L’osservatorio privilegiato del Samoter di Verona, la cui prossima edizione è attesa nel 2011, ha elaborato alcune riflessioni che riprendiamo quasi integralmente perché molto interessanti e articolate come chiave di lettura per valutare il mondo delle costruzioni nel suo presente prospettico. Intanto sono il frutto di una elaborazione di diverse fonti autorevoli, un po’ il medesimo procedimento dell’osservatorio di monitoraggio sul noleggio di Rental Network.
L’altro dato interessante è invece che del noleggio nello specifico, in questa comunicazione, non si parla assolutamente, a testimonianza che questo elemento trasversale permane invisibile, anzi scompare, quando si agisce a un piano lievemente più alto di riflessione economica. Come sospettiamo da tempo, parlare del noleggio è un po’ come urlare a un sordo; occorre piuttosto declinare i vantaggi che il noleggio offre, in termini di flessibilità economica e di servizio, e semmai parlare di questi, chiamandoli per nome: costi variabili, sicurezza, innovazione…
L’elaborazione del rapporto samoter è stata effettuata su dati di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), Cece (Committee for the European Construction Equipment), Comamoter (Costruttori Macchine Movimento Terra), Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio), Istat (Istituto nazionale di statistica), Ucomesa (Unione Costruttori Macchine Edili, Stradali, Minerarie e Affini), Unacea (Unione nazionale aziende Construction Equipment & Attachments).
Noi la riprendiamo in due interventi, aggiungendo nel prossimo post le nostre riflessioni che riguardano il mercato del noleggio in questo importante settore e nel quadro identificato dal samoter, ipotizzando scenari per una sua piena espressione comunque.
“Il futuro non è più nero, ma grigio scuro – esordisce Samoter prendendo a prestito le parole dal periodico barometro elaborato dal Cece per definire questo difficile inizio 2010. Il 40 per cento delle imprese ha registrato nel 2009 un fatturato inferiore alla metà di quello raggiunto nel 2008 e in media il tasso di decrescita è stato del 37 per cento. Le previsioni per quest’anno sono molto prudenti: l’aspettativa è per una crescita attorno al 5% del fatturato rispetto al livello modestissimo del 2009. E’ questo piccolo segnale di controtendenza che fa descrivere il futuro come grigio scuro e non nero, più una speranza che si sia raggiunto il fondo della crisi, e che quindi la risalita stia per cominciare, che non una certezza di una ripresa economica stabile e strutturata.
A livello mondiale, nel 2009, le consegne di macchine movimento terra sono scese di un drammatico 41,8 per cento, con crolli ancora più significativi nelle vendite in Nord America (- 64 per cento rispetto al 2008), in Est Europa, con un – 70 per cento, e in Russia, dove il calo è stato addirittura attorno al 90 per cento.
Sempre secondo i dati raccolti dal Cece:
(…) le consegne nell’Unione Europea lo scorso anno sono diminuite del 60 per cento nei confronti del 2008, anche se negli ultimi mesi si è notata una certa stabilizzazione e addirittura una leggera ripresa in Spagna ed Italia. Passando al mercato italiano un piccolo segnale positivo viene dall’inchiesta condotta da Isae (Istituto di studi e analisi economica) nel mese di dicembre su un panel di 500 imprese di costruzioni: l’indice di fiducia cresce da 67,1 a 71, sempre basso rispetto ai valori medi del 2009, ma comunque in recupero.
Le imprese di costruzione sono meno pessimiste, sia rispetto ai piani di costruzione per l’anno in corso, sia per le prospettive occupazionali. Un segnale comunque importante per l’industria delle macchine per costruzioni, che vivono una situazione molto critica”.