Michael Roth su Rental Equipment Register lo dice chiaramente: la recessione sta colpendo in un modo o nell’altro tutti i noleggiatori, tranne un numero ristretto di operatori di nicchia.
Ovviamente si riferisce al mercato americano e mondiale, ma le sue considerazioni valogono per il noleggio anche in Italia.
L’ultimo trimestre 2008 è stato uno dei peggiori di sempre, e anche il primo del 2009 non è stato molto meglio. In Italia, aggiungiamo noi, alcuni operatori dell’edilizia hanno rilevato anche un impatto non indifferente del pessimo clima (meteorologico, non di fiducia del business).
Le imprese, a fronte della minore domanda di noleggio, hanno preso due strade: la prima è la riduzione dei canoni, scelta non solo dagli operatori che da sempre hanno una spiccata tendenza a praticare canoni più bassi, ma da tutti o quasi. La seconda è l’accelerazione della dismissione della flotta usata, o quantomeno un forte rallentamento del tasso di sostituzione delle macchine. In questa seconda ipotesi, tuttavia, non tutti riescono a trovare mercato per le proprie macchine usate: l’offerta è satura, e sono in qualche modo favoriti gli operatori che hanno canali privilegiati di trasferimento delle macchine usate.
In questo senso, forse è una benedizione che molti noleggiatori non abbiano sistemi avanzati di misurazione della reddività del parco macchine: il ROI medio per macchina, a fronte di una dismissione anticipata a prezzi di mercato non esaltanti per l’usato, difficilmente sarà elevato.
Un’altra area che ha subito l’impatto della crisi è poi quella dello sviluppo: sono state bloccate quasi tutte le attività di espansione della rete e della forza lavoro.
Ovviamente a tutto questo si aggiungono i tagli sulle spese generali e su quelle ritenute meno importanti (in cui però bisogna fare attenzione a non eliminare o penalizzare eccessivamente attività che in realtà portano beneficio agli affari).
Quando ci sarà la ripresa? Nessuno lo sa con precisione. Stabilmente le cose non miglioreranno prima dell’ultimo trimestre di quest’anno, almeno; purtroppo non possiamo escludere revisioni di queste stime, nel senso di un allungamento più in là nel tempo. Un minimo di beneficio arriverà forse in questo trimestre, se la stagionalità e il clima aiuteranno, ma soprattutto perchè i livelli sono già negativi, ed è più facile mettere a segno una performance positiva partendo da una situazione difficile.
Staremo a vedere, e vi forniremo tutte le notizie utili a misurare le vostre performance con il mercato.
Nel frattempo, ogni commento è bene accetto…
In un mercato sempre più competitivo ed estremamente mutevole, uno dei limiti più grandi è quello di non poter disporre di statistiche recenti. Se 20 anni addietro era possibile pianificare strategie basandosi sui dati di 3/4 anni prima oggi non è più possibile. In 3/4 anni il mercato può essere completamente cambiato. È però un limite intrinseco della statistica e richiede delle mutazioni sostanziali nella modalità di raccolta ed analisi dei dati anche da parte degli specialisti.