L’incremento degli insoluti (e delle società in concordato o in liquidazione), che da anni caratterizza il contesto economico nazionale, è diventato il triste leit motiv del periodo post crisi 2008. Tante sono le domande che non avranno mai una risposta, tra le quali le più interessanti sono sostanzialmente due:
- è davvero una necessità reale, per scollinare un momento di scarsa liquidità o magari è diventata una consuetudine tipica del “ci provo” tutto italiano?
- perché se non pago alla scadenza quanto mi indicano i sempre più voraci modelli F24, mi trovo poi alle calcagna i pitbull di Equitalia con cartelle che sono già atti esecutivi, mentre se sono creditore dello Stato posso solo consultare la sfera di cristallo o il calendario dei Maya?
Lasciando il secondo quesito alle aspettative radicali di cambiamento che il governo Monti sembra intenzionato ad affrontare, anche nel mondo del noleggio, direi soprattutto in alcuni segmenti dove il noleggio viene utilizzato con maggiore frequenza, la dimensione dell’impagato merita qualche riflessione.
Il noleggiatore vive di fiducia e cash flow: ti presto (professionalmente parlando) un mezzo che costa svariate migliaia di euro, e mi aspetto che tu me lo restituisca intatto, dopo averlo utilizzato, pagandomi subito il giusto canone.
In certe situazioni, l’ansia da prestazione commerciale mi fa pure abbassare la guardia sulle tutele primarie e non sono rari i casi in cui questi mezzi prestati prendono repentinamente la via di qualche altro Paese o, come fosse un corpo umano da smembrare per poter essere venduto sul mercato degli organi, diventa un fornitore di anonime parti meccaniche.
Ma vediamo meglio il tema della tutela sui pagamenti.
E’ il sistema che è sbagliato
La prima fragilità è proprio nel sistema. Ora, non si dice di fare un “cartello” (non si può), ma se le mie strategie di crescita prevedono solo l’accaparramento di clienti nuovi a colpi di sconti sui canoni, eliminazione di cauzioni e forme di garanzia di vario genere, è inutile che mi metta poi a piangere sul latte che io stesso ho versato.
Ma la cosa più curiosa riguarda la tempistica di pagamento. Anticipato, con ampia e capiente prenotazione sulla carta di credito se mi occorre un’automobile. Posticipato, forse, se noleggio un escavatore, una gru, una piattaforma a erea o un dumper.
Se il rent-a-car e altri settori non accettano di consegnare mezzi a sconosciuti o quasi senza aver già prima incassato il denaro, perché un noleggiatore saggio dovrebbe continuare a consegnare una macchina operatrice del valore di oltre 100mila euro a qualcuno che mi assicura che pagherà a 90 giorni?
Solo perché la concorrenza vuole così? Solo perché la consuetudine vuole così?
Le consuetudini possono cambiare, se ci si impegna tutti insieme. Oppure qualcuno ci ha insegnato che “mors tua, vita mea”, e avanti così?
Un vecchio detto popolare suggerisce di non chiudere il recinto quando le bestie sono già scappate… Ah, i cari proverbi di una volta…
hai centrato mi piace molto
complimenti
gb
il noleggio del rent-a car è infatti partito da compagnie di rilievo che non hanno mai messo in discussione il problema incertezza del pagamento ed hanno sempre strutturato una proposta nel mercato BtoC. Se solo ci avessero provato avrebbero avuto qualche difficoltà ad attrarre azionisti che fossero disposti a mettere in discussione il capitale giacchè i dividendi !!! Se anche oggi si sono aperte al mercato del BtoB le grandi aziende di noleggio vetture hanno continuato con la stessa politica finanziaria a zero rischio insolvenza. Il settore del noleggio mezzi di sollevamento è iniziato da imprese di piccola entità che hanno trovato sfogo in un mercato favorevole com’era quello dell’edilizia adeguando la propria proposta alle “consuetudini di mercato”, come da te ben individuato, la quale ha favorito notevolmente il successo del business e di conseguenza alla poderosa crescita delle aziende noleggiatrici nel lungo periodo, aumentando anche la consapevolezza della formula di noleggio di queste attrezzature verso la clientela inizialmente scettica o meno aperta. Ora ci troviamo con le ex-piccole imprese divenute realtà mediamente strutturate ed immobilizzate in un mercato inflazionato da tantissime piccole entità nasciture e per di più molto impegnate con gli istituti di credito che cercano oggi di trovare un equilibrio difficile tra fatturato ed incassato indispensabile per la sopravvivenza, inermi dinnanzi al drastico cambiamento che bisognerebbe attuare pur con la grande consapevolezza che questo comporterebbe. Infine evidenzio che ad oggi non esistono neanche sul mercato formule finanziarie elastiche per favoreggiare il trasferimento di fondi dal cliente al noleggiatore (le carte di credito hanno un plafound spesso incapiente rispetto agli importi delle forniture di noleggio) ed in aggiunta, mentre nel noleggio delle autovetture è il cliente a recarsi presso il punto noleggio, nel ns mercato è il noleggiatore a recarsi presso l’ufficio del cliente dove spesso non si ha a che fare con il “man” ma con un suo subordinato che specula sull’abbondanza di offerta e carenza di cultura d’impresa.
Certo che se riuscissimo quanto meno ad ascoltare il tuo consiglio tutt’insieme e contemporaneamente, avremmo risolto l’unico problema che oggi impedisce la crescita e mette a dura prova la stabilità aziendale. Ma siamo disposti a bloccare il sistema e ad affrontarne le conseguenze immediate ??? ad oggi se la mia azienda fosse in liquidità lo farei immediatamente ma è sempre più stato impossibile pensare questo data la dipendenza dalle banche !!!