La sharing economy oggi è entrata a far parte della nostra quotidianità. Dalle biciclette in città alle case per le vacanze sembra che non esista un ambito di azione che non preveda anche la versione in condivisione. I millenials sono protagonisti di questa rivoluzione. Secondo collaboriamo.org, infatti sono loro che maggiormente utilizzano le piattaforme di scambio e baratto di oggetti vari (10%), di accomodation (10%), di mobilità con servizi forniti da aziende/enti in abbonamento/compenso (9%), di mobilità con servizi forniti da altre persone dietro compenso (8%). In realtà il pubblico italiano si sta ben adeguando ai servizi in condivisione, anzi, li apprezza sempre di più.
In principio era l’auto
Lo sviluppo del car sharing, nato in Svizzera per iniziativa di alcuni privati motivati da ideali prettamente ecologici, si è diffuso a macchia d’olio prima nelle grandi città con auto e zone di sosta attrezzate, fino ad arrivare al singolo viaggio attraverso piattaforme come BlaBlaCar, allontanandosi dall’idea originaria della multiproprietà per approdare a un’organizzazione di offerta del servizio basata secondo criteri prettamente commerciali. Dall’auto alla bicicletta il passo è stato breve, e così le maggiori città europee, complice il turismo, hanno iniziato a puntare sui servizi di bike sharing. Oggi, in Italia, ci sono stazioni intercomunali che permettono di muoversi da un paese all’altro su due ruote senza problemi. Anche in questo caso lo sviluppo è stato veloce. Il rapporto Legambiente ha rilevato che il 60% dei comuni italiani fa parte di una rete di noleggio biciclette: 11 le città che contano più di 150 mezzi, con picchi importanti di 500 biciclette e 16mila abbonati a Brescia, 950 biciclette e 21mila abbonati a Torino e 4.650 biciclette e 45mila abbonati a Milano.
Vacanze fai da te
Ovviamente il turismo ha subito colto la palla al balzo e se all’inizio la condivisione era “solo” di un divano per un paio di notti (ricordate il couchsurfing?), con Airbnb il servizio si è allargato. La piattaforma oggi conta 180mila host solo Italia e coinvolge utenti di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali. Oltre al risparmio economico, infatti, i viaggiatori apprezzano la possibilità di entrare in contatto con le persone del luogo e di poter vivere la vacanza con meno regole e restrizioni. In questo caso, l’avvento delle compagnie low cost ha giocato un ruolo importante. La possibilità di acquistare un biglietto a basso costo permette di bypassare le agenzie viaggi e organizzare la propria vacanza in casa, basta solo una connessione internet.
Ma non è tutto oro quel che riluce
Va però segnalato che, molto spesso, dietro ad alcuni servizi o prodotti offerti attraverso i portali di sharing economy si nascondono degli inghippi. Soprattutto quando si parla del cosìddetto noleggio tra privati, va ricordato che sia il noleggiante che il noleggiatore sono spesso non addetti del settore; ed è facile ritrovarsi con un servizio scadente o con un oggetto restituito non più utilizzabile. Assicurazioni, cauzioni e raccomandazioni varie non hanno spesso un valore reale e legale per cui ci si potrebbe ritrovare in situazioni poco piacevoli. Anche le norme in uso in questi “marketplace” sono spesso raffazzonate, quando non improvvisate.
Perfino i portali più strutturati come AirBnb hanno dovuto far fronte a inconvenienti e disavventure che, man mano che si presentavano, portavano a nuove regole e risoluzioni. Certo è che, se si desidera stare tranquilli, sarebbe meglio affidarsi a realtà professionali organizzate, che non si improvvisano noleggiatori con la scusa della condivisione; soprattutto in caso di piccoli oggetti o attrezzature offerte da privati su portali ancora in fase di rodaggio.
Non fatevi tentare unicamente dal prezzo, prestate attenzione soprattutto al servizio.
Se no che noleggio è?