Secondo l’ultima edizione dell’indagine RentalTracker, promossa dall’ERA e dalla rivista International Rental News, i livelli di ottimismo (o, per usare un termine tecnico, di fiducia) delle imprese europee del noleggio continua a restare basso anche nel terzo trimestre 2012. E’ dall’estate del 2011 che si registrano risultati negativi.
Alla fine di settembre, infatti, quasi il 42% dei rispondenti ha segnalato condizioni di attività in peggioramento. Il saldo tra chi riporta un miglioramento e chi invece un peggioramento è negativo, ed è passato da -17,5% del secondo trimestre a -20,8%. Si tratta del dato peggiore dalla primavera del 2009.
Un dato positivo arriva tuttavia dal confronto della situazione attuale con lo stesso periodo del 2011: qui il saldo tra giudizi di miglioramento (circa il 72%) e altri di peggioramento (il 25%) è per fortuna positivo, più o meno sugli stessi livelli dei trimestri precedenti.
Il saldo relativo al complesso dei primi tre trimestri (e che quindi in un certo senso anticipa il dato complessivo annuale) è positivo, e pari a +13,8%. Occorre sempre sottolineare che non si tratta di una percentuale che si può automaticamente applicare al fatturato del noleggio europeo. Tuttavia il fatto che ci siano più aziende ottimiste che pessimiste lascia sperare che il 2012 non si chiuda, nel complesso, con una contrazione del settore del noleggio a livello continentale.
L’impatto sugli investimenti
Livelli di fiducia non entusiasmanti ovviamente non spingono le aziende a investire per il futuro. La percentuale di aziende che ha dichiarato di voler investire, nel 2012, oltre il 10% in più rispetto al 2011, è scesa al 25%, contro un 35% registrato nel primo trimestre. Man mano che l’anno passava, si è quindi ridotta la volontà di investire, ed è invece aumentata la tendenza a ridurre gli investimenti previsti.
Anche nelle previsioni per il 2013 regna la cautela: se alla fine di marzo il 40% delle aziende prevedeva di investire molto di più nel 2013, ora questa percentuale è scesa al 21%.
Al contrario, la percentuale di chi dichiara di voler ridurre gli investimenti di più del 10% è salita al 28%. Unica consolazione per i fornitori a monte nella filiera, la presenza di una buona metà di aziende che non varierà gli investimenti.
Uno sguardo alla time utilisation
La time utilisation è uno degli indici fondamentali per misurare lo stato di salute del mercato del noleggio (e dei singoli operatori). Secondo l’indagine Rental Tracker nel terzo trimestre c’è stato un leggero miglioramento rispetto al secondo. In particolare, è salita al 34,1% la percentuale di aziende che ha visto miglioramenti in questo indicatore (era il 30,9% tre mesi prima).
La grande ripresa dei tassi di utilizzo delle macchine a noleggio sembra quindi ormai finita, e l’indicatore si assesta su livelli stabili.
Le attese per il futuro
Il giudizio sulla situazione prevista dalle aziende da qui a un anno mostra risultati contrastanti: da un lato c’è un 35% di aziende che si aspettano un miglioramento, ma dall’altro la percentuale di chi si aspetta un peggioramento è salita al 30,9%, proseguendo un trend che va avanti da circa un anno in modo continuo. Il saldo è quindi positivo di soli 4 punti percentuali circa.
La situazione nei mercati locali
La situazione complessiva del mercato europeo è logicamente data dalla somma di diverse situazioni locali: premesso che l’indagine non ha ricevuto risposte sufficienti dal nostro paese e dalla Germania per poter fornire dati per queste due realtà, l’indagine conferma che in alcuni mercati (tipicamente quelli dei paesi mediterranei) la crisi è più profonda e le previsioni di investimento decisamente negative; nei paesi del Nord Europa e in Russia i livelli di ottimismo e gli indici di time utilisation sono al contrario più elevati della media. Regno Unito, Irlanda e Francia si trovano invece in una situazione intermedia.
Oltre al fatto, che io reputo negativo, che dall’Italia non siano arrivate risposte sufficienti, resta da capire quanto la nostra situazione è più vicina a quella di Grecia, Portogallo e Spagna, o quanto invece sia simile a quella francese (non felicissima, ma neanche di crisi).