Secondo un’indagine recentemente condotta dal sito Immobiliare.it, il numero di famiglie che decide di concedere in affitto una parte della propria casa è aumentato del 14% nel 2012, confermando un trend già presente nel 2011: negli ultimi due anni questo gruppo di famiglie sarebbe aumentato del 26,5%.
Certo, non viene detto quale è il numero di famiglie usato come base di partenza: anche un aumento in doppia cifra, se si parte da un numero bassissimo di famiglie, non fa di certo di questo un fenomeno mainstream. Tuttavia si tratta comunque di un dato interessante.
Il motivo principale per la scelta sarebbe la necessità di integrare il reddito familiare, con un aumento che può arrivare a 500 euro e oltre, spesso esentasse, dato che in oltre il 50% dei casi non c’è la registrazione dei contratti. Un motivo forte, che spinge anche a sacrificare la propria privacy.
Come riporta il comunicato stampa del sito, secondo Carlo Giordano, AD di Immobiliare.it,
L’affitto sta cambiando profondamente, e se prima veniva messo in locazione l’intero appartamento, da dividere magari tra più studenti o lavoratori, oggi il 26% delle offerte di affitto è rappresentato da singole stanze all’interno dell’abitazione del proprietario.
Un altro elemento interessante è l’importanza per la domanda dei lavoratori: da un lato, infatti, sul fronte residenziale questi ultimi superano gli studenti, tradizionalmente protagonisti della condivisione di appartamenti; dall’altro, sul fronte commerciale, molti imprenditori o piccole società mettono a disposizione di altri lavoratori e freelance spazi disponibili nelle proprie sedi, specialmente in seguito a tagli del personale, con l’obiettivo di rientrare di parte delle spese fisse che comunque restano da sostenere.
Verso la condivisione degli spazi?
Si tratta, come spesso capita in periodi come questo, di un’evoluzione dettata dalla crisi. Non diversamente da quello che accade in genere con il noleggio, che per la sua natura anticiclica trova nuovi clienti durante le crisi, anche un aumento delle condivisioni di abitazioni e uffici è figlio dell’attuale crisi, come sottolineano anche i ricercatori di Immobiliare.it.
Resta tuttavia da chiedersi se anche in questo caso la crisi non ponga in realtà i semi per una progressiva diffusione di concetti legati al noleggio e consumo condiviso.
Quando la crisi finirà (speriamo il prima possibile), può essere che qualche famiglia, ormai abituata a condividere la propria casa, si iscriva a siti come Airbnb o Couchsurfing.org, sia come offerente che come turista in viaggio per l’estero. Oppure può darsi che qualche imprenditore mantenga gli spazi in affitto nella propria azienda, o che qualche freelance si trovi un ufficio in condivisione.
Vedremo se le esperienze maturate in questo periodo faranno da apripista per il futuro, o se alla fine tutto tornerà come prima.