E’ notizia dei giorni scorsi che Lavendon, azienda leader a livello europeo nel noleggio di piattaforme aeree (parco mezzi di oltre 20mila unità e oltre 400milioni di euro fatturato), ha respinto la seconda offerta di acquisto , del valore di 185milioni di sterline, lanciata dal gruppo belga TVH.
La tesi sostenuta da TVH è che Lavendon, pur essendo un’azienda attrattiva, non sarebbe in grado di affrontare la ripresa in modo efficace, a causa di limiti di capitale, e quindi questa acquisizione creerebbe valore, perché le darebbe le risorse per investire e crescere. La tesi di Lavendon è di resistere, utilizzando leve interne per ammortizzare i costi fissi, piuttosto che svendere un’azienda a una cifra consistentemente inferiore al suo valore (al momento però la capitalizzazione al valore di borsa è di 170 milioni di sterline.
Al di là delle schermaglie fra i due contendenti, il tema è interessante anche e soprattutto per i principali noleggiatori italiani del settore, notoriamente sottocapitalizzati anche in modo più drammatico rispetto a Lavendon e ai gruppi stranieri con cui competono fuori confine.
La nostra riflessione è questa: fare shopping in Italia sarebbe decisamente vantaggioso, in questo momento, per gli eventuali compratori interessati a investire in un business che sicuramente si riprenderà, anche se non tornerà mai più ai livelli di volume del 2006, sfruttando appunto il bisogno di capitali che questi noleggiatori hanno (in alcuni casi, visti i bilanci, anche piuttosto disperato).
Eppure, nessun compratore o competitor dei nostri leader, ha mai palesato un’offerta (se non in un unico caso).
Anzi, nessuno di questi si è neppure mai affacciato nel nostro mercato, pur avendo filiali in quasi tutti i Paesi europei. Per il momento ci vogliamo fermare alla formulazione in forma di quesito, proprio per stimolare una riflessione più allargata.
Magari qualche operatore del settore o protagonista di questo mercato ci vorrà dire la sua.