Abbiamo già parlato di Uber riguardo alle problematiche azienda-comune di Milano per la regolamentazione del servizio di noleggio con conducente e causa l’ira (funesta) dei tassisti meneghini.
Il problema di base è che non esiste nulla di scritto, non ci sono regole chiare e precise a disciplinare le attività di noleggio con conducente che, tra parentesi, come già detto, non sono una novità, nel nostro paese esistono da sempre, soprattutto nelle aree non coperte dal servizio taxi, e che molti paesi si sono trovati a dover scrivere dal giorno alla notte dato il successo proprio di Uber.
Ma veniamo a oggi, pochi giorni fa è stato reso noto che il colosso del noleggio con conducente più odiato dai tassisti italiani ha trovato un nuovo alleato, e che alleato, in Google. Non è stato una sorpresa per molti, d’altra parte dopo l’ acquisto Waze e con il continuo sviluppo di Google Maps, l’investimento in una società come Uber forse era forse un passaggio obbligato.
Così, il gigante di Mountain View, ha messo a disposizione di Uber circa 250milioni di dollari che permetteranno, molto probabilmente, di ampliare l’offerta già attiva e il numero delle città dove offrire il servizio NCC. Malgrado le diverse problematiche che il servizio ha trovato a sbarrargli la strada, Google ha intravisto le potenzialità di un’azienda che riesce a crescere mensilmente di circa il 18% e che sta probabilmente accarezzando l’idea di una quotazione in borsa, forte di una valutazione pari a 3,5miliardi di dollari (fonte Il Sole 24 Ore).
Tra i progetti, non confermati ma nemmeno smentiti, ci sarebbe quello di un’automobile capace di affrontare da sola il traffico cittadino, sogno nemmeno troppo nascosto di Larry Page e Sergey Brin, i patron di Google, che da sempre fantasticano di poter investire su una evoluzione tale dei trasporti che ci porti a viaggiare su mezzi comandati da un superintelligentissimo pilota automatico.
Insomma con o senza autista, con o senza il benestare dei comuni, con o senza il favore dei tassisti, il futuro di Uber è sempre più tecnologico.
Aggiungo un altro spunto di riflessione: nella gestione delle cause legali, dei ricorsi eccetera, un conto è avere a che fare con una giovane start-up appena nata. Ben diverso è affrontare un’azienda di svariati miliardi di dollari di capitalizzazione di borsa.