Come riporta Edilportale, i Governi dovranno ridurre il consumo di energia in almeno il 3% degli edifici pubblici ogni anno e le imprese dovranno tagliare il consumo energetico negli edifici commerciali.
Lo chiede la Commissione europea nell’ambito di un nuovo pacchetto di proposte per accrescere entro il 2020 l’efficienza energetica e creare entro il 2050 una vera economia a basse emissioni di CO2.
Gli sforzi compiuti dall’UE per affrontare i cambiamenti climatici, rispettando il fabbisogno energetico europeo, rientrano nella strategia Europa 2020. Questa strategia prevede tre obiettivi quantitativi da raggiungere entro il 2020:
- ridurre le emissioni di gas serra del 20%;
- ricavare il 20% dell’energia da fonti rinnovabili;
- tagliare del 20% il consumo energetico.
Poiché l’obiettivo ultimo di queste iniziative è ridurre l’inquinamento da combustibili non rinnovabili, e anche la dipendenza dal resto del mondo per il fabbisogno energetico, il taglio dei consumi sembra essere lo strumento più intelligente, anche se spesso poco considerato, per ottenerli.
I recenti avvenimenti registrati in due paesi, il Giappone (a proposito della sicurezza del nucleare) e la Libia (a proposito dell’affidabilità delle forniture energetiche), dovrebbero spingere tutti i paesi, e in particolare il nostro, a ragionare non solo sul mix di fonti di energia adottate, ma anche di come ridurre il fabbisogno “alla radice”.
Senza contare che una riduzione dei consumi, se adeguatamente incentivata per quanto riguarda la componente di investimento iniziale, è appetibile per tutti i soggetti coinvolti, e in particolare le aziende.
Il nuovo piano per l’efficienza energetica proposto dalla Commissione Europea prevede, tra le altre cose, che i governi riducano il consumo di energia in almeno il 3% negli edifici pubblici ogni anno, che le imprese taglino il consumo energetico negli edifici commerciali e negli impianti industriali.
Se alle parole seguiranno i fatti (e se i governi faranno la loro parte per tradurre le direttive in normative) si prefigura l’aumento delle opportunità di lavoro per la filiera dell’edilizia e del noleggio, e la nascita di nuove aree di attività e servizi a valore aggiunto (come ad esempio quelli connessi agli audit sui consumi energetici).