L’appropriazione indebita è una delle piaghe che da sempre affliggono i noleggiatori italiani in ogni settore, poco tutelati in merito dalle autorità, dalle associazioni di categoria e dalle norme. Infatti, la mancata restituzione dei beni a noleggio, non solo toglie all’imprenditore il valore del bene stesso, lasciandogli ben pochi strumenti per una efficace azione giuridica, ma lo espone anche alla perdita del guadagno che il noleggio di quel bene avrebbe prodotto. Alcune grandi compagnie di noleggio straniere hanno creato un fronte aggregativo per combattere il fenomeno, sostenendosi a vicenda e creando gruppi di lavoro per analizzare e sconfiggere il problema, arrivando anche, come nel caso della Francia, a importanti riconoscimenti di categoria.
Con la crescente offerta di mobilità condivisa, il fenomeno si sta allargando anche nell’universo del car sharing. Come riportano numerose fonti, Enjoy, la sharing company rosso fiammante di Eni, ha dichiarato furti per oltre 100 Fiat 500 in sei mesi, con un danno che supera il milione e mezzo di euro. I veicoli, tutti localizzati a Roma e dintorni, sono stati utilizzati con documenti falsi e carte di credito clonate. Dopo aver manomesso i dispositivi di geolocalizzazione, rendendole di fatto invisibili alla sala operativa, portavano le auto nel napoletano per smontarle e rivendere i singoli pezzi di ricambio. Non va però meglio a Milano e a Torino dove, tra l’estate e l’autunno dello scorso anno, rubare le vetture destinate al car sharing era diventato addirittura un gioco alla moda praticato anche da molti minorenni.
Car2Go, che era stata estremamente selettiva sul fronte della presenza geografica e, di conseguenza, pesantemente criticata a seguito della decisione di proibire ai propri clienti di recarsi in alcune aree giudicate a rischio, alla luce di questi dati si è dimostrata forse lungimirante. “Chi noleggia uno dei 1.900 veicoli a disposizione a Milano, Torino, Firenze e Roma – si leggeva in una nota dell’azienda tedesca – non può spingersi fino in Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia”. A seguito delle critiche piovute soprattutto dai social network, l’azienda si era giustificata dicendo che la decisione riguardava ragioni di controllo e gestione della flotta: noleggiando una delle Smart bianche e blu della company, per contratto non ci si può nemmeno recare all’estero.
Se si analizzano i dati ufficiali del Viminale, a febbraio 2016 la regione con il maggior numero di furti è la Campania con 23.682 sottrazioni, seguita da Lazio (18.709) e Puglia (17.046). Secondo Aniasa, l’Associazione degli autonoleggiatori, i furti di vetture in noleggio a breve termine nel 2015 hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 1.240 casi (comunque, -6% rispetto al 2015), causando un danno complessivo agli operatori del settore pari a 8,5 milioni di euro (erano 11 milioni): circa l’1% del giro d’affari complessivo del comparto.
A questo punto si rende necessaria una più stretta alleanza tra le diverse associazioni di settore e tra queste e il legislatore. Sono altresì auspicabili anche una più radicale diffusione dei sistemi di rilevazione e recupero più all’avanguardia e una maggiore collaborazione con le compagnie di assicurazione. E perché no, un forum, una tavola rotonda o un gruppo di lavoro concreto, che potrebbe portare a una risoluzione o quantomeno a una attenuazione del fenomeno, soprattutto dal punto di vista dell’efficacia legale e dei riflessi economici per le compagnie. Se è vero che l’unione fa la forza, è più che mai il caso di unirsi. Che ne dite?