Nonostante la sua sede in stile Art Deco, localizzata in centro a Seattle, l’incubatore di imprese SURF guarda al futuro. L’azienda gestisce uno spazio comune dedicato alle start-up della zona, ma, a differenza degli incubatori classici, che investono capitali e chiedono in cambio una quota immediata o differita delle azioni, SURF offre accesso agli uffici e ai servizi accessori in cambio di un canone mensile.
Quando Seaton Gras fondò SURF, non aveva uno stabile in cui lavorare, e organizzava incontri regolari in spazi presi in affitto. Dalla primavera del 2012 c’è uno spazio di 1.400 metri quadri diviso in uffici e cubicoli, in cui lavorano numerose start-up, per lo più composte di una o di pochissime persone.
L’ambiente è molto giovane, come tutte le start-up che operano nello stabile, e ribolle di idee e forme di collaborazione spontanea tra tutti i membri delle aziende che vi operano. SURF offre inoltre a tutti i suoi clienti corsi e seminari su temi per loro interessanti, come le capacità e conoscenze necessarie per preparare un business plan o una presentazione a potenziali investitori.
Seattle è un’area che si presta al lancio di nuove iniziative: qui sono presenti gli uffici di numerose aziende innovative, come Amazon, Microsoft. Adobe, Facebook, Google e Boeing. Molte aziende sono nate qui, ma poi si sono spostate a San Francisco o nella Silicon Valley.
Seaton Gras da un lato cerca di distinguere chiaramente la sua attività da quella delle aziende che offrono strutture per il coworking, perché queste ultime si limitano a mettere a disposizione uffici, spazi e servizi accessori (come la caffetteria o in qualche caso l’asilo nido), mentre SURF vuole fornire un ambiente di collaborazione e servizi di supporto esclusivamente alle nuove imprese. SURF offre anche un posto vicino alla sua caffetteria a singoli imprenditori, per 50 dollari al mese, ma lo stesso Gras verifica il curriculum di tutti i potenziali clienti, perché vuole selezionare persone disposte a condividere conoscenze e attività con gli altri.
Dall’altro, sarebbe un errore confondere SURF con una non profit. L’azienda fa pagare un canone di affitto a tutti, e ha un modello di business molto chiaro: offrire spazi e prodotti a noleggio, corredandoli di servizi accessori focalizzati sulle esigenze della sua clientela.
SURF ha piani di sviluppo ben chiari, con l’apertura di nuovi centri analoghi in città. Se i suoi piani avranno successo, ci sarà qualche start-up in meno a lasciare il suo nido di Seattle per volare verso sud.