Quanto sono disposto a pagare per bere un bicchiere d’acqua?
Dipende. Se l’acqua mi viene offerta a pagamento nei pressi di una fonte di montagna, da cui sgorga la sorgente più pura, probabilmente darò un valore pari a zero. Se lo stesso bicchiere mi venisse offerto dopo tre giorni di cammino nel deserto, con la gola arsa dal sole e dalla sabbia, forse non mi metterò a contrattare il prezzo, anche se decisamente molto elevato. O no?
Lo stesso meccanismo si applica alla percezione del valore di un oggetto (talvolta perfino di una persona); solo che, in questo caso, occorre fare qualche sforzo in più.
Se ciò che mi occorre è un escavatore (che io non possiedo) e il lavoro che dovrò fare è circoscritto in una settimana al massimo, mica girerò per rivenditori alla ricerca della macchina migliore da acquistare. O no?
Al massimo cercherò di dare un valore preciso al costo del noleggio, tenendo in considerazione tutte le variabili in gioco, dalla qualità e pertinenza del mezzo che mi viene offerto, all’assistenza in caso di fermo, alle assicurazioni varie, dato che i costi dovranno essere in qualche modo compatibili al prezzo che mi verrà pagato per il lavoro.
Ma non è diverso il meccanismo da applicare nel caso io stesso, proprietario di oggetti, attrezzature o macchinari che non utilizzo di frequente, cominciassi a pensare di ricavare qualche introito rendendo disponibili le cose di mia proprietà ad altre persone. Certo, dovrò quantificare il grado di attaccamento affettivo a questi oggetti, o magari la paura che non mi saranno più restituiti (può capitare) o qualche altra componente mia personale.
Dov’è la cultura della condivisione?
Oggi, però, gli spazi dove far incontrare domanda e offerta ci sono e c’è pure la necessità di ricavare risorse economiche da proprietà di cui non ci vogliamo disfare mettendoli all’asta su eBay, ma semplicemente permettere che qualcun altro ne possa usufruire dietro il pagamento di un giusto corrispettivo. Penso che anche la domanda, oggi, sia più elevata: per necessità economiche, per abitudini, per strumenti a disposizione. Per bisogno di risparmiare.
Sembra tutto semplice: in teoria questi spazi dovrebbero spopolare, e la cultura del noleggio e della condivisione dovrebbe essere più visibile, come nella maggior parte degli altri Paesi.
E perché allora in Italia non è ancora così?
A parte Ebay, che ritengo sia più utile per la compravendita di altre cose che escavatori o altri macchinari movimento terra, io personalemente per questa cose vado su siti più specializzati come http://www.machineryzone.it/, dove posso guardare in un colpo d’occhio la possibilità di acquistare o noleggiare.