E’ questo il titolo del paragrafo in cui si parla di servizi di sharing nel “Focus sulla mobilità urbana nel 2014”, un rapporto recentemente pubblicato dall’Istat che tratta a 360 gradi di tutti i temi relativi agli spostamenti dei cittadini, dall’uso dei mezzi pubblici a quello delle auto private.
Lo trovate a questo link sul sito del nostro Istituto Nazionale di Statistica.
Da sempre noi di Rental Blog siamo attenti alle modalità con cui l’Istat legge i cambiamenti degli stili di vita e di consumo degli italiani, e di come racconta, a suo modo, anche l’evoluzione del noleggio. E’ stato così, ad esempio, per le variazioni del paniere utilizzato per il calcolo degli indici di inflazione, da sempre specchio del paese e delle sue abitudini. Abbiamo notato ad esempio l’abbandono del noleggio di DVD, e poi l’ingresso dei servizi di bike e car sharing.
E questo rapporto, dedicato a un carotaggio specifico di un settore importante dal punto di vista delle ore che molti di noi spendono ogni giorno di lavoro nel traffico o sui mezzi pubblici, non è differente. Al suo interno, infatti, si trova un paragrafo espressamente dedicato ai servizi di mobilità condivisa, dove l’Istat, sulla base delle sue indagini, fa notare ad esempio che
Il servizio di car sharing, incoraggiato come forma di mobilità sostenibile, è presente in 23 città (18 del Nord). La principale novità del 2014 è l’apertura del mercato italiano a operatori privati che offrono il servizio nella modalità a flusso libero (free flow), che prevede il prelievo e il rilascio dell’auto in qualsiasi stallo di sosta entro un perimetro dato, mentre fino ad allora il car sharing era offerto esclusivamente da operatori pubblici o semi-pubblici nella modalità a postazione fissa (station-based), che prevede il prelievo e la riconsegna dell’auto in postazioni prestabilite.
Il documento, nelle note, non manca di segnalare anche che i servizi di sharing a flusso libero sono orientati soprattutto a un pubblico anche occasionale, mentre quelli a postazione fissa a un’utenza più strutturata e abituale. I primi richiedono flotte molto più numerose dei secondi, tanto che a Milano, ad esempio, il numero dei veicoli disponibili nei sistemi a flusso libero è quasi cinque volte superiore a quello dei sistemi a postazione fissa.
Il Focus poi prosegue
I servizi a postazione fissa contano 1,6 utenze ogni mille abitanti (3 al Nord e 2,4 nei grandi comuni) e dispongono di 5 veicoli ogni 100 mila abitanti (9,3 al Nord e 7,9 nei grandi comuni). Rispetto al 2011, il numero delle utenze è cresciuto del 52,3%, ma accusa una lieve flessione sull’anno precedente (-1,1%). Analogamente, la dotazione dei veicoli è aumentata del 39,5% rispetto al 2011 ma segna un calo del 3,8% nell’ultimo anno.
E’ interessante poi notare come, a parità di chilometri percorsi, in media, per ciascun veicolo, i servizi a postazione fissa registrino un chilometraggio medio per utente molto superiore a quello dei servizi a flusso libero. Nel primo caso, infatti, si tratta di servizi che davvero sostituiscono l’uso dell’auto di proprietà di alcune persone, che li sfruttano per molti loro spostamenti. Nel secondo, invece, si tratta di un uso più occasionale, che fa da complemento ad altri, basati sull’auto di proprietà o sui mezzi pubblici.
Dal car al bike sharing
Per quanto riguarda poi il bike sharing, il Focus elenca le ultime statistiche ufficiali.
Continuano a crescere anche i servizi di bike sharing, presenti in 60 città (tre in più dell’anno precedente e 12 in più del 2011), con oltre 11 mila biciclette disponibili (6,1 ogni 10 mila abitanti) e quasi 1.200 postazioni di prelievo e riconsegna (5,7 ogni 100 km2).(…) Il numero delle biciclette è aumentato di oltre il 20% sull’anno precedente e quasi raddoppiato rispetto al 2011.
Purtroppo, sul fronte tanto del car sharing che del bike sharing, le città del Nord sono decisamente avanzare rispetto a quelle del Mezzogiorno, e le statistiche illustrate lo mostrano in modo chiaro. Si tratta dei due sistemi di mobilità che crescono di più in assoluto (rispettivamente, del 39,5% e del 96,7% rispetto al 2011), e che meritano ulteriori approfondimenti.
Il Focus costituisce quindi un utilissimo documento da leggere non solo sul tema del consumo condiviso, ma più in generale su quello della mobilità urbana, con informazioni utili su temi come le piste ciclabili, i livelli di soddisfazione del servizio e quelli degli incidenti.
Sarebbe interessante e auspicabile che l’Istat, sulla scorta di altri studi e altri settori che segue, provasse a stimare anche quali sono gli effetti di questi sistemi ad esempio sulle ore perse nel traffico o sulla salute dei cittadini. Si tratta infatti di fenomeni che possono essere sì misurati, ma solo se tali misurazioni avvengono con un rigore scientifico e statistico (e di trasparenza nella condivisione delle metodologie adottate) molto elevati, che sicuramente il nostro Istituto è in grado di offrire.