Il noleggio italiano è troppo frammentato

intervista mauro mollo
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Mauro Mollo, CEO e co-fondatore di Mollo Noleggio

Qualche settimana fa, abbiamo pubblicato la prima parte della nostra lunga intervista esclusiva a Mauro Mollo.

In questo secondo articolo, il fondatore insieme al fratello Roberto di Mollo Noleggio, riprende il tema della comunicazione.

Mollo si definisce un imprenditore abbottonato e nella prima parte dell’intervista si mostrava dispiaciuto di aver trasmesso questo suo stile alla propria azienda.

Il tema della comunicazione nel noleggio tocca anche aspetti delicati, non solo di etica e trasparenza, ma di valore comunicato dal sistema nel suo insieme.

Non è sufficiente, infatti, che un noleggiatore comunichi adeguatamente il proprio servizio e il proprio valore al mercato stando sopra o sotto le righe in base al proprio stile.

Se tutto il settore comunicasse il valore del noleggio in modo univoco, il mercato avrebbe una diversa risonanza. Ma per fare questo, occorre che i leader si parlino e collaborino tra loro.

Riprendiamo la chiacchierata con Mauro Mollo proprio su questo tema.

Siamo tutti d’accordo che servirebbe maggiore dialogo tra i leader. Spesso però vi vedo molto critici l’uno nei confronti dell’altro, indicandovi reciprocamente su chi sta rovinando il mercato. Secondo te è solo una competizione giocata male o c’è altro?

Sai una cosa? Io vorrei fatturare il doppio diminuendo del 20 per cento il costo del canone. Sarebbe un successo incredibile per la nostra azienda, forse non per il sistema noleggio se mi metto nell’ottica dei miei concorrenti. La competizione è normale, a capo di queste aziende ci sono manager che più fatturano, anche a discapito dell’incasso, più guadagnano; quindi, è normale che ci siano questi esiti.

Non credi che il sistema noleggio ne guadagnerebbe nel suo insieme se venisse presentato collettivamente in un altro modo? Magari si accorgerebbero del noleggio anche le istituzioni…

Se andiamo a vedere le principali categorie di attività in Italia, credo che il noleggio occupi ancora un ruolo molto marginale per creare interesse all’esterno.

Tuttavia, in Francia i maggiori competitor si sono messi insieme e hanno ottenuto un cambio di normative e agevolazioni fiscali non da poco…

In Italia non c’è ancora nessuno con i loro volumi.

Tu credi o no nella possibilità di collaborare tra competitor al fine di favorire un mercato più maturo e consapevole del ruolo del noleggio all’interno dell’economia?

Penso che questo si potrà fare solo quando in Italia ci saranno le prime tre o quattro aziende del paese che, messe insieme, comporranno fatturati molto importanti, cioè oltre il miliardo.

Quindi, sarà la crescita dei volumi a rendere possibile una collaborazione tra concorrenti?

Certo. Noi abbiamo un mercato incredibilmente frammentato. In Francia, una società da sola supera i 2 miliardi, un’altra sfiora il miliardo e la terza fa 300 milioni. Insieme fanno ben più di tre miliardi e mezzo. In Italia per raggiungere questa cifra servono almeno 4mila noleggiatori. Siamo in tanti, troppi, piccoli e frammentati.

Coordinarsi significa anche sviluppare i volumi complessivi del mercato. A volte sembra invece che stiate puntando a sottrarre volumi gli uni agli altri. Non è un po’ autolesionistico?

Non credo sia così, i fatturati sono aumentati per tutti. Non mi risulta che nel 2021 ci siano state aziende che hanno perso fatturato perché altre glielo hanno sottratto. Quando tutti i fatturati aumentano vuol dire che nessuno si sta distinguendo particolarmente, è solo aumentata la domanda. Le differenze si vedono quando, a parità di condizioni, alcuni crescono e altri peggiorano. Ieri stavo parlando con un piccolo noleggiatore piemontese che ha 20 macchine e mi diceva che sta crescendo del 25 per cento anche lui.

Tu sai qual è la dimensione complessiva del fatturato del noleggio in questo settore in Italia?

Non ne ho idea. Non me ne sono mai preoccupato ed è una mia lacuna.

Non te lo sei chiesto nemmeno per valutare la penetrazione di Mollo all’interno di un mercato di riferimento?

Sicuramente sarebbe interessante farlo, ma ho seri dubbi che un dato del genere, per come viene raccolto oggi, sarebbe veritiero e non inquinato. Ci sono società che dichiarano 30 o 40 milioni all’anno, ma quando a vai a vedere il bilancio scopri che la metà viene dalle vendite perché fanno anche da concessionari per case costruttrici, specialmente nel movimento terra. Quelli non sono noleggiatori, sono concessionari. Usano il noleggio abbassando il canone per poi avere un prezzo competitivo nella vendita. Sono prigionieri delle case costruttrici in quanto devono mantenere numeri di vendita importanti ogni anno, usando il noleggio come strumento di aiuto per realizzarli. Quando poi mandano i dati alle associazioni però ci mettono il fatturato complessivo, non quello reale del noleggio. Se guardi le grandi società estere di noleggio, questo non succede.

A voi non è mai capitato neanche in passato di inquinare i numeri?

No, assolutamente no.

È una questione etica o di identità aziendale?

