I turisti d’affari in arrivo in 13 città degli Stati Uniti possono utilizzare, per trovare un’auto che li porti a destinazione, un servizio innovativo, chiamato Uber.
Il servizio si basa, per il cliente, su un’App per il proprio smartphone: si schiaccia un pulsante e il GPS segnala la propria posizione. L’App mostra un elenco di vetture disponibili in zona, tra cui scegliere la propria: Uber invia un messaggio al guidatore, che deve rispondere in tempi brevissimi. Se accetta, il suo nome, una foto e il tempo stimato di arrivo vengono inviati al passeggero.
Uber, dietro le quinte, combina la tecnologia degli smartphone, il posizionamento GPS, la presenza di clienti e di guidatori iscritti al servizio, insieme alla gestione dei pagamenti e a un sistema di valutazione dei guidatori da parte degli utenti.
Il risultato è una tariffa calcolata in funzione della domanda e dell’offerta, in tempo reale, che prende come punto di partenza la tariffa media dei taxi locali, maggiorata del 50%. In pratica, si finisce per pagare dal 30% all’80% in più di un taxi, in funzione del numero di vetture disponibili e del numero di clienti in cerca in quel momento. Un valore che comunque è inferiore a quello mediamente praticato dalle società di trasporto privato. In alcune città, tuttavia, Uber offre anche i viaggi da e per gli aeroporti, a tariffe molto simili a quelle dei taxi.
L’azienda, creata nel 2009, si accorda con autisti di limousine e guidatori privati, purché in possesso di una regolare licenza di trasporto passeggeri. Gli autisti lanciano un’App quando sono in grado di portare passeggeri, ma, a differenza di un servizio taxi tradizionale, non sanno dove dovranno andare, e sono tenuti ad accettare qualsiasi destinazione.
Uber calcola l’importo dovuto (tasse e mancia incluse) e addebita automaticamente la carta di credito del passeggero, trattenendo una percentuale, senza bisogno di contanti. Alla fine del viaggio, il guidatore e il passeggero si valutano reciprocamente, il che consente di stabilire un punteggio di reputazione, utile per scoraggiare sia i cattivi guidatori che i cattivi passeggeri.
Anche se è possibile avere un’idea delle tariffe, non si può calcolare il costo di un viaggio, e le vetture non sono prenotabili in anticipo. Il meccanismo di fissazione dei prezzi stimola i guidatori a rendersi disponibili nei periodi di punta, anche se in qualche caso ci sono state proteste di clienti che ritenevano di aver speso troppo. L’App ti avvisa nei momenti in cui le tariffe salgono per la forte domanda, ma resta impossibile calcolare la tariffa complessiva applicata.
Aumenta la competizione
La progressiva convergenza di queste tecnologie ha fatto e sta facendo nascere numerosi sistemi di noleggio con conducente come Uber, anche con qualche altro servizio in più (la prenotazione del veicolo, o maggiore chiarezza sulle tariffe effettive). Ne sono esempi GroundLink, partito l’anno scorso, e RideChange’s Sedan Magic, che ha lanciato la sua App nel maggio di quest’anno.
Inoltre, anche le compagnie di taxi si stanno muovendo, lanciando iniziative simili anche in Europa.
Tuttavia il CEO di Uber sostiene di non essere preoccupato della concorrenza, e i tassi di crescita del 20-30% mensile sembrano per ora dargli ragione.
è un servizio che “ammazzerà” il lavoro degli NCC “seri”ed anche dei Taxi…
Per esempio:; Milano città – Malpensa viene offerto da Uber a 92 euro iva inclusa: l’autista ncc deve togliere l’IVA, le tasse, e la percentuale per UBER…..qunto gli resta? circa 35/40 euro? forse….
…il vantaggio di questa APP è solo di UBER (che infatti non ha automezzi prorpri….) e degli utenti (ovviamente…)
Leggete una lettera appena pubblicata di un NCC qui: http://guidancc.blogspot.it/2013/03/il-caso-uber-ncc.html