Se leggo le notizie, online ma anche cartacee, è tutto un gran dire quanto il nostro paese sia in ripresa, che il mercato del noleggio registra dati positivi, che gli italiani noleggiano di più d’estate e per le vacanze. Bene, penso io. Ma poi, poco più giù leggo che gli italiani non vanno in vacanza, che la crisi ha colpito fortemente il settore alberghiero e del terziario in generale e sento ristoratori, albergatori e gestori di attività balneari sottolineare il forte calo delle prenotazioni e presenze.
Ma nella mia mente, soprattutto per l’estate il noleggio di un automezzo e il soggiorno in una località turistica sono fortemente legati. Cosa sta succedendo allora?
Immagino che molto sia dovuto alla cassa di risonanza che ha colpito il mondo del noleggio nell’ultimo periodo, quasi fosse la soluzione a tutti i mali del mondo. Altrettanto credo che sia sovrastimata la negatività in cui verte il settore del turismo. Ma credo anche che molto si stia giocando tra privati. In un momento in cui si cerca di risparmiare, molti sono gli italiani che, un po’ per ammortizzare le spese dell’imu, un po’ per rientrare dei costi vivi che sono sempre più alti, affittano la propria (seconda) abitazione per le vacanze.
Scorrendo le pagine di subito.it e di ebay annunci è evidente come il fenomeno, che una volta passava attraverso le agenzie specializzate, ormai si giochi praticamente solo sulla rete. Purtroppo il fenomeno spesso alimenta anche il così detto mondo sommerso dell’evasione, in quanto ci si accorda verbalmente e non esiste un vero e proprio contratto di locazione. Spesso anche i viaggi avvengono in modo totalmente diverso dal passato, meno treni e aerei e più condivisione. Blablacar e simili sono fonte di ispirazione soprattutto per chi lavora o studia fuori sede e ne approfitta per tornare a casa, ma anche per chi si muove in direzione del mare e delle montagne e decide di condividere il viaggio con simpatici sconosciuti, risparmiando tempo e, soprattutto, denaro.
A conti fatti, sentendo i dati rilasciati nei giorni scorsi sulla nostra situazione finanziaria, tralasciando il caos politico in cui viviamo, e il sentimento di incertezza che, ahimè, ci attanaglia, credo che gli italiani abbiano obbligatoriamente modificato le proprie abitudini vacanziere: come darci torto?