L’autonoleggio comincia a soffrire

3 Marzo 2020

autonoleggio covid
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Com’era prevedibile, il clima di allarme generalizzato ha bloccato gli spostamenti turistici e di lavoro nel nostro Paese. Fioccano le disdette di gran parte delle prenotazioni per il break pasquale, ma pesanti ripercussioni si vedono a occhio nudo negli aeroporti e nei centri urbani.

A soffrirne è naturalmente il noleggio di auto a breve, ma segnali negativi si stanno manifestando anche per le flotte aziendali e per il noleggio veicoli, che ogni anno immatricola il 25 per cento delle auto nuove. Infatti l’emergenza, in questi giorni particolarmente evidente per le attività di rent-a-car, presto si farà sentire anche sul noleggio a lungo termine (oltre 1 milione di veicoli in circolazione in Italia) con le aziende costrette a tagliare anche gli investimenti sulle flotte e ad allungare ulteriormente le durate dei contratti in essere, in attesa di tempi migliori.

La diffusione del Coronavirus nel nostro Paese e l’allarme mediatico che, in particolar modo negli ultimi dieci giorni, lo sta accompagnando, hanno prodotto un brusco stop delle attività di autonoleggio; una situazione che, se l’attuale fase di emergenza dovesse protrarsi senza interventi concreti da parte del Governo, potrebbe mettere a serio rischio la sopravvivenza di alcuni operatori in Italia.

L’allarme arriva in una tempestiva nota di Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, a seguito dell’incontro convocato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli con le principali associazioni della logistica e del trasporto. Queste le parole di Massimiliano Archiapatti, Presidente di Aniasa, pronunciate a margine dell’incontro.

“In questi primi dieci giorni di emergenza le attività di noleggio a breve termine, perno dell’offerta turistica del nostro Paese, sono rimaste ferme al palo. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il settore ha registrato a livello nazionale una contrazione di noleggi fino al -80%. Il clima generalizzato di panico, indotto anche da una comunicazione spesso eccessivamente allarmistica, ha provocato una sostanziale paralisi degli spostamenti per lavoro e turismo nel nostro Paese. Ciò che preoccupa le nostre aziende, ma più in generale l’intera filiera turistica, sono le numerose disdette, arrivate dall’estero e dall’Italia, delle prenotazioni per le festività pasquali ormai definitivamente compromesse. Il persistere dell’attuale situazione renderà la stagione disastrosa. Abbiamo chiesto al Ministro di attivare tutti gli interventi necessari a livello Nazionale – non solamente nelle aree maggiormente colpite dal virus – per assicurare la tenuta di un settore strategico per la mobilità cittadina, turistica e aziendale del Paese che impiega 20mila addetti e ogni anno immatricola 461mila vetture (25% del totale), gestendo quotidianamente la mobilità di oltre 1 milione e 200mila veicoli di ultima generazione”.

 

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