L’innovazione continua nel DNA

Almac
Cantù con Samoila durante la nostra visita

Pier Angelo Cantù e Oana Samoila durante la visita ad Almac

La storia di Almac ha degli aspetti quasi romanzeschi, ed è per questo che vale la pena ripercorrerla con gli occhi di oggi.

L’azienda inizia ufficialmente la sua attività nel 2013; risale però a dieci anni prima l’incontro quasi fortuito tra Pietro Agosta Del Forte e Andrea Artoni. Il primo lavora nell’editoria, il secondo nel settore dei distributori automatici. Tra i due nasce una collaborazione professionale, ma è soprattutto la scintilla umana a scoccare, nonostante un carattere quasi opposto, o forse proprio per questo.

Pietro è riflessivo, calmo e pragmatco; chiede ad Andrea, vulcanico, focoso ed esplosivo, di tenerlo informato sui suoi futuri sviluppi lavorativi.

Nel frattempo, Artoni è entrato nel settore del sollevamento aereo come venditore di PLE, ma c’è un’idea che gli gira in testa: sviluppare, produrre e distribuire una nuova gamma innovativa di piattaforme aeree cingolate.

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Andrea Artoni, General Manager di Almac

Qualche anno dopo, i due si incontrano casualmente a un incrocio stradale di Poviglio; ed è in questa occasione che Artoni informa Agosta Del Forte del suo progetto. Detto, fatto, nasce la Almac Srl.

L’intuizione del bilivellante

Dopo un paio d’anni, la start up ancora stenta a decollare, il prodotto pensato (una scissor cingolata con livellante laterale) non è così rivoluzionario rispetto alle alternative già presenti sul mercato.

Ma è a questo punto che la favola prende una piega diversa, il classico colpo d’ala, come ci racconta Artoni. “La svolta arriva casualmente, con la richiesta di una società agricola trentina di ottenere un’agevolatrice di potatura, cioè una scissor con pedana con cui sia possibile muoversi liberamente sulle diverse pendenze dei terreni, in qualsiasi condizione atmosferica“.

Occorreva, quindi, una macchina bilivellante, ed è questa l’intuizione che lancia in breve tempo l’azienda nell’universo degli innovatori nel settore del sollevamento.

Nasce la BIBI 850-BL, in grado di superare pendenze di 20° in longitudine e di 15° laterali con un sistema automatico. Dallo stabilimento di Viadana escono le prime macchine alla conquista del mercato australiano, poi quello nordamericano e canadese (2015); successivamente verso il Sud America.

Identità e stile

A questo punto, arriva anche l’interesse degli operatori alle fiere internazionali, attratte dall’innovativo contenuto tecnologico della macchine di Almac.

Al Bauma 2016 e a Conexpo 2017 viene presentata la BIBI 1090-BL EVO, subito premiata agli IAPA, con la nuova tecnologia di livellamento in altezza, Pro Active Levelling. Nello stesso anno è un successo anche l’Apex di Amsterdam, dove l’azienda presenta tre nuovi modelli.

Qualche mese dopo arrivano altri premi prestigiosi di settore: il JIBBI 1250 Evo è il “prodotto dell’anno” sia agli IAPA sia a Italplatform.

Nel frattempo, si amplia l’area produttiva di Viadana con l’acquisto di nuovi insediamenti e cresce anche la squadra, con l’inserimento di figure giovani, brillanti e motivate. L’azienda non è più solo un nome sulla bocca di tutti che crea curiosità, ma mostra una chiara consapevolezza del proprio ruolo e uno stile preciso di presenza nel mercato.

Diffondere prodotti di elevato contenuto tecnologico e generare un’inedita esperienza di utilizzo (resa ancora più unica dall’app per le demo da remoto Almac at Home) è la visione su cui si delineano i progetti futuri.

La nostra intervista

Durante una nostra recente visita in azienda, abbiamo avuto modo di constatare il clima positivo che si respira tra i collaboratori e di provare l’esperienza davvero unica fornita dalla ormai famosa JIBBI 1670, prodotto top dell’azienda che raggiunge i 16 metri, creato appositamente per i noleggiatori e venduto in piu di 30 paesi a livello mondiale.

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Oana Samoila e lo staff marketing

Ne è seguita un’interessante chiacchierata che ha coinvolto Andrea Artoni (AA), Pietro Agosta Del Forte (PADF) e Oana Samoila (OS) responsabile dello sviluppo dei mercati internazionali, che ringraziamo per aver organizzato la visita.

Di seguito ne riportiamo alcuni stralci.

