A pensare male si fa peccato, ma usare la testa talvolta aiuta a non trovarsi in situazioni alquanto spiacevoli. Potrebbe essere il caso dei 23mila soggetti che hanno aderito al cosiddetto “contratto Dexcar”, la società che prometteva il noleggio gratuito di un’auto a lungo termine in base al famigerato “schema Ponzi”, inventato nel primo ‘900 dall’omonimo immigrato italiano negli USA e che dopo oltre cento anni continua a mietere vittime. Per capire di cosa stiamo parlando vi rimandiamo all’articolo che abbiamo scritto oltre sei mesi fa che, nonostante i nostri commenti pacati, aveva suscitato gli strali di sottoscrittori e promotori.
E’ notizia di questi giorni, infatti, la denuncia a piede libero per violazione della legge 173/2005 (norma che vieta i sistemi piramidali) a carico di Marco e Fabio Gai, i due fratelli di Asti fondatori della Dexcar insieme a tre manager e un promotore finanziario. A denunciarli è stato il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Biella. Nello stesso tempo è stato disposto l’oscuramento del sito della Dexcar, registrato in svizzera e collegato alla società omonima con sede in Germania. L’organizzazione ha nel frattempo raccolto oltre 10 milioni di euro dagli oltre 23mila sottoscrittori italiani. Alcune fonti riportano che la Finanza si sia infiltrata in una delle riunioni dove gli associati discutevano di come ricevere nuove adesioni, inquadrando così l’attività come piramidale, quindi una truffa. «Tale sistema – avrebbero dichiarato i finanzieri – è incentrato su uno “schema piramidale”: ovvero il “gioco” continua a funzionare fintanto che vi siano individui alla base della piramide che garantiscono a coloro che già hanno aderito di avanzare di livello attraverso il pagamento delle quote di entrata.
Pertanto, i partecipanti che si trovano alla base della piramide potranno recuperare il loro investimento iniziale, solo, e se, un alto numero di nuovi partecipanti (con i relativi investimenti iniziali) aderirà allo schema. Nonostante l’ingente cifra raccolta e il consistente numero degli affiliati, infatti, solo 84 aderenti hanno ricevuto l’autovettura promessa. Tuttavia, per come è strutturato il sistema, il meccanismo può funzionare inizialmente con un numero esiguo di partecipanti, ma necessita ben presto di numeri astronomici per poter andare avanti. E a quel punto non serve essere un matematico per prevederne l’esito: la catena, prima o poi, “implode”, in quanto, dopo una ventina di passaggi per farla andare avanti servirebbe tutta la popolazione italiana e dal 30° passaggio non basterebbero tutti gli abitanti della Terra. E per gli ultimi arrivati che hanno versato la quota, naturalmente l’autovettura gratis resta “un sogno”». Dal canto loro, gli avvocati della Dexcar respingono invece le accuse sostenendo che l’attività non è altro che una iniziativa di multi-level marketing, esprimendo la volontà di onorare i contratti siglati.
Per quanto anche a “occhio nudo” l’attività potesse apparire sospetta, ci sono voluti mesi di indagini per arrivare a questo punto. Nel frattempo, 23mila persone probabilmente truffate non sono certo uno scherzo. Dal canto nostro, abbiamo sempre messo in guardia i clienti del noleggio da offerte troppo allettanti e ne approfittiamo per ribadire il concetto: per poter rendere un servizio che non fa perdere soldi, anche i canoni di noleggio devono essere adeguati.