata: sono già circa 40.000 gli italiani che all’acquisto dell’auto hanno preferito il noleggio a lungo termine, con un costo fisso e predeterminato. A fine anno si prevede raggiungeranno quota 50mila E’ cresciuto del 10% il fatturato e con esso la flotta circolante (+12%), sempre più vicina alla storica quota 1 milione. In contrazione del 10%, invece, il dato sulle immatricolazioni, ma è prematuro parlare di una battuta d’arresto su questo fronte.
Tre mesi, dopo anni di continua crescita, sono troppo pochi per un’analisi accurata. Certamente il clima di incertezza economica e politica immobilizza le scelte della clientela, propensa ora a valutare una proroga dei contratti. Nei prossimi mesi andrà valutato anche l’impatto su queste immatricolazioni delle strategie di vendita delle Case automobilistiche.
Il Car Sharing
Il 2018 è stato un anno di ulteriore crescita e, al tempo stesso, di consolidamento per il car sharing. Dopo una prima fase di avvio, il modello di business si sta progressivamente stabilizzando, trovando una solida quota di utilizzatori fedeli che si servono con assiduità del servizio. E’ aumentato in particolare il numero di iscritti, che ha quasi raggiunto quota 1.800mila.
A fronte di una flotta ancora costante sulle 6.600 unità, il numero di noleggi è salito del 26,5%, raggiungendo 11.870mila (nel 2017 i noleggi si erano fermati a 9.380.000). Tale crescita ha avuto come protagonisti tutti i principali operatori, che hanno visto aumentare gli utenti iscritti e i contratti di noleggio.
I nuovi servizi offerti hanno avuto un impatto diretto sugli indicatori operativi del car sharing: la durata media del noleggio è diminuita del 4% (da 29 a 28 minuti circa), ma la distanza media percorsa è aumentata della stessa percentuale, salendo da 6,6 a 6,8 km percorsi.
E’ diminuito il numero di utenti attivi, quelli cioè che hanno effettuato almeno un noleggio negli ultimi 6 mesi. Il dato era prevedibile, in quanto il modello di business del car sharing, che ha attratto nei primi anni anche molti “curiosi”, dal 2018 ha iniziato a consolidarsi su una base robusta di consumatori più fedeli che fanno ricorso sistematico a tali servizi, anche utilizzando le nuove “isole della mobilità” (quali ad esempio gli aeroporti di Linate e Fiumicino).
Milano e Roma si confermano città protagoniste dell’offerta dei servizi dell’auto condivisa, con più di 5.200 vetture in flotta, seguite da Torino e Firenze. Flotta sostanzialmente stabile nelle principali città e crescita a doppia cifra dei noleggi e dei km percorsi per ognuna dei centri in cui è presente il servizio.
Qual è il profilo dell’utilizzatore medio del car sharing?
Uomo (63% del totale), anche se si è registrato un progressivo aumento del pubblico femminile (cresciuto dal 34% del 2016 al 37% del 2018). L’età media è leggermente scesa, attestandosi nel 2018 a poco più di 35 anni: i giovani tra i 18 ed i 25 anni (Generazione Z) sono aumentati dal 22% del 2016 al 26%; sono cresciuti di 1 punto percentuale rispetto al 2017 anche gli adulti tra 26 e 35 anni (i Millennials che hanno raggiunto il 30% del totale utenti), confermandosi primo segmento di clienti del car sharing. Di converso, sono diminuiti gli utilizzatori sopra i 36 anni.
Per quanto riguarda invece le abitudini di consumo, gli utilizzatori del Car Sharing si sono equamente distribuiti nelle diverse fasce orarie della giornata. Continua a registrarsi comunque una minore presenza (dal 7% al 6% del totale) in quella mattutina 7:00-9:00, quando l’intenso traffico porta ad un allungamento della durata dei noleggi e quindi del relativo costo. Il picco di utilizzo si è confermato nella fascia 16.00-19.00.
Riguardo l’utilizzo settimanale, si è rilevata una distribuzione costante tra i giorni della settimana, senza variazioni apprezzabili rispetto al 2017. Ciascuno dei 7 giorni ha pesato infatti tra il 13% ed il 15% del totale. Tali valori, che negli anni passati hanno mostrato alcune differenze tra i principali player del mercato, a partire dal 2018 sono invece apparsi più uniformi, anche per la stabilizzazione del modello operativo da parte degli operatori di recente entrati sul mercato.
Le prossime sfide per la mobilità condivisa
Per consentire a questo settore strategico per la mobilità (soprattutto cittadina) un pieno sviluppo, Aniasa ritiene che l’introduzione di una disciplina del vehicle sharing non possa più essere rinviata. Occorre adeguare la legislazione alle ormai consolidate evoluzioni del mercato, dando certezza agli operatori e ai clienti del servizio. Più in generale, vanno disciplinate le nuove forme di mobilità rese possibili dalle innovazioni tecnologiche, la cui diffusione impone di riconsiderare l’adeguatezza degli istituti e delle categorie giuridiche sulle quali si è fondata sinora la regolazione della materia.
Le istanze che Aniasa sta portando avanti, per una regolamentazione normativa del “vehicle sharing”, non possono prescindere da una armonizzazione delle regole e della cornice legislativa per la gestione dei servizi nei diversi Comuni, sia per gli operatori pubblici che privati, mettendoli in grado di pianificare un’offerta integrata e di proporre regole uniformi ai cittadini che utilizzano il servizio in diverse città.
In particolare, gli aspetti sui quali è necessario intervenire normativamente per dettare con assoluta priorità una disciplina uniforme riguardano: l’accesso alle ZTL (zone a traffico limitato), la regolamentazione del parcheggio nelle medesime aree, l’omologazione e uniformità della segnaletica stradale di riferimento (sia orizzontale che verticale), la realizzazione di stalli di parcheggio dedicati nei centri storici dei Comuni e la possibilità di riservare almeno il 40% degli stalli di ricarica elettrica pubblica ai veicoli in sharing.
Strategica, inoltre, in una logica di complementarietà con il trasporto pubblico nonché di utilità sociale, è la realizzazione e la capillare diffusione di vere e proprie “isole della mobilità” nei vari Comuni in cui il servizio è presente: aree dedicate, attrezzate con colonnine di ricarica per le auto elettriche, in prossimità di snodi ferroviari/scambi di interconnessione con il trasporto locale, che consentano di rafforzare ulteriormente la sinergia tra pubblico e privato. Da segnalare come negli ultimi anni si siano registrati significativi aumenti dei costi industriali per gli operatori del settore a causa di un crescente numero di episodi di vandalismo e furti parziali nei confronti dei veicoli in sharing, con danni verso l’intera collettività.
Una delle prossime sfide di Aniasa sulla sharing mobility riguarderà lo studio di formule di responsabilità condivisa con l’utilizzatore attraverso nuovi schemi assicurativi, per un adeguato contrasto dei fenomeni criminosi che interessano il settore.
Tag dell'articolo: ANIASA, Autonoleggio, Autonoleggio a breve termine, autonoleggio a lungo termine, Car sharing