Qual è il vostro tratto distintivo?

PADF: Direi che siamo ormai riconosciuti per la nostra forte impronta tecnologica. Il mercato ha capito che riusciamo a trasformare in digitale molte delle funzioni meccaniche e idrauliche indispensabili su una PLE per raggiungere un ottimo equilibrio tra performance e sicurezza.

Che riscontri avete dal mercato?

OS: Stiamo lavorando per rendere consapevoli i nostri clienti potenziali sul valore di quello che produciamo e vendiamo. Quando è ben compreso il valore dell’investimento che un noleggiatore o un utilizzatore finale ottiene con le nostre macchine, il prezzo non è più un ostacolo. Questo ci aiuta a superare anche la necessità dei noleggiatori della certezza del valore residuo, dato che non abbiamo ancora uno storico sulle nostre macchine più attuali.

Come vivete la competizione?

AA: In verità non abbiamo dei concorrenti diretti, nel bene e nel male. Il nostro è sempre un prodotto unico che, quando ben capito, viene considerato un investimento a medio e lungo termine. Abbiamo brevettato il sistema e questo sta creando un crescente interesse a livello internazionale. Il mercato ha bisogno di novità, direi di innovazione, ed è molto aperto agli stimoli in tal senso. Ogni prodotto veramente nuovo che viene proposto, apre il nostro settore a nuovi mercati di riferimento. Quindi, ben venga anche la concorrenza, purché realmente di qualità e altrettanto innovativa.

Su quali aspetti avete puntato le vostre strategie?

PADF: Abbiamo messo il cliente al centro, umilmente ma con grande determinazione. Oltre che sulla progettazione e sulla cura nella produzione, i nostri sforzi sono concentrati sul post vendita e sulla ricambistica. Il post vendita è sotto il nostro pieno controllo, lo consideriamo un asset aziendale. Con i noleggiatori si è creato un dialogo aperto, i feedback vanno direttamente a migliorare il prodotto e il servizio. Come giustamente dici tu, il noleggio deve risolvere dei problemi non crearli. L’esperienza di uso delle nostre macchine contribuisce anche alla qualità della relazione tra i noleggiatori e i loro clienti.

AA: Aggiungo che siamo molto concentrati nel diffondere concretamente la percezione che siamo una realtà a forte vocazione industriale. Chi visita la nostra sede rimane molto impressionato. Certo, abbiamo solo otto anni di vita, ma l’aver messo al centro la tecnologia in ogni processo e aver sviluppato innovazione partendo dalla tradizione, ci aiuta. Il mercato cambia e le abitudini si modificano in funzione di ciò che si propone. A volte bisogna essere solo un po’ coraggiosi, fiduciosi e magari pazienti, ma le risposte arrivano sempre.

Come vedi il mercato italiano del noleggio?

AA: Rispetto a cinque o dieci anni fa lo vedo cresciuto tantissimo. Sempre più noleggiatori non si focalizzano sul prezzo nominale, ma sul valore ottenuto, sulle analisi dei costi rispetto alla potenzialità di generare ricavi. E sulla relazione nel senso più ampio. Purtroppo, è ancora un mercato frammentato che non ha un’identità univoca e soprattutto non genera la medesima corretta esperienza di cos’è il noleggio per il cliente. Ma ci arriveremo anche noi, è solo questione di tempo.

Quali sono gli aspetti attualmente destabilizzanti nel mercato?

OS: L’aumento dei costi di materie prime, componentistica e trasporti potrebbe presto incidere sull’economia di tutta la filiera produttiva e distributiva. Inoltre, la crescita esponenziale del mercato interno cinese potrebbe essere un altro fattore destabilizzante.

AA: A mio parere, alcuni nodi verranno presto al pettine. Per ora, molti costruttori stanno assorbendo i costi in aumento e il mercato ancora non ne risente, ma non sarà più possibile farlo nei prossimi mesi. Chi ha puntato sui prezzi al ribasso perderà molto del proprio vantaggio competitivo. Altro fattore determinante sarà la disponibilità delle macchine in tempi congrui.

Domani apre il GIS, una manifestazione molto attesa. Cosa ne pensate?

AA: Il GIS arriva al punto giusto e con un appeal ancora più elevato, dato che c’è un gran bisogno di rivedersi anche fisicamente. La formula della manifestazione è interessante e finalmente azzeccata. A mio parere, è una fiera che potrà ancora crescere e che si candida a diventare un punto di riferimento internazionale.

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Lo staff dei progettisti Almac

Tag dell'articolo: AlmaCrawler

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