Il redditometro è uno dei temi più caldi dell’ultimo anno. L’insieme dei controlli sulla capacità di spesa dei contribuenti, eseguiti incrociando i dati dell’anagrafe tributaria con le movimentazioni bancarie, è da mesi al centro dei dibattiti e delle polemiche per l’invasività delle verifiche, i presupposti analitici per il suo funzionamento e le scelte dei soggetti da sottoporre per primi ai controlli.
In sostanza, con il redditometro si confrontano le spese sostenute (in alcuni casi in base alle fatture o uscite di cassa, in altri sulla base di stime di parametri medi) con il reddito dichiarato, e se si registra un forte scostamento si avvia un procedimento di verifica.
L’ultimo anno ha portato con sé anche il lancio del cosiddetto redditest, ossia uno strumento online creato dall’Agenzia delle Entrate per consentire a chiunque di inserire i propri dati e verificare se c’è il rischio che scattino controlli ulteriori.
Su alcuni forum e siti Internet sono apparsi commenti e dialoghi sulla possibilità di utilizzare il noleggio a lungo termine per “eludere” (in senso positivo, ovviamente) i controlli del fisco. Lo schema logico è il seguente: se acquisto un SUV o un’altra macchina di grossa cilindrata, l’elevato costo di acquisto potrebbe far scattare qualche campanello di allarme, perché potrebbe far salire le mie spese sopra il livello del mio reddito di quell’anno.
Se invece la macchina la prendo a noleggio a lungo termine, oltre ai vantaggi che la formula mi garantisce (costi compresi nel canone, serenità grazie ai servizi di manutenzione e assistenza inclusi, possibilità di sostituire il veicolo con uno nuovo al termine del periodo di noleggio), avrò una spesa molto più alla portata delle mie tasche e darò meno nell’occhio dal punto di vista fiscale.
Ma sarà vero?
In realtà il redditometro, nonostante le polemiche degli ultimi periodi, acuite ulteriormente durante la campagna elettorale, c’è già da diversi anni (sotto forma di spesometro). Purtroppo con i recenti aggiornamenti viene un po’ meno il ruolo del noleggio a lungo termine come “valvola di sfogo” fiscale. Le ultime modifiche del sistema hanno infatti portato a circa 100 le voci di spesa su cui si basa il calcolo, e nella macrovoce Trasporti ci sono anche i canoni di noleggio e leasing per le autovetture (che in passato non erano considerate).
Quindi, se da un lato il noleggio consente sicuramente, come sempre, di attutire l’uscita monetaria per l’acquisto di un’auto (anche ai fini fiscali), è tuttavia sbagliato sostenere che l’uso del noleggio a lungo termine elimina qualsiasi problema in termini di calcolo delle spese del contribuente: anche i canoni contano, infatti.
Lascio poi ai commenti dei nostri lettori la valutazione se tutti questi elementi possono avere un impatto sul noleggio a lungo termine, al di là del trattamento fiscale, sempre meno conveniente per chi usa l’auto per lavoro.