Il 22 febbraio è stato finalmente approvato in Conferenza Stato-Regioni l’accordo sulla formazione ex articolo 73.5 del Testo Unico sulla sicurezza.
L’istituzione e la regolamentazione dei processi formativi relativi alla formazione all’uso in sicurezza di macchine pericolose, tra cui molte sono oggetto di noleggio, segna un passo avanti notevole verso una prevenzione che riduca la soglia di rischio avvicinandola allo zero. Soprattutto per le macchine che portano le persone a lavorare in altezza, questo è un punto focale nella riduzione di incidenti, spesso anche mortali.
Al di là di alcune anomale procedure utilizzate nella costruzione del provvedimento, al di là dei ritardi ingiustificabili e dei tempi biblici di adeguamento previsti per sanare il passato, tutti aspetti che se vogliamo lasciano trasparire che la burocrazia non è mai fine a se stessa, ma consente di controllarne anche il business conseguente (siamo pur sempre in Italia), la regolamentazione attuativa di un articolo poco chiaro del Testo Unico ridefinisce in maniera più logica anche i pilastri che presidiano la sicurezza, togliendo qualche alibi che ancora sussiste.
Ogni volta che una norma si fa più chiara e precisa, dovrebbe seguire un atteggiamento di pressione evidente e percepito, da parte di chi ne effettua i controlli sulle applicazioni. Se questi controlli ci saranno, se le istituzioni preposte a effettuarli si dimostreranno all’altezza delle proprie competenze (una rivoluzione, quindi), probabilmente si trasferirà sul territorio quella sensazione di non poter più eludere le prescrizioni. Esattamente quello è successo con i punti della patente, la guida in stato di ebbrezza e che sta succedendo per gli aspetti fiscali, dove appare chiaro l’intento del governo di mettere una certa ineludibile pressione agli evasori.
Ci vuole una svolta epocale
Nell’uso di macchine pericolose però, non si parla di elusione del fisco, ma di vite umane messe a rischio. E’ evidente che norme e controlli da soli non bastano, e che un salto di mentalità comune deve portare a una svolta vera, culturale, epocale. I datori di lavoro non potranno più considerare le richieste dei noleggiatori di verifica della formazione effettuata, come una “scocciatura”; né i noleggiatori dovranno delegare la responsabilità all’autocertificazione prodotta da questi.
Tutti devono entrare nel merito di una nuova mentalità, tutti devono pretendere che quello che è stato prescritto venga attuato. A ogni livello della filiera. Smetteremo di assistere alle lezioni su come disattivare i dispositivi di sicurezza acustici e luminosi sulle macchine da parte di quei noleggiatori che vogliono “rendere la vita semplice a chi utilizza le loro macchine”?
Smetteremo di considerare questi passaggi come “carte burocratiche” e saremo pronti a rifiutare un noleggio a chi dimostra di non essere in grado di guidare una macchina pericolosa, al di là dei certificati prodotti?
Andremo a verificare quale processo formativo è stato effettuato? Saremo noi stessi capaci di trasmettere questa sensibilità ai nostri clienti?
Lo scopriremo solo vivendo, come diceva il grande Lucio Battisti.