Una normativa che è un macigno per l’economia circolare italiana.
Questa la denuncia degli operatori italiani del riciclo che hanno messo in scena nei giorni scorsi una vera a propria protesta di fronte al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, durante l’inaugurazione degli Stati generali della green economy a Ecomondo, la principale fiera del settore in Italia, attraverso uno striscione con la scritta «Senza End of Waste… l’economia circolare è una bufala».
Le norme oggetto della protesta (End of Waste) riguardano la cessazione della qualifica di rifiuto, un passaggio fondamentale attraverso il quale i materiali riciclabili possono poi essere trattati per diventare materie prime secondarie, sostanze o prodotti. Attualmente la normativa è in stallo a causa di un’impasse sui criteri sul quando, a quali condizioni e per fare cosa un rifiuto possa cessare di essere tale e essere trasformato.
Sembra comunque ci siano tutte le condizioni ideali per aprire un dialogo. Lo stesso Costa ha sottolineato come il governo italiano sia interessato allo sviluppo dell’economia circolare. Sicuramente bisogna pensare a una revisione dei decreti, ragionati suddivisi per le diverse filiere del riciclo che coinvolgono procedimenti e materiali molto diversi tra loro e che vedono in susseguirsi di nuove tecnologie e nuovi processi.
Ecomondo ogni anno rappresenta l’occasione per presentare tantissimi nuovi progetti, frutto di ricerche e innovazioni che possano trasformare i prodotti di scarto in oggetti o materiali che fino a poco tempo fa sarebbe stato inimmaginabile non destinare alla discarica o all’inceneritore; End of Waste agevolerà tutte le operazioni di riciclo, alcune fino ad oggi bloccate proprio per cavilli normativi, aiutando il mondo a diventare un luogo più pulito.