La notizia, a causa del coinvolgimento di alcuni personaggi dello spettacolo, ha suscitato un certo clamore nell’agosto 2010. Si tratta della maxi-indagine dell’Agenzia delle Entrate sulle finte aziende di noleggio, utilizzate per coprire il possesso di imbarcazioni di lusso.
Come riporta La Repubblica, infatti
Centinaia di agenti del fisco hanno individuato, in particolare in Liguria, Campania e Friuli Venezia Giulia, numerosi casi di società che, sotto le mentite spoglie di “noleggio di mezzi di trasporto marittimo e fluviale”, coprivano invece il mero utilizzo personale delle imbarcazioni di lusso (in media natanti di più di 20 metri e di valore superiore a 1,5 milioni di euro) da parte dei diretti titolari.
Lo schema è abbastanza semplice: si crea una società a cui intestare (in acquisto o leasing) una barca di lusso. La società figura come aziende di noleggio, ma in realtà non esistono clienti, se si escludono gli stessi soci o qualche società analoga.
Figurando come società di noleggio, i proprietari ottengono non solo la separazione patrimoniale e la conseguente responsabilità limitata, ma anche la deducibilità di alcuni costi e la detraibilità di alcune imposte, tra cui l’IVA.
Si ottiene quindi una società con un patrimonio molto piccolo, fatturato inesistente o quasi, tanti costi e poche tasse da pagare.
Inutile dire che questi esempi con il noleggio non c’entrano niente. Occorre però sottolineare anche questo: per una volta, anche grazie ai tanto vituperati studi di settore, arrivano indagini che consentono (speriamo) di smascherare chi froda lo Stato e quindi tutti i cittadini.
Dovrebbero allargare le indagini soprattutto nel
settore immobili. Anche l’acquisto del mattone gira attorno
a delle società fantasma, in grado di acquistare
appartamenti e ville in “aste non pubblicate”.