Abbiamo già parlato in un altro recente articolo di come la musica in streaming sia in grande crescita negli ultimi mesi, tanto da far sì che, per la prima volta, nel 2015 esso ha superato l’acquisto di musica in download.
Ora altri dati confermano questo trend di crescita, anche a livello globale.
Come riporta infatti il sito Macitynet.it,
Secondo i dati raccolti dalla International Federation of the Phonographic Industry (IFPI), nel 2015 il settore ha raggiunto un totale complessivo di 68 milioni di abbonati, con un incremento del 45.2 per cento rispetto all’anno precedente.
Va aggiunto che l’IFPI nelle sue analisi raggruppa tutte le forme di streaming musicale, quindi non solo il “veterano” Spotify e il “nuovo arrivato” Apple Music, ma anche e soprattutto i servizi completamente gratuiti, come YouTube e SoundCloud.
Questi ultimi, grazie alla loro gratuità, fanno la parte del leone in termini di numero di utenti: l’IFPI stima infatti che circa un miliardo di persone li abbiano usati nel 2015. Chiaramente i servizi come Apple Music e Spotify (che pure offrono abbonamenti gratuiti con funzioni limitate) raccolgono invece la quantità maggiore di ricavi: 2 miliardi di dollari di abbonamenti contro i “soli” 630 milioni generati da YouTube e soci (grazie alla pubblicità).
La società di ricerca eMarketer (da cui sono tratte la figura e la tabella a corredo di questo articolo) stima che gli utenti dei servizi musicali via smartphone saranno 112,3 milioni nel 2016, a cui si devono sommare gli 82 milioni di ascoltatori di musica da tablet.
Se queste premesse saranno rispettate, ci avviamo davvero verso uno scenario in cui la musica sarà dominata dallo streaming come forma principale di consumo.