Franchising e noleggio, un rapporto da ripensare

Si può avere successo nel noleggio con il franchising
Si può avere successo nel noleggio con il franchising

L’affiliazione commerciale in Italia è sbarcata quasi cinquant’anni fa e, pur vivendo di alti e bassi, continua la sua diffusione come formula vitale e dinamica.

Assofranchising, l’associazione storica degli affilianti italiani, pubblica quasi ogni anno un rapporto sulle tendenze in atto, in collaborazione con l’Osservatorio Permanente sul Franchising. L’ultimo disponibile è quello del 2016, nel quale si evidenziano alcuni numeri: i franchisor sono circa un migliaio (859 le reti italiane), mentre 200mila sono gli occupati totali nel comparto, quasi la metà al Nord. Se diamo un occhio ai settori merceologici, l’offerta è quasi esclusivamente coperta dai servizi (telefonia, tecnologia), poi dai prodotti per la cura della persona, dall’abbigliamento e dalle catene del food. Il caso più interessante dell’ultimo decennio, legato alle tendenze sociologiche e allo sviluppo della tecnologia, è la totale sparizione delle videoteche, un tempo padroni assoluti del mercato: vi ricordate Blockbuster? Si è estinto, come i dinosauri.

Il franchising è quindi ancora un “salvagente” per il commercio al dettaglio, perché consente di avviare un’attività in proprio con l’aiuto e l’esperienza di una catena, quando questa offra servizi reali di supporto e sviluppi un forte brand.

E il noleggio?

Uno dei settori in cui il noleggio si è imposto ormai da anni anche in Italia è quello rivolto all’edilizia e all’industria. Fatta eccezione per la diffusione del Rent a Car – divenuta ormai una galassia di microsocietà di servizi a basso costo e basso valore aggiunto, in cui la soddisfazione del cliente sembra non essere più contemplata in nessuna strategia – è proprio partendo dalle esigenze della piccola impresa edile che si è sviluppata, ormai vent’anni fa, la prima idea originale di franchising all’italiana, spostandosi poi anche al privato attorno al concetto di noleggio generalista.

franchising-vs-Indipendente

Un piccolo boom iniziale che però non si è mai sviluppato appieno, e che mostra la corda da ormai un decennio. Complice la crisi? Può essere, ma anche in questi ultimi tempi di evidente ripresa del noleggio nel settore questo modello arranca, avvitato sui suoi stessi errori: mancata diffusione, insufficienti investimenti sul brand e sulla formazione della rete, costi troppo elevati, vincoli eccessivi, scarsi margini prodotti dagli affiliati che, per la struttura congenita della flotta generalista, sviluppano volumi di fatturato che talvolta nemmeno coprono i costi fissi.

L’evoluzione delle reti in affiliazione nel noleggio va seguita con molta attenzione e cura, per capire se l’accoppiata franchising-noleggio sia davvero produttiva per entrambi i soggetti in gioco. Un ambito in cui, senza dubbio, il noleggio può fare molto di più sono i servizi per le aziende, soprattutto la cessione in uso, dietro pagamento di canoni o con formule di leasing, di computer, stampanti, fotocopiatrici, tecnologia per le piccole imprese e le partite IVA. A patto che i servizi collaterali offerti siano davvero utili e concreti e non si finisca anche qui per spacciare per noleggio delle semplici operazioni finanziarie. La sharing economy sta ora spingendo la mobilità verso forme di franchising, con l’incognita della tecnologia e della industrializzazione dei processi. Staremo a vedere.

Fare rete

Eppure il noleggio può ancora trovare nel franchising (o nel fare rete tra aziende convenzionate anche in modi più snelli) una formula commerciale funzionale per la sua diffusione e i motivi sono presto detti. Il franchising poggia le sue basi sul principio dei vantaggi e delle opportunità legate alla creazione di una rete. Il fatto di trovare punti di una stessa catena sparsi in tutta la penisola, che hanno la stessa immagine, gli stessi prezzi, la stessa metodologia di servizio, potrebbe essere un plus per fidelizzare una certa fascia di clienti, che non devono rifare tutte le volte un bilancio calibrato di ciò che un noleggiatore gli offre e del prezzo del servizio. Lo sanno, lo hanno già sperimentato presso un altro affiliato della medesima catena. Su questo concetto però, paradossalmente, stanno crescendo sul territorio noleggiatori che sviluppano una rete in proprio: Mollo è solo il caso italiano più eclatante, insieme a CGT Edilizia; ma presto faremo i conti con i colossi già sbarcati e con quelli che sbarcheranno.

franchisee business

Fare parte di una catena, per chi si affilia e vuole occuparsi di noleggio, è un vantaggio per le fasi di avviamento e strutturazione del suo centro – dalla burocrazia pre-apertura all’allestimento degli spazi di contatto con il cliente, sia amministrativi che di esposizione del parco macchine; dall’adozione di una formula gestionale ben congegnata, all’uso pratico di divise, modulistica, carta intestata, cataloghi dei prodotti e servizi disponibili.

La questione catalogo (e ovviamente del sito Internet e di tutti i processi della comunicazione digitale) è di primaria importanza: il cliente vede e sceglie che cosa vuole noleggiare. E, magie dell’appartenenza a un network, non è detto che l’affiliato lo abbia dovuto comprare e lo abbia immediatamente sotto mano per poterlo noleggiare. In effetti, far parte di una rete consente all’affiliato di investire denaro solo nell’acquisto di un parco macchine essenziale o personalizzato a seconda delle richieste più frequenti della clientela della sua zona. Al noleggio di grandi attrezzature, di notevole valore e di uso non proprio frequente, in molti casi è l’affiliante a provvedere direttamente. Inoltre, un membro della rete può, a richiesta, sopperire alle necessità di noleggio di un altro affiliato, quando ne abbia necessità e non possa farvi fronte per una carenza del proprio parco macchine. Una sorta di noleggio nel noleggio, se ben gestito da un software efficiente.

Con chi affiliarsi?

Un consiglio che si può dare a chi vuole affiliarsi è quello della cautela: pretendere informazioni dettagliate dal franchisor, entrare nella disamina dei benefici circa i servizi che offre, degli investimenti sul brand; prenderle direttamente da altri punti già attivi nella catena; leggere bene il contratto, che dev’essere ovviamente scritto; farsi aiutare da un avvocato per l’analisi delle condizioni; verificare con i propri mezzi che la zona dove si vuole aprire garantisca un buon giro di clientela. Sul fronte normativo, il franchising vanta anche una legge consolidata, che da sempre va in direzione della tutela dell’affiliato e della chiarezza dei rapporti fra franchisor e franchisee.

Insomma, affilianti non ci si improvvisa, anche se l’iniziativa di alcune aziende poco serie può fare pensare che lo sviluppo di una rete sia solo una torta ghiotta su cui buttarsi per guadagnare sui fatturati di chi si affilia (alcune iniziative, sempre nel settore del noleggio rivolto all’edilizia, sono abortite proprio per questo motivo).

Per creare una rete, in franchising o meno, occorre un lavoro serio. E un’esperienza maturata “sulla propria pelle”, sviluppata per un certo numero di anni e in più strutture, dell’attività che si propone agli affiliati. Solo in questo modo il franchisee può avere maggiori garanzie che i soldi investiti per esporre un’insegna sono ben spesi e che il know how che acquista, funzioni veramente e gli frutti buoni fatturati negli anni.

Tag dell'articolo: franchising, noleggio

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