La crescita del noleggio è un fattore di debolezza?

piattaforma aerea su piramide carte da gioco
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Cari lettori,

vi mandiamo in vacanza con una domanda: può la crescita del noleggio diventare una causa della sua debolezza? Di seguito proviamo a rispondere, sperando di stimolare la condivisione del vostro pensiero nei commenti.

I numeri del noleggio degli ultimi tre anni hanno evidenziato un trend di crescita del settore pressoché generalizzato.

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Se pensiamo che, nello stesso periodo, i volumi di lavoro nel mercato delle costruzioni – settore dove il noleggio tradizionalmente si esprime – sono rimasti pressoché al palo, ricaviamo l’impressione che questa crescita sia stata generata da almeno due fattori, entrambi positivi.

Il primo è il cambiamento delle abitudini da parte delle imprese utilizzatrici, ora più propense a rivolgersi ai noleggiatori con costanza, anziché solamente per affrontare picchi di lavoro (che, appunto, non ci sono).

Il secondo è la convergenza di una maggiore domanda proveniente da nuovi settori industriali, per i quali il noleggio rappresenta una risposta articolata, data la molteplicità delle sue espressioni (lungo termine, con operatore, con service eccetera) e quindi anche un approccio più consapevole dovuto alla migliore attitudine strutturale del segmento industria rispetto a quello delle costruzioni verso le scelte strategiche, che dovrebbe far percepire ai noleggiatori una minore volatilità.

Questo supporto del noleggio ai processi di reingegnerizzazione dell’operatività delle imprese e della loro necessità di ottimizzare le risorse a disposizione, è certamente il lato forte della crescita. Occorre però chiedersi se non esistano anche fattori di debolezza e su questi porre l’attenzione, per individuare meccanismi in grado di superare le criticità e rendere la dinamica tra domanda e offerta più stabile nel tempo.

I margini per uno sviluppo del settore ci sono: è, infatti, evidenza inconfutabile che il noleggio italiano mostri una percentuale di penetrazione ancora ridicola se paragonata agli altri Paesi europei. In questo senso, la crescita che premia tutti rappresenta proprio il principale fattore di fragilità di questo giovane mercato.

Una causa può essere la mancanza di una visione strategica e sistemica di lungo periodo in grado di orientare stabilmente i comportamenti e gli atteggiamenti degli operatori, magari aiutata nella sua cornice, ad esempio le normative. Una riprova di questa affermazione è la permanente instabilità della clientela del settore costruzioni, soggetti ancora troppo propensi a saltabeccare da un noleggiatore a un altro in funzione delle (presunte) convenienze del canone nominale. Il noleggio italiano è un mercato ancora nuovo, instabile, nel quale troppi player si sono affacciati, e continuano a farlo, senza un’adeguata preparazione, ma allettati dai trend di crescita. Per questo motivo, oggi più che mai, si deve investire soprattutto in formazione e informazione: far conoscere per operare e conoscere per essere preparati a dialogare in modo moderno e convincente con una clientela che può e deve essere accompagnata alla fidelizzazione su elementi di qualità e strategia, non solo di presunta convenienza.

La seconda causa di debolezza è una conseguenza della prima: il noleggio non è ancora entrato in maniera organica all’interno dei meccanismi di filiera. Il che pone almeno due interrogativi: da un lato su quali possano essere i driver di sistema verso uno sviluppo stabile di un settore che, da noi, non ha ancora raggiunto la sua pienezza strutturale, ma che al contempo presenta un orizzonte di crescita di notevole entità. Dall’altro lato occorre riflettere sulle conseguenze del trend di crescita allettante, che invoglia molti (troppi) attori a entrare in scena con l’intento di diventare precocemente protagonisti.

La mancanza assoluta di barriere in entrata – a parte quelle relative alle capacità finanziarie – è certamente uno dei fattori critici e di rischio per la qualificazione del settore che dovrebbe invece vedere nella qualità assoluta (e anche nella sua espressione tecnologica) il suo asset più importante, vincente e attrattivo. A mio parere, un filtro maggiore dovrebbe essere fatto congiuntamente da tutti gli stakeholder che hanno nel noleggio un punto di convergenza dei propri interessi. In primis le associazioni: alcune lo fanno in modo sempre più esplicito, altre decisamente meno, preferendo continuare ad agire in modo più sfumato. Non è più permesso però farlo per imbarcare tutti, in questo viaggio verso la spinta a una crescita consolidata.

