Garum Tesfaye è uno degli imprenditori etiopi che nella capitale Addis Abeba noleggia giornali a persone troppo povere per acquistarli. Come riporta la CNN, per 20 o 30 minuti chi non è in grado di comprarsi un giornale può leggerne avidamente una copia, per una frazione del suo prezzo di copertina.
Ad Addis Abeba un quotidiano costa circa sei birr (corrispondenti a circa 24 centesimi di euro), mentre prenderlo a noleggio costa solo 50 centesimi di birr. Quindi se 20 persone prendono una copia a noleggio, l’imprenditore ricava 10 birr, che più che compensano il prezzo di acquisto.
La maggior parte dei lettori cerca nelle pagine degli annunci di lavoro, più che in quelle di cronaca o delle notizie in generale, e alcuni (tra cui molti laureati disoccupati) leggono in questo modo più di un giornale al giorno per moltiplicare le loro possibilità di trovare qualche offerta utile.
L’investimento necessario per far partire un’impresa di questo tipo non è elevato, in quanto servono un capitale iniziale per acquistare i primi giornali, e soprattutto una zona all’ombra in una delle principali vie della città.
Poiché, secondo alcuni di questi imprenditori, in media ogni copia viene letta da 30-40 persone, le rotazioni del parco (se così si può chiamare) sono elevate, e redditizie. Nel pieno rispetto delle norme che regolano il noleggio, ossia del fatto che si può guadagnare qualcosa dalla vendita del bene usato a fine periodo, alla fine della giornata i giornali vecchi vengono venduti a negozi locali, che li usano per incartare la merce.
Non diversamente dalla altre forme, anche più evolute, di noleggio, anche in questo caso ci sono due altri aspetti da considerare: il primo è l’impatto sulla filiera produttiva a monte. Nel caso dei giornali etiopi, la presenza di questi noleggiatori forse ha qualche limitato impatto positivo in termini di mantenimento dell’abitudine di lettura da parte di alcuni consumatori. Ma, in realtà, in termini di ricavi, a parte il prezzo delle copie acquistate, gli editori non guadagnano nulla da questo noleggio, che anzi costituisce un ulteriore elemento di competizione in un mercato molto difficile.
E il secondo? Semplice: l’appropriazione indebita, che in questo caso si traduce in veri e propri furti di giornali, da parte di “clienti” che chiedono una copia e poi spariscono nel nulla.