Formazione aziendale, e se puntassimo sulle persone?

Formazione aziendale, e se puntassimo sulle persone?
Formazione aziendale persone

Nel precedente articolo abbiamo definito la formazione aziendale il processo teso a generare, nelle persone che fanno parte di un’organizzazione, dei cambiamenti nei comportamenti o un incremento delle competenze (skills) e delle conoscenze.

Uno strumento prezioso quindi, indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Eppure, capita ancora di sentire manager dubbiosi o reticenti circa l’utilità di investire su percorsi di formazione. Soprattutto se destinati a coloro che, a diversi livelli, rappresentano le “componenti” imprescindibili per il corretto funzionamento di quel delicato eco-sistema che è l’azienda.

Paura di cambiare le abitudini?

Spesso le reticenze verso la formazione aziendale non sono di tipo economico, ma possono riguardare aspetti di natura psicologica ed emotiva.

Uno degli esempi più classici, quando la formazione tocca aspetti di carattere organizzativo, è una certa resistenza al cambiamento delle modalità lavorative e organizzative. Risulta ostico abbandonare quelle consuetudini che magari hanno funzionato bene per molto tempo. Anche se non è certo che continuino a essere efficaci e competitive in un mondo in continua trasformazione.

Nel mercato del noleggio risulta difficile abbandonare certe procedure ormai obsolete che regolano il flusso organizzativo (compresi ruoli e funzioni) perché ci sono state tramandate così e le applichiamo da sempre. Anche se cominciamo ad avvertirle ormai poco attinenti con l’attuale livello di richieste della clientela.

Come abbiamo avuto modo di analizzare in un altro precedente articolo, accanto a queste difficoltà che riguardano la tendenza conservativa della nostra mente a utilizzare strategie di pensiero e di azione conosciute, a volte serpeggiano anche altri timori.

Paura di perdere il controllo?

Una delle paure più inconfessabili, ma molto radicate, è il pensiero che incrementare le conoscenze e le abilità dei propri collaboratori e dipendenti, la loro capacità decisionale e autonomia, comporti il rischio di perdere la forza e l’autorevolezza del leader.

E, di conseguenza, il controllo dei processi di pianificazione, organizzazione e controllo del lavoro, a discapito della qualità dei risultati.

Un dato evidente in tal senso è emerso in merito alla necessità di alcune aziende di riorganizzare il lavoro di molti dipendenti in modalità “smart working”.

È pur vero che alcune realtà imprenditoriali, una volta sperimentato questo assetto lavorativo, hanno poi deciso di incrementarlo ed estenderlo ai propri dipendenti. Ma molte altre aziende del mondo del noleggio, compresi i dealer, hanno preferito tornare alla modalità tradizionale, considerando solo “emergenziale” l’opportunità del lavoro agile in tutte le sue forme.

Paura di far crescere i collaboratori?

Alla base di queste scelte conservative, al di là delle carenze tecnologiche, si è evidenziata la difficoltà da parte di alcuni dirigenti aziendali nel fare improvvisamente affidamento su un’organizzazione lavorativa che lascia a dipendenti e collaboratori più libertà e autonomia organizzativa.

Da qui l’idea quasi automatica che investire sulle risorse umane della propria azienda, sull’acquisizione di nuove conoscenze e competenze, possa essere non solo oneroso ma anche un fattore di rischio.

Perché? Perché porterebbe – ci avete detto – a un’eccessiva autonomia dei dipendenti, a un maggior rischio di conflittualità o semplicemente sarebbe qualcosa di superfluo in un momento in cui le priorità sembrano essere altre.

In questo senso, introdurre dei cambiamenti attraverso la formazione aziendale, è visto più come ostacolo che opportunità.

I dati riportati dal “2018 Training Industry Report” di Training Magazine e numerosi studi nell’ambito del management hanno approfondito quale valore la formazione possa apportare al business. Inoltre hanno evidenziato quali ritorni avessero le aziende che stavano investendo sulla formazione, mostrando uno scenario diverso.

Al di là di ogni timore la formazione aziendale emerge più che mai come un essenziale percorso strategico per lo sviluppo individuale, professionale e imprenditoriale.

Quale formazione per manager e leader

Per essere realmente efficace e incidere sul cambiamento, la formazione aziendale dovrebbe coinvolgere tutti i soggetti che lavorano all’interno della azienda. Gli interventi formativi progettati dovranno tenere conto delle esigenze dell’impresa, analizzate in modo nuovo e attuale.

A livello manageriale e di leadership, un progetto che consenta alle attuali persone che ricoprono questi profili professionali, che oggi più che mai tendono a fondersi, di accrescere le competenze di pianificazione, organizzazione, monitoraggio del lavoro e degli obiettivi.

Ma anche di rafforzare la capacità di costruire e fornire una visione aziendale. E, ancora, allineare le persone verso un obiettivo condiviso reso ambizioso, attraente e interessante. Tutto nell’ottica di stimolare e sviluppare il coinvolgimento e la motivazione verso la meta indicata.

In questi giorni, in cui sto lavorando con i docenti di Rental Academy alla progettazione dei contenuti formativi dei prossimi mesi, mi sto rendendo conto di quanto siano concentrati gli sforzi sulle figure apicali, in alcuni casi già affascinati dalla Business Agility o interessati da passaggi generazionali molto delicati.

Quali percorsi per collaboratori e dipendenti

Destinata agli impiegati e ai collaboratori più operativi, la formazione aziendale progettata in questo modo consente di raggiungere obiettivi altrettanto importanti:

  • Aumenta le competenze e la produttività
  • Sviluppa capacità innovative di problem solving in ottica di team
  • Incentiva lo spirito di squadra e la comunicazione organizzativa
  • Migliora l’organizzazione aziendale attraverso concetti di autonomia condivisa
  • Aumenta le capacità comunicative del singolo e del gruppo di lavoro
  • Aiuta a gestire i cambiamenti, il conflitto e a individuare le priorità
  • Aumenta la soddisfazione, la motivazione, il senso di appartenenza aziendale

Sono solo alcuni esempi che, ben al di là di ogni incentivo economico, ponendo la crescita umana e professionale come fattore centrale, generano nelle persone la sensazione di non essere solo dei “mezzi di produzione”, ma delle preziose risorse umane. Ciascuna con dei propri talenti, in costante crescita ed evoluzione.

Tutto questo risponde a quel bisogno fondamentale di riconoscimento e autostima che ci rende felici. E che rende il lavoro non solo un mezzo di sostentamento, ma una parte della nostra identità.

Che sia questo anche un passo concreto per frenare l’emorragia di figure tecniche e commerciali che interessa particolarmente il mondo del noleggio?

Agire sulle persone nel contesto di una formazione aziendale consapevole e ben organizzata: non significa solo far apprendere concetti, metodologie, strumenti e abilità nel fare. È soprattutto stimolare cambiamenti per ottenere dalle persone comportamenti in sintonia con i propri valori e con il sistema di cui fanno parte.

E imparare a rispondere al bisogno di tutti verso una crescita personale, come individui soddisfatti e realizzati. Capaci di affrontare qualsiasi tempesta, riconoscendo le priorità reali, al di fuori delle procedure a cui attenersi.

Ecco perché la formazione aziendale si rivela uno dei migliori investimenti possibili per il successo sia personale che aziendale.

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