E’ vero che tutti i grandi sono stati prima piccoli e poi medi, ma pretendere da subito un livello minimo di “intenzione” e di espressione organizzativa è doveroso, se ci si vuole presentare al mondo imprenditoriale come sistema economico di imprese affidabili e non come un’accozzaglia di soggetti mordi e fuggi. Quindi, un plauso alle associazioni  e alle realtà che ci mettono la faccia senza se e senza ma anche a costo di scontentare qualcuno e di vedere diminuita la propria base. Il noleggio non deve diventare un club, o il ritrovo per qualche happy hour con pacche sulle spalle.

Detto fuori dai denti, noi siamo qui per fare la nostra parte: le realtà consulenziali che fanno capo a questo portale sono da supporto al settore da oltre dieci anni e oggi più che mai possono aiutare i noleggiatori, che lo desiderano, a crescere in ogni fase di questo passaggio verso uno sviluppo strutturato: dalla formazione professionale e personalizzata di Rental Academy, alle rilevazioni di mercato; dalla scelta e applicazione della necessaria tecnologia, alle attività di comunicazione e di coinvolgimento della clientela e molto altro.

E mi pare che anche associazioni come Aniasa e Assodimi stiano facendo la loro parte nello spingere i soci verso una più evidente professionalità d’insieme. Forse altre strutture aggregate dovrebbero trattare il noleggio in modo meno naif,  ad esempio gli organizzatori di fiere e grandi eventi: va bene inserirlo come elemento attrattivo, ma bisogna anche tirare fuori idee concrete per metterlo veramente al centro e portarlo alla giusta attenzione. E magari lavorare insieme mettendo da parte gli aspetti più bassi della competizione. Per raggiungere i propri obiettivi non è sempre obbligatorio concentrarsi su come non far raggiungere gli obiettivi dei propri competitor. Bisogna lavorare insieme per crescere insieme, poi ci si guadagna tutti.

uomo che costruisce una piramide di carte da gioco

Un mercato che mostra numeri importanti come quello del noleggio, resta un elemento positivo a priori, e questa è forse la principale considerazione che hanno fatto le strutture finanziarie nel mutato atteggiamento verso i noleggiatori. Paradossalmente, in assenza di barriere di entrata e nella ricerca di riposizionamento di alcuni attori – soprattutto dopo l’ingresso di player internazionali di una certa potenza economico-strutturale – è la scarsa qualità dei fondamenti di questa crescita a rappresentare il punto debole per il consolidamento di tutto il settore.

Una crescita troppo veloce e indiscriminata induce vulnerabilità nel sistema. Soprattutto se non la si percepisce integrata in un meccanismo complessivo di miglioramento della qualità della domanda e del sistema produttivo dei settori sbocco. Anche questo è un altro compito dei noleggiatori: produrre cultura, argomenti, studi economici a confutabile riprova dei benefici offerti. E poi farli sperimentare nei fatti. Diffondere ignoranza o far percepire un valore così scarso che lo si può anche svendere come se non ci fosse un domani – come fanno quelli che vendono i divani con uno sconto imperdibile che non termina mai – non porta da nessuna parte.

Certo, la fragilità è un problema di molti settori produttivi, non solo del noleggio e dei suoi interlocutori, perché a monte c’è uno scenario economico dominato dall’incertezza e, purtroppo, uno scenario politico che non sembra incentivare chi si rimbocca le maniche. La funzione strategica del noleggio all’interno della filiera industriale dovrebbe essere quella di amplificare le opportunità, agevolare le nuove necessità ed esaltare le capacità competitive, attenuando i fattori potenzialmente critici per quella auspicabile crescita con basi solide che abbiamo descritto.

La bassa percezione del noleggio come elemento strategico però si vede sempre a occhio nudo. Ed è forse questo che preoccupa alcuni analisti, quando delineano con molta prudenza le future proiezioni di crescita del settore, già a partire dalla metà del 2020.

Spaventando un po’ anche chi investe per servire il noleggio con prodotti e servizi ad alta efficienza tecnologica.

Buone vacanze a tutti.

Tag dell'articolo: noleggio

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