É una questione personale. Io sono una persona molto basica. Non riuscirei a fare diverse cose insieme e unirle tutte nello stesso bilancio. Il noleggio, tra la gestione finanziaria, l’acquisto di nuove macchine, la loro gestione, la vendita dell’usato, mi occupa al 100 per cento. Dover pensare anche a gestire concessionari, andrebbe sicuramente a intaccare il livello qualitativo del servizio. Nei primi anni avevamo anche noi le concessioni dalle case costruttrici, la vendita dell’edile e altre attività insieme al noleggio, tutte unite nella stessa azienda. Col tempo le abbiamo divise perché tenere tutto insieme in un unico contenitore non dava al mercato un’immagine di professionalità. E il mercato ha sempre ragione. Oggi Mollo noleggia, punto. Non ho neanche la struttura per vendere…

Prima hai detto: “Sarò felice se aumenterò il fatturato abbassando i prezzi”. Posso comprendere quello che intendi perché se un’azienda investe sulla qualità dei processi può giocarsela sul mercato anche a livello di competizione sui canoni. Vista nell’ottica di mercato, però, questa cosa non rischia di essere scambiata per altro? Ad esempio, per una strategia commerciale ancora più aggressiva che svilisce la qualità del servizio offerto?

No, non è svilente. Qualche anno fa potevi comprare un’auto straniera avanzata con tutti gli optional del caso e pagarla il 25 per cento in meno del corrispettivo italiano, e non era certo svilente. E allora, o l’azienda italiana si adeguava e cercava di capire come faceva quella straniera a vendere a quei prezzi con fatturati altissimi, o ci rinunciava, vendendosi ad esempio alla Peugeot.

E se invece guardassimo la cosa da un altro punto di vista? Ciò che sta succedendo in questo periodo, tra aumenti del costo delle materie prime e difficoltà negli approvvigionamenti, non potrebbe giustificare almeno il mantenimento degli stessi prezzi anziché diminuirli forzatamente?

Certo, ma tu mi chiedevi rispetto al futuro. Se parliamo dello scenario attuale io sono il più disorientato che ci sia. Subisco aumenti da tutte le parti e mi sono visto contratti stracciati da un momento all’altro. Oggi possiamo pensare solo a difenderci.

noleggio haulotteQual è stato l’investimento più azzeccato che hai fatto, quello che più di tutti ti ha permesso di arrivare a questo punto?

L’officina e Centro Assistenza di Vaccheria, un’area di 15 mila metri quadrati, con un centro operativo di oltre 4 mila metri quadrati coperti, che da lavoro a più di 100 collaboratori. É uno dei centri più importanti in Europa, ci ha permesso di avere un grande controllo su tutti i processi più importanti, dalla distribuzione dei ricambi, alla gestione della logistica, all’assistenza e alle riparazioni. Ci ha dato un controllo totale sulle nostre operazioni. Sia a livello di immagine che operativo è stato l’investimento più importante. E non solo in termini economici, ma strutturali. Ormai è il nostro biglietto da visita.

Nei mesi scorsi hai acquisito alcune piccole aziende con una struttura sana e un parco macchine interessante. Ne stai cercando altre?

Assolutamente, in questo momento abbiamo già trattative avviate e siamo pronti a fare altre acquisizioni.

Ora ti faccio la domanda speculare: si sente dire da anni che Mollo è in vendita. É vero? Ci sono state delle trattative?

Non in quei termini. Non nego che abbiamo avuto contatti con aziende importanti, ma non siamo in vendita.

Diciamo che alcune fonti raccontano questa cosa in modo diverso…

Non è assolutamente vero, io e mio fratello stiamo benissimo con la nostra azienda. Se mi tolgono questo cosa faccio, vado a fare l’umarell e a guardare i cantieri? La verità è che tutti i big ci hanno chiesto se siamo sul mercato. A livello europeo sono passati almeno in tre o quattro. Chi gentilmente, chi con maggiore insistenza…ma sono passati tutti, e per certi versi mi fa piacere.

Come hai trovato questi interlocutori? Volenterosi di valorizzare l’azienda o stavano provando a capire se volevi dismettere?

Considera che si tratta di grandi gruppi, quindi hanno delle strutture interne di sviluppo e acquisizioni che comprano tanto in Italia quanto in Spagna, Francia e Germania. Lo fanno perché è il loro mestiere, crescono in particolar modo solo con le acquisizioni.

Una multinazionale del noleggio verrebbe ancora oggi a investire in Italia?

Sì, sono obbligati. L’Italia fa comunque parte della Comunità Europea, ha una popolazione di oltre 60 milioni di persone. Una società multinazionale di noleggio non può ignorarla. Infatti, Loxam, Kiloutou e Boels stanno continuando a investire qui da noi. É normale che i loro staff interni, che peraltro vivono anche di proventi sulle acquisizioni, si interessino a noi. Nello scenario europeo attuale, con un’inflazione superiore al 5/6 per cento, un modo per proteggere la liquidità è quello di fare acquisizioni. Non solo nel noleggio.

Quindi tra dieci anni sarai sempre al comando della Mollo Noleggio e starai perseguendo la tua politica di abbassare i prezzi e aumentare il fatturato?

Quello sarebbe il massimo. Poter offrire un prodotto di livello a un prezzo competitivo è il sogno di tutti gli imprenditori. Se fossi il proprietario di Manitou il mio sogno sarebbe quello di avere il miglior sollevatore telescopico del mondo, ma non il più caro.

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Si conclude qui la seconda parte della nostra lunga intervista con Mauro Mollo.

L’appuntamento per l’articolo conclusivo è tra qualche settimana.

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