La battaglia più importante a cui tutte le aziende, nessuna esclusa, partecipano, è quella per l’attenzione dei potenziali clienti.
Prendiamo come esempio Internet: prima o poi tutti i big cercano un modo per massimizzare la conversione dell’attenzione dei loro utenti in soldi, attraverso pubblicità, vendita di servizi o altro.
Facebook ha creato una piattaforma in cui ciascuno di noi può creare un profilo e usarlo per condividere le cose che ritiene interessanti con gli amici, e poi con gli amici degli amici, e così via. Con il passare del tempo, la quantità di segnalazioni e aggiornamenti diventa enorme, e diventa sempre meno utile condividere le cose su questo sito. Facebook crea algoritmi che decidono per noi che cosa vedremo delle migliaia di condivisioni dei nostri conoscenti, e permette a chi paga di risalire la classifica, di essere più visibile. E’ Facebook a decidere che cosa sottoporre alla nostra (scarsa) attenzione.
LinkedIn nei mesi scorsi ha chiesto a molti blogger e opinion leader di scrivere articoli da promuovere sulla sua piattaforma, dando loro in cambio l’attenzione degli iscritti. Anche qui l’obiettivo è rendere LinkedIn l’unico posto in cui (lavorativamente) passiamo il nostro tempo e a cui diamo attenzione.
Google ha cancellato un lettore di feed RSS (Google Reader) usato da milioni di persone, che pure funzionava benissimo da solo senza quasi alcun costo di manutenzione. Lo ha fatto perché il sistema RSS è un sistema aperto, senza padroni, che chiunque può usare sia per trasmettere che per ricevere informazioni. Ma Google vuole invece che si usi il SUO sistema di comunicazione (Google+), dove può facilmente controllare l’attenzione e la pubblicità).
Qualche settimana fa Google ha inoltre deciso di sapere meglio di noi anche come gestire la nostra posta, creando una serie di etichette in Gmail che dividono le promozioni dai messaggi più importanti. Solo che nella linguetta delle promozioni finiscono anche i messaggi che non sono promozionali, ma semplicemente quelli a cui ci si è iscritti (newsletter, blog, eccetera).
Ora, è vero che probabilmente per qualcuno sarà un servizio davvero utile. Ma la motivazione per cui Google lo ha attivato non è fornire qualcosa di utile ai suoi utenti: è avere uno strumento di controllo della visibilità delle email future, con il quale stabilire chi merita di avere più attenzione e chi meno.
Gli utenti di questi servizi sono sempre meno clienti e sempre più i prodotti rivenduti a qualcun altro.
E la quantità di attenzione che il pubblico può dedicare non aumenta, anzi si riduce sempre di più.
Il vostro messaggio deve essere sempre di più centrato, utile, affidabile e degno di attenzione, altrimenti è destinato a perdersi nel mare dell’anonimato.
P.S.: se siete abbonati ai nostri aggiornamenti via email e usate Gmail, probabilmente i nostri messaggi sono stati messi nella cartella “Promozioni”. Spostateli nella cartella “Principale”: è sufficiente trascinarli con il mouse da una all’altra. Qui trovate invece le istruzioni su come rimuovere definitivamente la nuova visualizzazione, che magari per qualcuno è anche meglio.