
Photo By TFL
Anche Londra, seguendo le orme del suo sindaco, Boris Johnson, ha deciso di dotarsi di un sistema di bike-sharing. Il servizio, che ha il nome e i colori del suo principale sponsor (la banca Barclays, che ha investito 25 milioni di sterline per realizzarlo), prevede per ora la disponibilità (inizialmente solo per i londinesi) di 6.000 biciclette in 400 stalli.
Il servizio adotta numerosi sistemi per scoraggiare il furto o l’appropriazione indebita dei mezzi, ma presenta anche alcuni aspetti curiosi e forse perfettibili.
Si comincia con la tecnologia: il sistema prevede un complesso meccanismo di codici e password da digitare per sbloccare le bici, che in realtà stimola all’abbonamento più che all’utilizzo sporadico del mezzo, visto che gli abbonati hanno a disposizione una chiave elettronica, molto più semplice da usare.
Se la tecnologia da un lato è molto presente, dall’altro lascia perplessi il fatto che non ci siano lucchetti o altri sistemi di blocco della bici durante il suo utilizzo. La responsabilità di eventuali furti dei mezzi lasciati, ad esempio, fuori da un negozio, è interamente a carico degli utenti. E’ una politica sicuramente praticabile, ma forse non il massimo come orientamento al cliente.
L’altro aspetto “interessante” è il peso delle bici: ben 23 chilogrammi. Le bici sono robuste, per scoraggiare atti di vandalismo, tanto da esser stati definiti “dei carri armati a due ruote”.
Ma pensa te, la Barclays finanzia il bikesharing!
Non è la stessa banca che finanzia anche le centrali nucleari?
Beh, non so se Barclays vuole darsi delle credenziali “verdi”, ma di sicuro avrà un bel po’ di pubblicità su una delle principali piazze in cui opera…
Aggiungo, a proposito di pubblicità e di tentativi di mostrarsi più vicini alla gente, queste foto scattate a Londra:
http://www.nakedcapitalism.com/2010/09/a-demure-street-protest-against-banks.html
http://www.lrb.co.uk/blog/2010/09/16/jon-day/invasion-of-the-boris-bikes/
Diciamo che quelli di Barclays si sono esposti…
Oliviero