Un’usanza tipicamente partenopea, quella del caffè in sospeso che consisteva nel bere un caffè e pagarne due, così da lasciare in sospeso un caffè per qualche bisognoso che, entrando, può trovarselo già pagato. Oggi, in quasi tutta Italia, capita che si possa lasciare il pane in sospeso. Abbiamo già parlato di food sharing in passato, la condivisione di cibo non è di certo una novità, soprattutto con gli ultimi preparativi dell’EXPO 2015, interamente dedicata al cibo.
Da Messina a Lodi, da Milano a Lecce, da Roma a Bergamo, in quasi tutte le città dello stivale è possibile pagare il pane per chi ne ha bisogno ma non può permetterselo. A San Colombano al Lambro, a sud di Milano, il pizzaiolo Carmine Buro mette, sin dalle prime luci del mattino a disposizione dei clienti fino a 5 chilogrammi di pane, anche grazie alla collaborazione di alcuni fornitori coinvolti nel progetto. A Padova l’idea è supportata da un gruppo di studenti di Psicologia, che hanno coinvolto, a oggi, 17 panettieri in tutta la città. A Messina è l’ONLUS Associazione Invisibili a coinvolgere i panifici nella iniziativa. Solo per citare qualche esempio.
E nella vostra città? Esiste il pane in sospeso?