Industria 4.0 e green economy, terreni fertili per il noleggio

Negli articoli precedenti abbiamo parlato spesso di Industria 4.0. Come ci ha raccontato Oliviero Cresta la scorsa settimana, sono diversi i settori che hanno saputo cogliere le opportunità derivanti dall’evoluzione tecnologica e digitale. Un ambito, questo, che riserva grandi vantaggi e potenzialità anche per il settore del noleggio.

Allo stesso tempo, tuttavia, un altro orientamento che – soprattutto dopo l’espansione dell’emergenza sanitaria – ha preso piede, è quello della cosiddetta green economy. Nei mesi scorsi vi abbiamo introdotto, un po’ a sprazzi, proprio questo tema, portando l’esempio di diverse aziende del settore che hanno deciso di dare un’impronta sempre più sostenibile al proprio parco mezzi, per esempio. Ma anche alle attività pratiche e organizzative che stanno alla base del funzionamento dell’azienda stessa.

Ma come mai questi due orientamenti appaiono così appetibili agli occhi delle realtà aziendali e perché anche il settore del noleggio potrebbe trarne delle opportunità interessanti?

I numeri dell’Industria 4.0

In un recente articolo pubblicato su TCE Magazine, la risposta a questa domanda è presto detta: l’81 per cento delle realtà italiane ha già scelto di abbracciare progetti centrati sull’Industria 4.0.

Nel settore del noleggio, per esempio, il monitoraggio delle macchine da remoto o la possibilità di gestire il processo produttivo direttamente grazie a sistemi informatici di fabbrica, sono solo alcune delle tecnologie che già vengono utilizzate. Ma, molto semplicemente, anche la digitalizzazione degli strumenti a disposizione degli operatori segna un notevole passo avanti.

Che si tratti di una conseguenza della pandemia o meno, una ricerca resa pubblica nei giorni scorsi da The Innovation Group e ContactValue e presentata in occasione dello Smart Manufacturing Summit 2021 ha evidenziato una forte motivazione a destinare parte del budget proprio alla realizzazione di questi progetti.

Il come approcciare questo tipo di iniziative, dipende molto dal tipo di azienda. La ricerca ha evidenziato che, nella maggior parte dei casi, viene costruita una roadmap di obiettivi, più facili poi da monitorare nel tempo. In merito, invece, alle tecnologie utilizzate, lo spazio di manovra è molto ampio.

Alcuni settori, per esempio, sono andati oltre il “semplice” monitoraggio da remoto e hanno chiamato in causa l’intelligenza artificiale. Stiamo parlando, nello specifico, di un’azienda operante nel settore cleaning, che ha dato vita a una lavapavimenti connessa in grado di aiutare il settore a migliorare i processi di produzione, oltre che rispettare l’ambiente.

La centralità dell’impronta ambientale

Proprio questo è il secondo aspetto che, in seguito anche all’emergenza dovuta al Covid-19, ha influenzato diverse realtà del noleggio italiano.

Sempre più, infatti, le aziende investono nella green economy. Questo non solo in termini di parco mezzi o gestione dei processi aziendali, ma anche e soprattutto in termini di personale. Il 39 per cento delle aziende ricerca e assume persone che vantino competenze nell’ambito della sostenibilità ambientale, oltre che una forte attitudine nei confronti di queste tematiche.

Secondo una ricerca condotta da Unioncamere, possedere questo tipo di conoscenze diventerebbe fondamentale e sarebbe considerato con un grado di importanza “elevato”, rispetto ad altre competenze. In particolar modo, tra le professioni a cui sono richieste queste nuove green skills, spiccano:

• ingegneri civili
• ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni
• tecnici della gestione dei cantieri edili
• tecnici della sicurezza sul lavoro
• ingegneri energetici e meccanici

Allo stesso modo, i settori in cui questo tipo di skills diventano essenziali, sono:

• il settore delle costruzioni
• la meccatronica
• il turismo
• la ristorazione
• i servizi avanzati di supporto alle imprese