Il recente rapporto di monitoraggio di Rental Blog fornisce nuove conferme a ciò che da diverse fonti è da tempo ormai una certezza: il sistema finanziario non è disponibile a tornare nel breve a sostenere le società di noleggio (non come il settore ne avrebbe bisogno, quantomeno).
Nel 2009, le banche e gli enti finanziatori avevano, in sostanza, nella maggior parte dei casi, consolidato il debito in essere allungando le scadenze (hanno cioè rifinanziato il medesimo parco) allo scopo di favorire almeno un maggior equilibrio di cash flow. Ma nemmeno questo è servito al sistema per accantonare risorse da destinare allo sviluppo. Se a ciò aggiungiamo lo scenario in cui muovono le banche ancora oggi (restrizioni alla concessione dei fidi), con l’aggiunta del nuovo alibi derivante dall’esame di bilanci non certo brillanti e di un improvviso diligente appello ai dettami di Basilea 2, la situazione non appare rosea, né per i noleggiatori, né per i costruttori di macchine che da questi hanno sempre tratto numeri importanti di crescita.
Occorre trovare al più presto formule e soggetti di mediazione che aiutino il sistema finanziario a dare una lettura più approfondita e personalizzata della singola azienda, uscendo dagli schemi rigidi delle procedure di analisi per il merito del credito. Nel frattempo però, occorre anche che il sistema finanziario si presti a un accompagnamento del settore con qualche spiraglio di apertura, che tenga conto delle esigenze di crescita dei migliori, o quantomeno di mantenimento delle strategie previste. E’ pur vero che il noleggiatore ha la possibilità di manovrare le leve della riduzione del parco e dei costi fissi, ma è vero anche che oggi il mercato non assorbe più neppure questo sbocco, e che in ogni caso si tratta solo di un’azione difensiva.
Noi crediamo che, in questo percorso di consapevolezza imprenditoriale, siano importanti alcuni aspetti, più che altri; uno in particolare: cioè quello della valorizzazione degli asset intangibili. Si tratta di voci che non compaiono nei bilanci ma che hanno un enorme valore in questo contesto di esame più sgranato.
Qualche riflessione autorevole stima che, al momento, circa l’80% del valore di un’impresa di noleggio è rappresentato dalle sua attività immateriali. Un valore che, se non mantenuto, rischia di precipitare presto; un valore che spesso le banche non prendono in considerazione. Il marchio, ad esempio; il data-base dei clienti attivi; i rapporti strategici con gli stakeholder (fornitori, istituzioni, personale), il know how di conoscenza… Concetti che, peraltro, portano a riflettere sull’effettiva necessità di mantenere nelle imprese asset materiali, continuando ad incrementare costi fissi per tecnologie presto obsolete.
Per il sistema produttivo nell’accezione più ampia, generare risorse per le attività correnti o per sostenere interventi strategici può anche portare alla scelta di decapitalizzare, affidando in outsourcing le attività operative. Il mercato del noleggio ha un enorme vantaggio competitivo in questo senso, ed è un altro elemento che le banche e le finanziarie forse non sanno. Almeno, non finchè qualcuno le aiuterà a comprenderne il valore.
sono daccordo con l’analisi fatta