Solitamente lo sconvolgimento di un settore economico avviene più rapidamente di quello che ci si può aspettare. Man mano che i nuovi concorrenti, che adottano un modelo di business radicalmente diverso, acquisiscono quote di mercato, le imprese tradizionali continuano la propria attività come se niente fosse. A un certo punto, però, il mercato cambia in modo radicale, decretando il fallimento delle imprese “vecchie”.
Sto ovviamente parlando, dal punto di vista economico, di veri e propri cataclismi: sconvolgimenti e innovazioni che spazzano via centinaia di aziende, per sostituirle con altre, secondo il processo definito dall’economista Joseph Schumpeter “distruzione creativa”.
Questo è con molta probabilità lo scenario a cui le imprese del car sharing condiviso (Uber, Lyft, Sidecar e le altre) stanno sottoponendo il settore dei taxi.
Le fasi in cui si può suddividere questo processo sono quattro.
1. Eccesso di fiducia. Nella fase iniziale gli operatori tradizionali considerano i nuovi arrivati come concorrenti di poco conto, con un’offerta limitata a piccole nicchie del mercato, assolutamente non in grado di minacciarli. Per questo, invece di rinnovarsi o affrontare il rischio di cambiamento, gli operatori tradizionali spesso ignorano gli innovatori, o tutt’al più li ostacolano con strumenti normativi e regolamentari, come accade a Uber, Lyft, ma anche Airbnb.
L’eccesso di fiducia ad esempio è stato tipico anche di un’azienda come Blackberry: un tempo definita “crackberry”, per la dipendenza che sembrava creare nei manager e negli uomini d’affari, ha inizialmente sottovalutato l’iPhone, considerandolo un giocattolo per consumatori, e non uno strumento per le aziende.
2. Sorpresa improvvisa. Tutt’a un tratto le aziende tradizionali si accorgono che le cose stanno cambiando. A volte questo capita in modo drammatico, ad esempio per una grande azienda con un trimestre di perdita o di fatturato drasticamente ridotto rispetto alle previsioni. Questo è il segnale che le cose stanno procedendo lungo una spirale spesso irreversibile.
Nel caso di Uber, questa spirale non riguarda un’azienda singola, ma un gruppo di operatori (i tassisti), e potrebbe essere rappresentata dalla progressiva adesione al car sharing condiviso da parte di un numero sempre più alto di tassisti. Questo significa che Uber ha sempre più auto, che la sua offerta è sempre migliore per i passeggeri, che quindi passano a Uber, spingendo altri tassisti ad aderire.
Sembra ad esempio che circa 2.800 tassisti di San Francisco stia passando ai servizi di Uber, Lyft o Sidecar, e questi solo in parte vengono sostituiti da nuove licenze tradizionali.
Nel caso del car sharing condiviso, fenomeni come questo possono essere amplificati dalle economie di rete, che rafforzano l’azienda che ne gode (come avvenuto a Facebook ai danni di Myspace).
3. Tentativo di reazione. Gli operatori tradizionali cercano di reagire per recuperare terreno. Nel caso di Blackberry, ad esempio, può esserci lo sviluppo di un modello di telefonino senza tastiera fisica. Nel caso dei taxi, può esserci il reclutamento di nuovi tassisti, o lo sviluppo di un’App proprietaria. Queste reazioni corrono però il rischio di essere tardive, e difficili da realizzare per il cambio di mentalità che richiedono. La necessità di sopravvivere però è un forte elemento di spinta.
4. Declino. Le imprese tradizionali non spariscono dal mercato, ma perdono progressivamente peso, fino a diventare quasi del tutto irrilevanti. E’ di nuovo il caso di Blackberry, che resta la piattaforma prescelta da sempre meno aziende (quelle dove le scelte sono prese dalla divisione IT: le altre passano ad iOs, Android o Windows, spinte dagli stessi manager che si sono comprati di tasca propria questi smartphone). Nel caso dei tassisti, i singoli continueranno a lavorare con Uber e gli altri servizi, mentre le compagnie di taxi si troveranno più in difficoltà, non potendo giustificare il loro ruolo come in passato.
E’ forse presto per dirlo, ma se il trasporto pubblico su piazza seguirà i passaggi visti in altri settori, alla fine i tassisti tradizionali potrebbero diventare un servizio di nicchia, scelto da alcune specifiche fasce di consumatori (ad esempio, gli anziani), così come le carrozze trainate da cavalli restano oggi un servizio adottato solo per alcuni matrimoni o cerimonie.
Il car sharing condiviso ha in sé due elementi: quello fisico del trasporto vero e proprio, e quello virtuale delle App e piattaforme utilizzate. Quest’ultimo spinge per una diffusione del servizio rapida e quasi esponenziale; quello fisico assicurerà una permanenza dei taxi tradizionali ancora molto lunga, ma sempre meno rilevante.