La Banca d’Italia ha pubblicato i risultati dell’indagine congiunturale sul credito bancario (BLS) per il mese di luglio. L’indagine fa parte di un più ampia iniziativa coordinata dalla BCE a livello europeo, e si basa su un questionario compilato da un campione di istituti di credito.
L’iniziativa costituisce un buon punto di partenza per valutare gli impatti sul credito in Italia, partendo da chi ha in mano i dati.
Come si leggono i dati
L’indagine prevede un questionario con risposte chiuse su cinque livelli. Le risposte sono pesate in base al numero di rispondenti, ed elaborate in modo da fornire un indice cosiddetto di diffusione, che varia da 1 a -1. Per i quesiti relativi alle condizioni dell’offerta, i valori attribuiti sono:
- 1 = notevole irrigidimento
- 0,5 = moderato irrigidimento
- 0 = sostanziale stabilità
- -0,5 = moderato allentamento
- -1 = notevole allentamento
Per i quesiti relativi alle condizioni della domanda, i valori attribuiti sono:
- 1 = notevole espansione
- 0,5 = moderata espansione
- 0 = sostanziale stabilità
- -0,5 = moderata contrazione
- -1 = notevole contrazione
Prestiti alle imprese
Nel secondo trimestre 2009 l’indice relativo ai criteri applicati per la concessione di credito alle imprese era di 0,13, quindi negativo (segnala cioè un certo irrigidimento delle condizioni praticate), ma comunque inferiore ai livelli anche di 0,50 registrati tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, in piena crisi finanziaria. Il livello previsto dagli intervistati per i prossimi tre mesi è di 0,06, anche se va segnalato che questo dato negli ultimi trimestri è sempre stato sottostimato in fase di previsione (le cose potrebbero essere leggermente peggiori fra tre mesi, insomma).
Le stesse banche ammettono, ad alcuni mesi di distanza dagli interventi della BCE e del governo italiano, margini (spread) in aumento, in particolare per i clienti ritenuti più rischiosi. Non si segnala irrigidimento sugli altri elementi del rapporto con la clientela. L’esigenza delle imprese di gran lunga più rilevante riguarda la ristrutturazione del credito (indice = 0,44).
Prestiti alle famiglie
I prestiti alle famiglie mostrano un leggero irrigidimento, grosso modo analogo a quanto visto a proposito delle imprese (indice = 0,19). Le famiglie, secondo gli intervistati, hanno comunque sofferto meno delle imprese della crisi del credito negli ultimi trimestri. Nei prossimi tre mesi si prevede un leggero miglioramento (l’indice passa a 0,13), ma valgono le considerazioni viste in precedenza sull’ottimismo di queste previsioni.
Nel caso dei prestiti alle famiglie le banche indicano un leggero peggioramento dei loro spread, ma anche una richiesta di garanzie maggiori (ad esempio, un valore maggiore dell’anticipo sul mutuo).
Le attese per i prossimi tre mesi
Le banche si attendono una domanda stabile di credito da parte delle aziende, e una riduzione della richiesta di mutui e credito dal consumo da parte delle famiglie. Le motivazioni per quest’ultimo dato, in particolare, sono di una minore domanda di beni durevoli.
Le stesse banche, in conclusione, sembrano implicitamente ammettere le problematiche registrate su più fronti e denunciate dalle imprese: meno credito a disposizione, interessi più elevati, necessità di ristrutturare il proprio sistema di finanziamento. Alcune considerazioni analoghe si possono fare sulle famiglie, dove però ci preoccupa di più l’ulteriore conferma di come queste ultime stiano rimandando le spese “importanti”, e l’effetto che questo può avere sul mercato immobiliare.
Torneremo su questo tema in futuro: nel frattempo diteci la vostra.
Sembra ci sia una ripresa, almeno riguardo alla concessione dei mutui casa, speriamo…