Il colosso delle vendite online Amazon.com ha lanciato in questi giorni un servizio di noleggio di libri di testo per il suo lettore digitale Kindle, seguendo in questo le orme delle grandi case editrici statunitensi di libri “di carta”.
Gli studenti possono noleggiare il libro per un periodo che va dai 30 ai 360 giorni, aumentare la durata del noleggio al termine del periodo (anche di un giorno solo), o convertire il noleggio in acquisto definitivo (anche perché le copie digitali non si sciupano come quelle fisiche dopo numerosi passaggi di mano). Un altro servizio molto importante è la possibilità di mantenere le proprie annotazioni e appunti, salvate nella cloud di Amazon, nel caso si decidesse di noleggiare il libro di nuovo in un momento successivo.
Il servizio è un primo tentativo di creare vantaggi per i lettori di e-book, dato che nel settore dei libri scolastici l’uso dei lettori digitali presenta ancora qualche elemento negativo: la resa delle immagini non perfetta (in particolare quelle dettagliate) e la mancanza di quell’effetto “mappa mentale”, per cui chi legge una pagina sa collocarne i contenuti a un certo punto del libro stesso.
C’è inoltre da sottolineare che anche negli USA molti studenti sono soliti rivendere i libri alla fine dei corsi, per ricavare qualche soldo in più da spendere. Il noleggio digitale è quindi conveniente, ma più per i loro genitori che per loro. Un’altra caratteristica che forse si dovrebbe prevedere, ma che molto probabilmente è osteggiata dalle case editrici, è la possibilità di scambiare gli appunti tra studenti, che avrebbe un valore altissimo e che sicuramente contribuirebbe al successo del Kindle.
E in Italia?
Nel nostro paese non solo questi servizi sono ben al di là dal manifestarsi (tant’è che ci sono catene di librerie, come il Libraccio, che sono nate apposta per favorire lo scambio di libri usati, non esistendo opzioni come il noleggio). Ma va anche peggio sul fronte dell’acquisto.
In questi giorni è infatti passato in Parlamento un Decreto Legge che riduce di molto le possibilità per le catene di librerie (virtuali o fisiche) di praticare sconti e promozioni sui libri venduti: un provvedimento fortemente voluto e sponsorizzato dalle associazioni delle piccole case editrici e librerie, che per tutelare la propria sopravvivenza (specialmente nei confronti di operatori come Amazon stessa) penalizzano tutti i consumatori (in particolare quelli meno abbienti), disincentivando il consumo di libri.
Una brutta testimonianza di come ormai, in mano alle corporazioni e agli interessi di parte, il nostro paese resti sempre più indietro, e i suoi consumatori siano sempre più penalizzati dalla mancanza di concorrenza e alternative.